Sinossi:
La pazienza di Yaoyoi, della dolce e graziosa Yaoyoi, si è
rotta oggi improvvisamente come un filo. Nell’ingresso di casa, davanti alla
faccia insopportabilmente
insolente di Kenji, il marito che ha dilapidato tutti
i suoi risparmi, Yaoyoi si è tolta la cinghia dei pantaloni e l’ha stretta
intorno al collo del
disgraziato. Kenji ha tentato di afferrare la cintura, ma
non ne ha avuto il tempo. La cinghia gli è penetrata subito nella carne.
È stato buffo vedere come il collo di Kenji si sia piegato
all’indietro e le mani abbiano cominciato ad annaspare disperatamente
nell’aria. Sì, buffo,
veramente buffo, poiché un uomo così, un infelice che
beve e gioca, non si cura dei figli, è attratto da donne impossibili e picchia
la moglie, non meritava
certo di vivere!
Le gambe abbandonate storte sul pavimento di cemento
dell’ingresso, accasciato sulla soglia, la testa tutta girata, Kenji, a un
certo punto, non si è
mosso più. Yaoyoi gli ha messo allora una mano sul collo per
sentire le pulsazioni. Niente. Sul davanti dei pantaloni ha visto una macchia
bagnata. E ha
riso, stupefatta della forza furiosa, della crudeltà di cui
era stata capace. Ha riso anche quando Masako e Yoshie, le fedeli amiche,
l’hanno aiutata trasportando
il cadavere a casa di Masako, tagliandolo a pezzetti e
gettando poi i resti in vari bidoni d’immondizia.
Straordinario thriller che ha per protagoniste quattro
amiche (la dolce e graziosa Yayoi, l’ intelligente e coraggiosa Masako, Yoshie,
la madre angariata
da una figlia capricciosa e da una suocera invalida, Kuniko,
la trentenne derubata dal marito e minacciata da un usuraio) che si conoscono
in una puzzolente
fabbrica di cibi precotti e che scoprono insieme il gusto
della rivolta e il fascino e il business del crimine, Le quattro casalinghe di
Tokyo, come accade
spesso nei buoni romanzi polizieschi, illumina ciò che
accade in un mondo in cui la tradizione si rompe come la pazienza di Yaoyoi:
improvvisamente come
un filo.
Commento:
Beh, non c’è che dire: questo è decisamente un romanzo
singolare e sui generis, sia per ambientazione sia per stile. Abituata alle
atmosfere eteree ed allo stile lieve di altri autori orientali, non avrei mai
pensato di imbattermi in una vicenda così truculenta scritta da un’autrice
giapponese e devo dire che la cosa ha il suo fascino. Questo romanzo unisce la
crudezza e la spregiudicatezza dei noir occidentali con la capacità tutta
orientale di assorbire e rendere terribilmente normali anche gli eventi più
truci.
Il risultato è che qui si parla della morte, dell’omicidio e
dello smembramento di cadaveri con una freddezza disarmante che, tuttavia,
rende tutto più intenso e delirante.
I protagonisti sono tanti, tutti diversi e ben
caratterizzati: ci sono le quattro casalinghe impiegate nei turni di notte in
uno stabilimento dove si preparano colazioni industriali, tutte con problemi
familiari ed economici e tutte tra loro diverse ed interessanti; c’è Satake, l’oscuro ed affascinante proprietario di
una casa da gioco con un passato insondabile e terribile; c’è il giovane
piccolo malavitoso dal colletto bianco, dalla coscienza torva e dall’animo
tutt’altro che intrepido. Questa varietà di soggetti, che contribuiscono a
rendere la narrazione altrettanto varia con il loro punto di vista, imprime al
romanzo una dimensione più umana, quotidiana, inquietante. Se vi piace il
genere e non avete problemi di stomaco… beh, ve lo consiglio: è un’esperienza
di lettura da fare!
Opera recensita: “Le quattro casalinghe di Tokyo” di Natsuo
Kirino
Editore: Neri Pozza, prima ed. 2003
Genere: noir
Ambientazione: Tokyo
Pagine: 656
Prezzo: 14,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9.
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