Sinossi:
Da un po’ di tempo,
Antonio Costanza ha preso la vita contromano: non per scelta e nemmeno per
ostinazione. A quarant’anni, è vittima di un’indolenza che niente riesce a
scalfire, neppure i brutali omicidi di due prostitute. Non sarebbe troppo grave
se Antonio fosse solo Antonio. Invece è anche il dottor Costanza, psichiatra e
consulente del Tribunale per i crimini violenti. Uno che se la vede con
disadattati cronici, finti pazzi e bastardi veri. Così, quando l’ombra di un
serial killer si allunga su Salerno, città sospesa tra vecchi sapori di
provincia e vanità da metropoli sul mare, Antonio fa l’impossibile per non
essere coinvolto. Vagamente sociopatico e teneramente narcisista, se ne resta
ripiegato in un guscio di piccole fobie, appresso alle scelte dell’ex compagna
e a un rapporto complicato con il figlio. La sveglia però sta suonando, tanto
più che di mezzo ci si mette una giornalista dal sorriso favoloso. Il sonno
della svogliatezza è finito e al dottor Costanza toccherà sondare la mente
omicida di uomini che odiano le donne, trascinato in un caso in cui la Legge
sembra incapace di fare giustizia. Corrado De Rosa attinge alla sua esperienza
di psichiatra, perito in vicende giudiziarie eccellenti, per costruire una
commedia nera dal tono amaro e scanzonato. La dedica a una generazione a tratti
infantile, maldestra in amore, che è cresciuta con i Lego rimanendo incastrata
tra i mattoncini colorati delle possibilità e le macerie del disincanto.
Commento:
Annoiato, scaramantico, indolente,
lo psichiatra Antonio Costanza è un quarantenne tranquillo, schivo ma non
solitario, pigro ma non troppo scontroso. È quello che definiremmo una brava
persona, separato, ama la sua famiglia, in particolare il padre e il figlio, è
bravo nel suo lavoro, ma non è un asso dei rapporti umani: spesso sbaglia tempi
e modi di approccio e tendenzialmente cerca di restare lontano dalle grane o
dalle faccende complicate. Questo suo essere impacciato e schivo non lo favorisce
nelle relazioni, specie in quelle con l'altro sesso, perché viene scambiato per
supponenza, disinteresse all'interlocutore, arroganza. Sono queste alcune delle
impressioni provate da Laura Santamaria, brava giornalista che deve averci a
che fare per via di un omicidio alquanto truce. Una prostituta anziana è stata
ritrovata morta nella propria abitazione la sera di San Valentino del 2012 ed è
necessario entrare nella personalità dell'assassino, capire il suo modo di
ragionare, capire quanto fosse cosciente. Non è Costanza ad occuparsi delle
indagini, non è sua la responsabilità di individuare il colpevole, ma per un
motivo o per l'altro viene in contatto con i sospettati e finisce per
ritrovarsi, suo malgrado, al centro del caso. Lo conosciamo pian piano, Antonio
Costanza, entriamo passo dopo passo nella sua cerchia di amici, percorriamo con
lui i vicoli della sua città, e nel frattempo seguiamo su più campi paralleli i
movimenti di altri personaggi, le realtà di altre vite, in un concatenarsi di
eventi, luoghi, persone. L'uomo che dorme è, sì, un noir, ma è un noir atipico,
perché conserva preponderanti i tratti del romanzo, della narrazione più amena
e meno oscura e brutale. È quasi come se l'autore, nel donarci questa storia,
avesse toccato solo incidentalmente la sfera noir, ma pensasse invece al
racconto della storia di un uomo, di uno psichiatra seduto "dal lato
sbagliato della scrivania", come se avesse voluto mettere in luce le
contraddizioni di una città e di una società pronta a ricercare la follia dove
c'è "solo" cattiveria e degrado. L'uomo che dorme è un romanzo che si
fa leggere agevolmente, nel quale si entra con piacere, con curiosità e dal
quale si esce un po' più consapevoli, desiderosi di riflettere e consci di aver
chiuso un buon libro che, come tale, trova i suoi fondamenti nella realtà del
quotidiano.
Opera recensita:
"L'uomo che dorme" di Corrado De Rosa
Editore: Rizzoli, 2018
Genere: noir
Ambientazione: Salerno
Pagine: 275
Prezzo: 17,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.
Nessun commento:
Posta un commento