Sinossi:
Fatma, insieme al nano Recep, figlio illegittimo del suo
defunto marito, vive ancora nella casa in cui si trasferì con il suo sposo - un
medico fallito, attivista politico e alcolista - quando decisero di abbandonare
Istanbul agli inizi della rivoluzione del 1908. Nella cadente villa in legno
Fatma, altezzosa e bisbetica, trascorre i giorni e le notti assorta nei
ricordi, a rodersi in un cupo sentimento. I suoi figli sono morti, ma i suoi
tre nipoti ogni estate vanno a trovarla per un breve soggiorno. Faruk, il
maggiore, è uno storico che, abbandonato dalla moglie, ha trovato nell'alcol un
efficace palliativo alla noia; Nilgün è un'affascinante studentessa
progressista che sogna una rivoluzione sociale che non arriva mai; il giovane
Metin è un genio della matematica che vuole emigrare negli Stati Uniti per
arricchirsi. Tutti e tre, per motivi diversi, desiderano che la nonna venda la
casa.
Commento:
Orhan Pamuk è un autore complesso, sfaccettato, che ama dire
le cose a modo suo, con i suoi tempi, con i suoi non detti, senza preoccuparsi
troppo di ciò che potrebbe piacere o non piacere al lettore. I suoi libri,
perciò, sono tutti diversi fra loro e non tutti incontrano il mio personale
gusto… ma c'è una cosa che li accomuna tutti: la Turchia, patria amata e dannata
dell'autore che non perde occasione per raccontarla, analizzare come
l'evoluzione storica riverbera sulla società, interpretarne i mutamenti
culturali, sociali, finanche spirituali. In La casa del silenzio, romanzo del
2007, un Pamuk fresco di Nobel racconta le tante facce del suo Paese attraverso
un romanzo corale, una saga familiare che in sé racchiude le anime di Fatma,
una novantenne altezzosa che vive di ricordi e rancori mai sopiti, e dei suoi
tre nipoti, Faruk, Metin e Nilgun, a loro modo tutti diversi ma fra loro
isolati e slegati. A congiungere questa famiglia con il resto del mondo
circostante c'è Recep, il cameriere di Fatma, il nano figliastro di suo marito
Selahattin. Ciascuno, con la propria voce e il proprio sentire, racconta ciò
che non va nella sua vita e – di riflesso – nella Turchia, dimenticando di
considerare i problemi o i bisogni degli altri, come se ciascuno sprofondasse
nella propria insoddisfazione. È naturale che, alla lunga, mondi così distanti
eppure così prossimi finiscano per cozzare l'uno contro l'altro creando un
cortocircuito.
La casa del silenzio non è un libro facile – nessuno dei
libri di Pamuk lo è – e l'estrema introspezione e malinconia dei personaggi
potrebbe scoraggiare; tuttavia a me non è dispiaciuto leggerlo perché a suo
modo è uno spaccato di vita e di storia di un Paese affascinante, controverso
ed ingannevole come la Turchia. Lo consiglio, anche se tra quelli che ho letto
non è il miglior libro di Pamuk.
Opera recensita: "La casa del silenzio" di Orhan
Pamuk
Editore: Einaudi, 2007
Genere: narrativa straniera, saga familiare, romanzo corale
Ambientazione: Turchia
Pagine: 376
Prezzo: 13,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7.
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