Sinossi:
Galizia, terra di foreste e
di prati, di pioggia e cieli sconfinati, di mare e santuari. In paese la vita
scorre lenta e tranquilla, scandita dai lavori della campagna e, la sera, dal
bicchiere di vino al bar, rigorosamente tra uomini. Niente sembra in grado di
smuovere quella routine che pare cadenzata sulle note di un flamenco in
lontananza, finché in paese, catapultata da un'altra vita, arriva Suiza. Suiza
ha la pelle bianca quanto quella dei galiziani è conciata dal sole, gli occhi
azzurri e limpidi quanto quelli dei galiziani sono scuri e ardenti, i capelli
biondi quanto i galiziani li hanno neri. Non parla una parola di spagnolo e non
sembra neanche tanto sveglia, alcuni pensano addirittura che sia un po'
ritardata; non è neanche particolarmente bella, almeno non in modo
appariscente, ma questo non impedisce ai cuori degli uomini di accendersi di
passione. Nella corsa alla conquista la spunterà Tomás, il più determinato: ma
quello che da principio era solo un desiderio divorante si trasformerà ben presto
in amore vero. E l'amore, si sa, fa rima con morte... Il romanzo d'esordio di
Bénédicte Belpois è allo stesso tempo struggente e ironico, tenero e spietato,
torrido e romantico, ma è soprattutto un inno alla vita semplice e ai pochi,
solidi valori fondamentali che, guarda caso, sono quelli della natura e
dell'amore.
Commento:
Ci sono tanti modi di
raccontare una storia: parole infinite, approcci più o meno duri, a voce unica
o corale… Benedicte Belpois per il suo romanzo d'esordio ha scelto di combinare
gli elementi in un modo assolutamente inconsueto, non convenzionale, sui
generis: un racconto a due voci, quelle di Tomás e Suiza, che non potrebbero
essere fra loro più diverse. Lui è un uomo ricco, un contadino-imprenditore
vedovo, quadrato e intrattabile, un macho con un linguaggio triviale; lei una
giovane donna delicata, fragile, pallida, straniera, diversa, di una bellezza
normale, ma con qualcosa di inspiegabile che accende immediatamente il
desiderio di possederla in qualunque uomo posi gli occhi su di lei. La prima
volta che la vede, Tomás è seduto al bar di Alvaro dove lei fa da poco la
cameriera. Da quel momento non può smettere di pensarla, brama il suo corpo,
dev'essere sua, deve possederla a qualsiasi costo… e la ottiene. Non è
preparato, però, ad innamorarsene davvero. Dal canto suo Suiza non obietta, non
si lamenta, non sbraita, paziente e sottomessa fa fare a tutti gli uomini i
loro comodi: nell'istituto svizzero da cui arriva non le hanno insegnato a
ribellarsi, a rifiutare, non le hanno spiegato che un tale atteggiamento è
profondamente sbagliato, ingiusto e irrispettoso della donna… per lei è sempre
stato così e così sarà. Ma con Tomás c'è qualcosa di diverso: il sesso è
piacevole e un sentimento senza nome sboccia piano dentro di lei. In Suiza
Benedicte Belpois racconta l'incontro di due infelicità: due persone così
diverse, opposte, inconciliabili trovano l'alchimia giusta per trarre
giovamento l'una dall'altra. Un uomo malato, solo, rude ma in fondo buono e una
ragazza che ha sofferto si incontrano e si trovano. E se l'amore prima di
arrivare deve passare per l'incontro dei corpi chi se ne importa, in fondo?
Suiza non è un romanzo facile: si legge agevolmente, a patto che si superi –
per chi ce l'ha – l'avversione o la ritrosia verso un linguaggio triviale, un
modo di raccontare, pensare e agire alquanto truce, una caterva di riferimenti
sessuali molto, molto espliciti. Se si supera tutto questo si troverà un
romanzo che dà da pensare, ambientato in una Spagna di ieri, ferma ad un tempo
purtroppo non tanto lontano, in cui comunque, malgrado tutto, si riesce a
trovare qualcosa di buono.
Opera recensita:
"Suiza" di Benedicte Belpois
Editore: E/O, 2021
Traduttore: Alberto Bracci
Testasecca
Genere: narrativa straniera
Ambientazione: Spagna
Pagine: 220
Prezzo: 17,00 €
Consigliato: sì
Voto per sonale: 7,5
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