simposio lettori copertina

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venerdì 22 ottobre 2021

RECENSIONE: GEORGES SIMENON - LA MARIE DEL PORTO

Sinossi:

Un grappolo di case strette attorno a un piccolo porto di pescatori normanni, un molo sul quale si affaccia il Caffè della Marina, centro focale dell’intreccio, la modesta casa sulla scogliera dove abita Marie, la protagonista, e, sullo sfondo, la città di Cherbourg: sono i luoghi, quanto mai simenoniani, dove si svolge la vicenda di questo romanzo del 1938, a cui Simenon teneva particolarmente, come rivela la sua corrispondenza con Gide, al quale scrisse, a proposito della Marie: «È una buona cosa provare a se stessi che è possibile dare una personalità alle comparse incaricate di venire a dire: “La Signora è servita”». E aggiunse anche: «È il solo romanzo che sia riuscito a scrivere con un tono completamente oggettivo». La Marie del porto è una figura che non si dimentica nella vasta galleria delle donne di Simenon: una ragazzina poco appariscente, una vera «acqua cheta», che riesce a impaniare un uomo sbrigativo e spavaldo, avvezzo a vincere e comandare. Questo personaggio, Chatelard, scorge da lontano la smilza figuretta di Marie che segue compunta il feretro del padre, e se ne innamora. Per starle vicino, compra un peschereccio, che gli fornirà la scusa per tornare in paese e frequentare il Caffè della Marina dove la ragazza è stata assunta come cameriera. Chatelard crede di avere in pugno il proprio destino e quello della Marie, ma in realtà è quest’ultima a tessere con abilità consumata e ironica determinazione una sottile trama di eventi nella quale l’uomo si lascerà avvolgere.

 

Commento:

"La Marie del porto" è un bellissimo e suggestivo romanzo che Simenon – che l'adorava – scrisse nel 1938. Ambientato nel paesino di Port-en-Bessin, in Normandia, il romanzo narra un tratto della vita di Marie Le Flem, una ragazzina di diciassette anni, non ancora del tutto formata, smilza ed apparentemente insignificante, che durante il funerale del padre viene notata da Chatelard, un odioso arrivista che vive nella città vicina e che conosce intimamente Odile, la sorella della ragazza. Dal giorno in cui la nota per la prima volta, Chatelard non riuscirà mai più a dimenticare Marie – anzi la Marie – e comincia a tampinarla senza requie: trova un modo per venire spesso in paese, si reca assiduamente al caffè dove lei presta servizio, cerca in ogni modo di avvicinarla con i suoi modi spicci e sicuri da seduttore ricco e navigato. Ma la ragazza appare indifferente quando non scostante e più lei gli sfugge, più il desiderio di lei s'incaglia nella mente dell'uomo fino a portarlo allo spasmo. Ma chi è davvero la Marie? Cosa pensa quella giovane donna che non ha ancora visto il mondo, ma che sembra conoscerne profondamente le dinamiche più oscure? Simenon mette tanto di sé in queste pagine: mette la sua capacità di ricreare paesaggi e contesti con le parole giuste, la sua bravura nell'analizzare a fondo l'animo umano, la sua abilità nel raccontare, conducendoci là dove vuole pur mantenendosi lucido ed oggettivo. Una mirabile prova di talento narrativo, oltre che un ottimo romanzo da leggere.

 

Opera recensita: "La Marie del porto" di Georges Simenon

Editore: Adelphi, ed. originale 1938

Traduttore: Gabriella Luzzani

Genere: letteratura francese

Ambientazione: Francia

Pagine: 141

Prezzo: 16,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

      

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