Sinossi:
È il 1975. Mimì Orlando ha
quindici anni quando è costretta a lasciare la Puglia dorata per seguire il
padre nella grande fabbrica svizzera che produce lu ternitti: l'eternit,
promessa di ricchezza per migliaia di emigranti. Per Mimì quelli al Nord sono
gli anni del vetro, del freddo che ghiaccia le cose e le persone. Ma anche
quelli della passione segreta per Ippazio, diciotto anni, tra le dita già
corrose dall'amianto un fiammifero acceso nella notte per rubare uno sguardo,
un istante d'amore... Anni Novanta. Mimì è di nuovo in Puglia. Ha una figlia
adolescente, Arianna, poco più giovane di lei. Ma accanto a loro non ci sono
uomini, per Arianna non c'è un padre. Madre anticonformista e leale, compagna
indomita per le sue colleghe in fabbrica e per tutti coloro che accompagna
fino alla soglia dell'ultimo respiro roso dal mesotelioma da amianto, è una
donna che sa parlare con le proprie inquietudini e paure ma anche -
ascoltando le voci degli antenati che sempre la accompagnano - guardare al
futuro senza piegarsi mai. "Ternitti" in dialetto significa anche
tetto, e il destino vorrà che questa parola sia il sigillo di una vita
intera: proprio su un tetto, finalmente a contatto col cielo, Mimì saprà
riscattare la sua gente e forse anche il suo amore. La vicenda di un popolo
tenace, la tragedia del lavoro che nutre e uccide, la meschinità di un uomo e
la fierezza di una donna: tutto si compone con la semplice necessità delle
umane cose in un romanzo luminoso e maturo.
|
Oggi vi parlo di un libro ambientato nella mia terra, il
Salento, in particolare nella zona del capo di Leuca.
E’ qui che vive Mimì, al secolo Domenica Orlando; è da qui
che è costretta a partire con la famiglia, nel 1975, alla volta della Svizzera.
Il padre, Antonio, andrà a lavorare “allu ternitti” in una fabbrica vicino a
Zurigo insieme a tantissimi altri italiani.
Ternitti in dialetto salentino significa eternit ed è una
parola che evoca tante cose: amianto, lavoro, casa, morte. Parole così diverse,
anche opposte fra loro: con l’amianto qui le case sono state costruite per
anni, forse per decenni; e c’è chi per l’amianto la casa ha dovuto lasciarla,
alla volta di un paese straniero, per lavoro. E c’è pure chi per quel lavoro è
morto… tanti sono stati gli italiani che hanno contratto l’asbestosi, un male lento
ed inesorabile che colpisce i polmoni di chi è stato a contatto costante con l’eternit.
Il Salento ha pagato un caro prezzo a questa malattia, un prezzo di emigrazione
prima e di morte poi. Ed è proprio questa la storia raccontata in “Ternitti”
dallo scrittore pugliese Mario Desiati. E’ la storia di Mimì, colei che ha il
nome di Domenica, una santa tenace rappresentata con una spada; Mimì, una
bambina diventata presto donna, che torna a casa sua dalla Svizzera con una
figlia e senza un uomo fisso accanto. E’ la storia degli Orlando, di Vope, di
Pati e di tanti altri.
Questo libro è un condensato di sentimenti: l’amore celato,
schivo ed infine prorompente; la morte che aleggia come un fantasma sugli operai
e le loro famiglie; la fierezza e l’indipendenza di Mimì, l’alcolismo di
Biagino, la viltà di Pati, l’intraprendenza di Arianna… è un libro intriso di
Sud, di Salento, della terra e del mare, del dialetto, dei sapori e degli odori
di una terra magica, sempre sospesa tra passato e futuro, tra culti antichi e
modernità.
Ecco cosa troverete in questo libro: descrizioni minuziose e
realistiche della natura, dei luoghi, dei sentimenti e dei comportamenti dei
personaggi… un tuffo nella vita di Mimì e nella storia di tanti salentini ed
italiani emigrati e poi tornati a casa.
Opera recensita: “Ternitti” di Mario Desiati
Editore: Mondadori, 2011
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: Salento, Svizzera
Pagine: 258
Consigliato: sì
Libri simili: “Acciaio” di Silvia Avallone.
Nessun commento:
Posta un commento