Sinossi:
Nel penitenziario di Cold Mountain, lungo lo stretto
corridoio di celle noto come "Il Miglio verde", i detenuti come lo
psicopatico "Billy the Kid" Wharton
o il demoniaco Eduard Delacroix aspettano di morire sulla
sedia elettrica, sorvegliati a vista dalle guardie. Ma nessuno riesce a
decifrare l'enigmatico
sguardo di John Coffey, un nero gigantesco condannato a
morte per aver violentato e ucciso due bambine. Coffey è un mostro dalle
sembianze umane o un essere
in qualche modo diverso da tutti gli altri?
Confinato nella gabbia dorata di una bella casa di riposo, l’ultracentenario
Paul Edgecombe scrive le sue memorie relative a quanto accadde nel
penitenziario di Cold Mountain nel 1932. Paul era, all’epoca dei fatti,
sovrintendente capo del blocco E, il braccio della morte, quello in cui sostano
i condannati alla pena capitale, in attesa di sedersi sulla terribile sedia
elettrica soprannominata dalla squadra di Paul “Old sparky”, la vecchia
scintillante. Paul e i suoi avevano il compito di sorvegliare i detenuti,
mantenerli calmi, attendere alle loro richieste ed eseguire materialmente la
sentenza di morte.
Nel 1932 furono ospiti del miglio, tra gli altri, alcuni
condannati del tutto particolari e, a loro modo, speciali: Eduard Delacroix, un
francese piccolo e arzillo che si affezionò al Signor Gingles, un topolino
dalle attitudini insolite e singolari; Billy “the kid” Warton, un giovane attaccabrighe,
con nulla da perdere e molte idee balorde in testa; e soprattutto John Coffey,
un gigante nero con poteri molto speciali. John è al miglio perché è accusato
di aver violentato ed ucciso due bambine, ma ben presto dimostra di saper
guarire gli altri, di essere in grado di “aiutarli” come dice lui. In tanti al
miglio si chiedono come una stessa persona possa racchiudere in sé tanto bene e
tanto male e il primo fra i suoi sostenitori è proprio Paul che comincia ad
interessarsi davvero al suo caso. Quello che scoprirà sarà sconvolgente, ma
altrettanto duro sarà scoprire che ben poco si può fare per questo gigante
buono che tanto ha fatto per gli altri e che sembra covare in sé tutti i mali
del mondo.
Il racconto, concepito dapprima come un romanzo a puntate e
poi riunito in un unico volume, è narrato in prima persona dall’ormai vecchio Paul
che rivive per e con noi la quotidianità del miglio, fra colleghi coraggiosi,
amici veri e mele marce che rischiano di rompere i difficili equilibri di un
braccio della morte. Paul ci accompagna in un viaggio tra il passato ed il
presente che ci mostra tutti i segni, importanti e visibili, che quell’anno al
miglio verde con John e gli altri ha lasciato su di lui e sugli altri protagonisti
di questa storia straziante e bellissima.
Avevo deciso di leggere questo libro per superare una paura:
mi era capitato di vedere la trasposizione cinematografica qualche anno fa e
una scena, in particolare, mi aveva spaventata al punto di non voler più sentir
nominare il miglio verde. Pochi giorni fa, però, ho avvertito che ero pronta e
che era venuto il momento di superare questa paura. Beh, non posso far altro
che dirmi “menomale!”: ho scoperto un piccolo gioiello. Sono tante le emozioni
racchiuse in questo libro; sono pagine che fanno sorridere e commuovere,
rabbrividire ed indignare, ma che non possono assolutamente lasciare indifferenti.
Un libro bellissimo che ho divorato e che vi consiglio senza
se e senza ma, anche se non siete appassionati lettori di King. “Il miglio
verde”, infatti, è diverso dagli altri libri di questo autore: meno “pesante”,
meno particolareggiato, ma molto intenso. Meno spazio alle descrizioni di
luoghi e molto di più alle emozioni… consigliatissimo a tutti.
Opera recensita: “il miglio verde” di Stephen King
Editore: Sperling & Cupfer, prima ed. 1996
Genere: narrativa americana
Ambientazione: Stati Uniti
Pagine: 576
Prezzo: 11,90 €
Consigliato: assolutamente sì.
Consigli correlati: il film “il miglio verde” di Frank
Darabont, buona trasposizione cinematografica.
Nessun commento:
Posta un commento