Sinossi:
Nagasaki, agosto 1945. Kazuo, un ragazzo occidentale
adottato da una famiglia giapponese, e Junko, figlia di una maestra di ikebana,
si sono ripromessi
di incontrarsi su una collina per suggellare il loro amore
adolescente con un haiku. Pochi minuti prima dell'appuntamento, la bomba
atomica trasforma la
città intera nell'inferno. Tokyo, febbraio 2011. Emilian
Zäch, architetto svizzero in crisi, funzionario delle Nazioni Unite e
sostenitore dell'energia
nucleare, conosce una gallerista di arte giapponese
ossessionata dall'idea di rintracciare il primo amore della nonna. Due storie
parallele, destinate
a incrociarsi in un finale che sorprende. Un libro sulla
forza dell'amore capace di superare ogni cosa. Una storia di speranza e
determinazione, di abbandono
e di coraggio, un romanzo sull'importanza di non dimenticare
le tragedie del passato per affrontare le sfide del presente e scrivere il
nostro futuro.
Siamo in Giappone, a Nagasaki, agosto 1945. Due adolescenti
si incontrano ogni giorno su una collina. Lui è Kazuo, olandese di nascita, ma
giapponese d’adozione, è in preda ad emozioni contrastanti: un conflitto
interiore tra l’amore per i suoi veri genitori morti da tempo ed il rispetto e
la devozione dovuti alla famiglia che lo ha adottato e che lo tratta
amorevolmente. Lei è Junko, bella come una principessa, figlia di una maestra
di Ikebana. I due ragazzi sono innamorati. Lui osserva con un binocolo ciò che
accade a valle, nel campo 14, dove i giapponesi tengono rinchiusi alcuni
prigionieri occidentali; lei legge misteriosi Haiku che fanno parte di un gioco,
di una serie di quattro, l’ultimo dei quali ha un messaggio preciso. Ma mentre
si recano all’appuntamento in cui sarà svelato il quarto Haiku e durante il
quale entrambi sperano di potersi finalmente baciare, una luce accecante
squarcia il cielo ed un vento caldo ed infernale travolge tutto e tutti
trasformando Nagasaki in un luogo spettrale di morte e malattia. E’ la bomba
atomica lanciata dagli americani sulla città, dopo la quale nulla sarà più come
prima. I due ragazzi non riescono ad incontrarsi ma non smettono di cercarsi,
nonostante la desolazione, la morte e le mille peripezie che dovranno affrontare
per sopravvivere, per sfuggire ai cerchi concentrici delle radiazioni che
espandono l’alone di morte sulla città.
. Più di 65 anni dopo, in una galleria di Tokyo, Mei, la
nipote di Junko incontra Emilian, un architetto svizzero favorevole all’uso del
nucleare come energia alternativa ed è a lui che si rivolge per cercare Kazuo,
il grande amore della nonna che sta ormai per morire. Dopo i primi, inevitabili
scontri iniziali i due cominciano a seguire gli indizi che portano verso l’uomo
avvolto in un alone di mistero, ma le ricerche si rivelano più ardue del
previsto. La storia prosegue alternandosi tra presente e passato, acquistando
contorni via via più definiti, fino ad un finale inaspettato e dolceamaro.
Beh… che dire? Nonostante non sia stato scritto da un
giapponese, questo libro trasuda giappone da ogni riga! L’autore, Andres
Pascqual, infatti è spagnolo, ma come afferma lui stesso nella prefazione, ama moltissimo il Paese del sole nascente,
senza tempo e senza spazio, senza principio né fine. La storia, presa di per
sé, non brilla per originalità, soprattutto nella parte ambientata al presente:
mi vengono in mente diversi libri che hanno a che fare con il Giappone e che
utilizzano quest’espediente narrativo (penso a “il gusto proibito dello zenzero”
o “l’amante giapponese”). Tuttavia, soprattutto nella narrazione delle vicende
del passato, è una storia molto intensa e coinvolgente: sembra di vivere quei
giorni insieme a Kazuo, sembra quasi di vedere quella città distrutta, di
penetrare in quel silenzio assordante che è sgomento, vita e morte insieme. Ho
molto apprezzato, inoltre, lo stile delicato e lineare con cui l’autore ha
narrato sia lo ieri sia l’oggi, dando l’idea dell’inesorabilità del destino e del
fluire del tempo che segue un suo corso inarrestabile. E così, leggendo questo libro,
ci si perde in un luogo di pace al di là del tempo, ed anche le più terribili
sofferenze sembrano il viatico per una meta ambita, le prove da superare prima
del riposo e della pace.
Lettura consigliata, dunque… l’ho davvero apprezzato!
Opera recensita: “il canto delle parole perdute” di Andres
Pascual
Editore: Corbaccio, 2012
Genere: narrativa internazionale
Ambientazione: Giappone-Svizzera, 1945-2011
Pagine: 391
Prezzo: 16,40 €
Consigliato: sì.
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