Sinossi:
Questo romanzo di Sibilla Aleramo è del 1906. La sua
immediata fortuna in Italia e nei paesi in cui fu tradotto segnalò una nuova
scrittrice, che in seguito
avrebbe fornito altre prove di valore, segnatamente nella
poesia. Ma soprattutto esso richiamò l'attenzione per il suo tema: si tratta
infatti di uno dei
primi libri 'femmisti' apparsi da noi. Prefazione di Anna
Folli, postfazione di Emilio Cecchi.
Commento:
Un libro osannato e ripubblicato per decenni, un libro
considerato quasi un manifesto femminista italiano, un libro su cui ho letto
recensioni entusiastiche e lodi sperticate, un libro dal quale personalmente mi
aspettavo di più.
E’ il racconto straziante, ma anche lucido e consapevole, di
una donna che, dopo un’infanzia senz’affanni, nella sicurezza di essere amata,
si affaccia all’adolescenza con prospettive rosee di indipendenza e agiatezza,
ma subisce un brusco risveglio ed un ingresso in società mediante un matrimonio
riparatore.
Da qui comincia una vita fatta di ribellioni soffocate, di
indecisioni, di una maternità fatta di eccessi febbrili, di un disamore
profondo per l’uomo che ha accanto e tante infatuazioni flebili e quasi
incorporee. Tutta la giovinezza di questa donna va avanti così, in balia del
rimpianto e di una decisione che tarda a maturare, fino alla notte in cui la
risoluzione tanto annunciata arriva e lei si riappropria della sua vita,
lasciandosi dietro tutto, anche gli affetti più veri.
Certamente si tratta di un racconto realistico e scritto
magistralmente… ma è scritto così bene che immagino la protagonista e, mio
malgrado, non posso farmela piacere: il suo non è, a mio modo di vedere, vero
femminismo, ma solo un pallido fuoco di quell’ardore che poi portò alle lotte
ed alle conquiste per cui oggi noi ancora ringraziamo. La protagonista è una donna
fondamentalmente incentrata su se stessa, incapace di prestare attenzione ed
affetto costante a chi le sta intorno. Probabilmente sarò dura e mi si potrà
accusare di non tenere conto del contesto in cui il libro è ambientato, ma
credo che l’eccessiva libertà goduta da bambina, l’attaccamento morboso al
padre e la totale disaffezione per la madre non abbiano mai cessato di produrre
effetto su di lei. E’ proprio questo sentimento negativo ispiratomi dalla
protagonista a far sì che non consigli pienamente questa lettura: si tratta
indubbiamente di un ottimo racconto, di uno spaccato dell’Italia precedente
alla Grande Guerra, che vale la pena leggere, ma a me personalmente ha lasciato
insoddisfazione ed amaro in bocca. Lo consiglio, ma con molte riserve.
Opera recensita: “Una donna” di Sibilla Aleramo
Editore: Feltrinelli, prima ed. 1906
Genere: letteratura italiana
Ambientazione: Italia
Pagine: 172 (ed. 2013)
Prezzo: 8,50 €
Consigliato: sì/no.
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