Sinossi:
Ambientato nella Francia della Restaurazione e della
monarchia di Luigi Filippo, tra il 1815 e il 1839, "Il conte di
Montecristo" è la storia di un'ingiustizia
subita, riscattata da una vendetta portata alle sue estreme
conseguenze. È anche una storia di onnipotenza: Edmond Dantès, vittima
innocente dell'invidia
dei suoi calunniatori, li distrugge sul loro stesso terreno,
li "suicida" utilizzando gli stessi strumenti grazie ai quali sono
diventati ricchi e potenti.
Come un moderno supereroe, nella sua vendetta riassume in sé
il bene e il male, si confronta con i limiti stessi della condizione umana,
superandola: la
vittoria è giusta ma amara, la vera liberazione è sempre
oltre, altrove.
Commento:
Cosa si può dire di questo capolavoro che non ne riduca il
pregio e la bellezza? Non lo so, davvero: l’unica cosa che so è che credevo di
trovarmi davanti ad un classico oscuro, ostico, impegnativo, che mi avrebbe
portato via molti giorni difficili, invece ho scoperto un’opera di una
piacevolezza sconcertante che ho divorato in tre giorni e che annovero ora fra
i miei libri preferiti. Siamo di fronte ad un capolavoro, l’ho già scritto,
perché non c’è fra queste tante pagine una che avrei voluto saltare, non c’è
stato neanche un momento, durante la lettura, nel quale ho pensato:”Va beh,
quando finisce questo passaggio?”, semplicemente ho cominciato a leggere e non
ho più smesso.
Edmond Dantès, il Conte di Montecristo, il protagonista di
questo libro, è un uomo tradito, un buono, un giovane che aveva davanti a sé un
futuro radioso, la promessa di diventare comandante di un bastimento, l’amore
di un padre e della donna amata. Proprio nel giorno più bello, quello nel quale
l’avrebbe sposata, è stato arrestato e rinchiuso in una prigione isolata e
terribile per colpa dell’invidia e dell’ambizione di coloro che credeva amici e
che avrebbero dovuto tutelarlo. Ha desiderato morire, ha conosciuto il dolore
più oscuro, ma nel momento più tetro ha incontrato un uomo, un abbate creduto
pazzo e rinchiuso ingiustamente, che l’ha salvato infondendogli speranza,
ricchezza e conoscenza. L’uomo che è uscito dalla prigione era un uomo diverso,
pronto a vendicarsi di chi gli aveva provocato tanta sofferenza. Per farlo ha
atteso, ha lavorato su di sé e sul destino, lo ha modificato pazientemente
secondo il suo volere e, soprattutto, guidato dal volere di Dio. Il risultato
di questo piano è stato ben più grande di quanto sperasse, perché l’attesa e la
speranza hanno in parte modificato i suoi propositi e corretto i suoi errori.
La lettura di questo romanzo è un’esperienza avvincente ed
entusiasmante, i personaggi sono caratterizzati in modo superbo, gioie e
tribolazioni non mancano… che dire ancora? Se non l’avete ancora fatto,
leggetelo! Io lo rifarò.
Opera recensita: “Il Conte di Montecristo” di Alexandre
Dumas
Editore: Garzanti-Bur, prima ed. originale 1844
Genere: narrativa straniera, letteratura francese
Ambientazione: Francia-Italia
Pagine: 1313 (ed. Garzanti 2012)
Prezzo: 19,50 € (ed. Garzanti 2012)
Consigliato: sì
Voto personale: 10.
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