Sinossi:
Una storia epica e magistrale sull’amicizia e sull’amore nel
XXI secolo. In una New York sontuosa e senza tempo vivono quattro ragazzi,
compagni di college
e di vita, che da sempre sono stati vicini l’uno all’altro.
Si sono trasferiti nella grande metropoli da una cittadina del New England, e
all’inizio sono
alla deriva e senza un soldo in tasca, sostenuti solo dalla
loro amicizia e dall’ambizione. Willem, dall’animo gentile, vuole fare
l’attore. JB, scaltro
e a volte crudele, insegue un accesso al mondo dell’arte.
Malcolm è un architetto frustrato in uno studio prestigioso. Jude, avvocato
brillante e di enigmatica
riservatezza, è il loro centro di gravità. Nei suoi riguardi
l’affetto e la solidarietà prendono una piega differente, per lui i ragazzi
hanno una cura
particolare, una sensibilità speciale e tormentata, perché
la sua infanzia è stata segnata da una serie di violenze, e la sua vita oscilla
tra la luce
del riscatto e il baratro dell’autodistruzione. Intorno a
Jude, al suo passato, alla sua lotta per conquistarsi un futuro, si plasmano
campi di forze e
tensioni, lealtà e tradimenti, sogni e disperazione. E la
sua storia diventa quella di un’amicizia arcana e profonda, in cui il limite
del dolore e della
disperazione è anche una soglia da cui può sprigionarsi
l’energia accecante della felicità. Caso editoriale del 2015, forse il più
importante romanzo letterario
dell’anno, opera di rara potenza e originalità, Una vita
come tante è doloroso e spiazzante, scioccante e magnetico. Vasto come un
romanzo ottocentesco,
brutale e modernissimo per i suoi temi, emotivo e
realistico, ha trascinato lettori e critica per la sua forza narrativa, capace
di creare un mondo di
profonda, coinvolgente verità.
Commento:
E’ difficile descrivere questo libro restando nei canoni
dell’obiettività. Prima di cominciare la lettura avevo letto recensioni
sostanzialmente unanimi che, in sintesi, lo definivano bello e straziante.
Prima di leggerlo non avrei mai immaginato, però, quanto potesse essere bello e
straziante: è un pugno nello stomaco, uno schiaffo in pieno viso, una lama
sottile che instilla dolore per oltre mille pagine. L’inizio è ingannatore: è
anonimo, per nulla interessante, non attira, perché descrive la quotidianità di
quattro ragazzi americani alla soglia dei trent’anni, tutti diversi, quattro
amici apparentemente normalissimi, come tutti. Ma proprio come ognuno di noi, questi
ragazzi hanno un passato che li ha fatti diventare ciò che sono e che, volente
o nolente, determinerà le loro scelte future. E così, mentre conosciamo la
storia di JB, figlio di immigrati Haitiani che si industria per diventare un
artista, di Malcolm – e della sua ingombrante famiglia ricca – che costruisce
modellini di case immaginarie nell’attesa di arredare appartamenti bellissimi,
di Willelm che fa il cameriere in attesa di una parte in un film, di Jude che
non parla mai di sé ma che fa l’assistente procuratore, non possiamo non
affezionarci alle loro vite. E senza accorgercene entriamo in una bolla senz’aria
e senza tempo, in una sorta di realtà aumentata in cui le pagine si girano da
sole, sempre più velocemente, e le mille emozioni e sensazioni dei protagonisti
si incollano alla nostra anima. Soffriamo per la morte del fratello di Willelm,
per le difficoltà di Jude, per la tenacia di Malcolm e per la sfrontata
disperazione di JB, ma quando pensiamo che il dolore abbia raggiunto il limite
la soglia si alza e si soffre ancora, e si vive ancora. E mentre gli anni
passano e i rapporti cambiano e si raggiungono i trentacinque, i quaranta, i
cinquant’anni, la vita va avanti con nuove sorprese, nuove sofferenze, nuove piccole
felicità.
Il personaggio centrale del libro, nonché il fulcro dell’amicizia
di questi ragazzi, è Jude con tutte le sue insicurezze, i bisogni, il suo
esserci per gli altri, le sue manie, la sua intelligenza, il suo passato enigmatico
che scopriamo pian piano. Ma il mio personaggio preferito è Willelm, l’amico fedele,
la persona che abnegherebbe se stessa per un amico, colui su cui puoi contare e
che non ti farebbe mai del male. Willelm è stato una presenza costante nella
vita di Jude, sin da quando erano al college, è stato l’amico che tutti
vorrebbero, il compagno cui tutti anelerebbero… una figura irrinunciabile, ma
con la quale la vita, purtroppo, non è stata magnanima. Ma qui non c’è solo
amicizia, non c’è solo amore, non c’è solo sofferenza: c’è la volontà di farcela,
di vivere, di sopravvivere, di fidarsi. Si toccano, in questo libro, tanti temi
scottanti come la pedofilia, gli abusi sessuali sui minori, la disabilità, l’autolesionismo…
tutti motivi che da soli spingerebbero a leggere.
Cosa si può dire ancora? Nulla… solo, leggete questo libro.
Parla di tante cose,
lo fa con serietà e senza banalità o sentimentalismo gratuito,
è scritto benissimo, è uno spaccato della società americana dei nostri giorni
con tutte le difficoltà e le contraddizioni… è una storia che segna e scava nel
nostro animo. E pazienza se a fine lettura ci sentiremo scossi o svuotati o ne
usciremo con le ossa rotte, pazienza se ci commuoveremo: avremo conosciuto un
dolore altrui, avremo provato un’emozione e magari avremo fatto un passo in più
verso il nostro, personalissimo dolore che sarà servito a schiarirci le idee.
Opera recensita: “Una vita come tante” di Hanya Yanagihara
Editore: Sellerio, 2016
Genere: narrativa straniera
Ambientazione: New York
Pagine: 1104
Prezzo: 22,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9,5.
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