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giovedì 15 novembre 2018

RECENSIONE: ELISA SPRINGER - IL SILENZIO DEI VIVI


Sinossi:
Elisa Springer aveva ventisei anni quando venne arrestata a Milano, dove era stata mandata dalla famiglia per cercare rifugio contro la persecuzione nazista, quindi fu deportata a Auschwitz il 2 agosto 1944. Salvata dalla camera a gas dal gesto generoso di un Kapò, Elisa sperimenta l'orrore del più grande campo di sterminio. Eppure conserva il desiderio di vivere e una serie di fortunate coincidenze le consentiranno di tornare prima nella sua Vienna natale e poi in Italia. Da questo momento la sua storia cade nel silenzio assoluto, la sua vita si normalizza nasce un figlio e proprio la maternità è il segno della riscossa. È per lui che Elisa ritrova le parole che sembravano perdute per raccontare il suo dramma.

Commento:
A24020. E' questo il numero che per molti anni Elisa Springer ha cercato di nascondere all'indifferenza, alla derisione, al negazionismo degli altri. E' il numero, marchiato a fuoco sulla sua pelle, che testimonia la sua appartenenza ad un popolo, gli ebrei, ad un credo religioso, che l'ha portata – tra il 1944 e il 1945 – a vivere l'esperienza devastante dei lager dai quali, un anno dopo, denutrita, ammalata, ma viva, è riuscita ad uscire… e vivere è stato, per tutto il tempo e davanti ad ogni genere di soprusi, crudeltà, disumanità, il suo unico obiettivo, la cosa più importante.
A squarciare il velo di silenzio sul dramma di una vita sarà, cinquant'anni dopo i fatti, proprio la curiosità dell'uomo che Elisa mai avrebbe sperato di conoscere: suo figlio. E proprio ai figli, ai ragazzi, Elisa Springer dedica questo libro: con loro si apre e si chiude il suo racconto in una speranza che è quasi certezza, quella che ciò che è accaduto, grazie a loro che ne portano l'eredità, non sarà dimenticato, nonostante ancora oggi vi sia chi nega la sofferenza, la morte, la devastazione dell'Olocausto.
Elisa Springer ci racconta la sua storia con i toni sobri, ma decisi di chi ha visto la morte in faccia, di chi ha visto morire cari e sconosciuti e non vuole la pietà di nessuno, ma non ammette l'oblio. Con scrittura elegante, ordinata, sobria e implacabile questa donna – al tempo della scrittura quasi ottuagenaria – ci mette davanti alla realtà con lucidità, senza orpelli o sentimentalismi: non ne ha bisogno, ciò che racconta fa il resto.
Per me questo libro, indirettamente, ha un valore personale inestimabile perché, quando frequentavo la scuola elementare, ebbi modo di incontrare, ascoltare, parlare personalmente con Elisa Springer. Conservo ancora vivido in mente il ricordo di quell'incontro che mi cambiò letteralmente la vita: fu proprio in occasione della presentazione di questo libro che ebbi il mio primo contatto – che ricevetti la mia prima lezione di vita – su ciò che fu l'Olocausto. Ricordo ancora la voce, la forza, la carica di questa donna; da lì è nato l'impegno e il coinvolgimento personale su questa particolare vicenda storica che da allora è sempre vivo in me. Non avevo ancora mai avuto la possibilità – o la forza – di leggere il libro: ora l'ho fatto ed ho rivissuto sulla pelle l'emozione di quell'incontro; ho rifatto i conti con una parte di me che, inspiegabilmente, si sente chiamata in causa ogni volta che si parla di quest'argomento. Inutile dire che consiglio questa lettura breve, ma intensissima, che rimarrà una delle più importanti della mia vita.

Opera recensita: "Il silenzio dei vivi" di Elisa Springer
Editore: Marsilio, 1997
Genere: narrativa italiana/autobiografia
Ambientazione: Austria-Germania-Italia-Polonia-Cecoslovacchia
Pagine: 124
Prezzo: 12,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 10


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