Sinossi:
La zona cieca è tutto quello che gli altri colgono di noi ma
che a noi (inevitabilmente e maledettamente) sfugge. Lo sa bene Lidia Frezzani,
che ogni giorno
nella sua trasmissione radiofonica "Sentimentalisti
anonimi" riceve confidenze di persone totalmente confuse, e che s'innamora
di Lorenzo, uno scrittore
quarantenne arrogante e fascinoso, totalmente annebbiato dal
suo narcisismo. Comincia una storia d'amore dai ritmi serrati, fatta di bugie
vere o supposte,
smascherate, di tradimenti e piaceri perversi: quello che
prova Lidia nello schiantarsi contro l'imperturbabilità e l'apparente
indifferenza di Lorenzo,
e quello di Lorenzo che sembra godere nel lasciarla fare. In
un crescendo di tensione e pathos, di abbandoni e colpi di scena,
all'improvviso a Lorenzo
arrivano le misteriose lettere di Brian, uno sciamano. Che
ha un nome, un'anima e un passato, ma non ha un volto: ma si dimostrerà molto
più reale di ogni
reale persona...
Lidia conduce un programma radiofonco dall’eloquente titolo “sentimentalisti
anonimi”, nel quale racconta le storie e le problematiche dei suoi ascoltatori.
E’ reduce da tre ricoveri in una clinica psichiatrica ed ha una bassa,
bassissima stima di sé.
Lorenzo è uno scrittore famoso, ma è anche un anaffettivo
cronico, uno con la mente ottenebrata dalle droghe che assume e dal male nero
che lo sta corrodendo dall’interno.
Lidia e Lorenzo si incontrano, lei si innamora di lui,
vivono nello stesso appartamento, si annientano eppure non si separano. Lidia
cerca di aiutare Lorenzo a venir fuori dalle tenebre della sua mente, lo aiuta
in ogni modo, lo giustifica, lo comprende… arriva ad inventarsi un Guru
virtuale che, in un certo senso, riesce a smuovere Lorenzo ed a fargli
intraprendere la strada della guarigione… ma poi tutto cambia, la corda si
spezza e…
Avevo letto un altro romanzo di quest’autrice, “per dieci
minuti” e ricordo che mi era rimasta un’impressione di incompiutezza.
Impressione che, purtroppo, ritrovo anche in questo “la zona cieca”, o meglio,
credo che a distanza di tempo non ricorderò granché di questo libro. L’ho letto
in poche ore, non per uno sfrenato entusiasmo o per un coinvolgimento fuori
dalle righe, ma perché in effetti è scritto bene, in modo scorrevole e mi interessava
capire come si sarebbe evoluta la storia… ma alla fine della fiera cosa rimane?
Un senso di grigio, di vuoto e di occasioni perse, due persone che si sono
devastate a vicenda e che ora si allontanano. Il risvolto di copertina parla di
una scommessa vinta e di grandi rivelazioni… io in questo libro ho trovato una
storia di disamore in cui una donna annienta se stessa per amore di un uomo che
non la apprezza e la umilia ad ogni occasione. Ho trovato poca originalità,
salvo le conversazioni per radio, il diario e gli sms sul telefono di Lorenzo e
poco altro… Bella l’idea della zona cieca, ma non c’è, a mio parere, nulla di
innovativo, neppure il finale: non volevo per forza il lieto fine, ma mi
sarebbe piaciuto almeno che tutto si concludesse bene, tanto perchè fosse valsa
la pena di scontrarsi con tutto questo degrado. Lo consiglio? Mah… nì: sarei
tentata di dire di no, ma magari qualcuno ci trova qualcosa in più rispetto a
me, non si sa mai!
Opera recensita: “la zona cieca” di Chiara Gamberale
Editore: Bompiani, prima ed. 2008
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: Roma-San Liberato (Umbria)
Pagine: 254
Prezzo: 9,00 €
Consigliato: sì/no.
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