Sinossi:
Nei mesi che precedettero il suo arresto e la deportazione
ad Auschwitz, Irène Némirovsky compose febbrilmente i primi due romanzi di una
grande «sinfonia
in cinque movimenti» che doveva narrare, quasi in presa
diretta, il destino di una nazione, la Francia, sotto l’occupazione nazista:
Tempesta in giugno
(che racconta la fuga in massa dei parigini alla vigilia
dell’arrivo dei tedeschi) e Dolce (il cui nucleo centrale è la passione, tanto
più bruciante quanto
più soffocata, che lega una «sposa di guerra» a un ufficiale
tedesco). La pubblicazione, a sessant’anni di distanza, di Suite francese, il
volume che li
riunisce, è stata in Francia un vero evento letterario. Non
è difficile capire perché: con Suite francese ci troviamo di fronte al grande
«romanzo popolare»
nella sua accezione più nobile: un possente affresco, folto
di personaggi memorabili, denso di storie avvincenti, dotato di un ritmo
impeccabile, nel quale
vediamo intrecciarsi i destini di una moltitudine di
individui travolti dalla Storia. Su tutti – il ricco banchiere e il giovane
prete, la grande cocotte
e la contadina innamorata, lo scrittore vanesio e il ragazzo
che vuole andare al fronte e scopre invece le gioie della carne fra le braccia
generose di
una donna di facili costumi – Irène Némirovsky posa uno
sguardo che è insieme lucidissimo e visionario, mostrandoci uno spettro
variegato di possibilità
dell’uomo: il cinismo, la meschinità, la vigliaccheria,
l’arroganza e la vanità, ma anche l’eroismo, l’amore e la pietà. «La cosa più
importante, qui,
e la più interessante» scriveva la Némirovsky due giorni
prima di essere arrestata «è che gli eventi storici, rivoluzionari, ecc. sono
appena sfiorati,
mentre viene investigata la vita quotidiana, affettiva, e
soprattutto la commedia che questa mette in scena».
Scritto fra il 1941 e il 1942 e pubblicato postumo, “suite
francese” è un quadro a tinte decise e nette di quella che fu la situazione in
Francia (e verosimilmente anche nelle altre zone occupate) durante la seconda
guerra mondiale: l’occupazione tedesca in perenne avanzata e la fuga dei
francesi verso sud, verso la zona libera, al di là della Loira. Il romanzo,
stando ai piani dell’autrice, avrebbe dovuto comporsi di cinque parti, cinque “movimenti”,
ma a noi ne sono arrivati solo due: “tempesta in giugno” che narra la fuga da
Parigi di ricchi e poveri, banchieri e ballerine, scrittori e contadini; “Dolce”
che racconta, invece, la convivenza tra francesi e tedeschi in un villaggio
occupato, descrivendo con minuziosa precisione la quotidianità di tutti i suoi
occupanti, siano essi nobili con la puzza sotto il naso, borghesi arroccati
sulle loro posizioni d’odio e disprezzo per l’invasore, o giovani ufficiali
tedeschi che, prima di essere soldati, erano uomini come gli altri.
Preziosi ed assolutamente illuminanti sono poi gli appunti
contenuti nel diario della Nemirowsky e, fortunatamente, giunti fino a noi:
grazie alle annotazioni intravediamo quale avrebbe potuto essere il prosieguo
della storia, il pensiero dell’autrice ed abbiamo, ancora una volta, la prova
della lucida freddezza con cui Irene Nemirowsky ragionava sugli eventi che descrive
nel romanzo e che viveva in prima persona. Non bisogna dimenticare, infatti,
che nonostante si fosse trasferita in Francia da molto tempo e non avesse mai manifestato simpatie per il popolo ebraico o per il bolscevismo, l’autrice era russa e di origine ebrea e per questo fu arrestata e
deportata ad Aushwitz dove morì: proprio queste vicissitudini personali,
infatti, le impedirono di terminare questa sua opera-capolavoro. Fra le pagine
di questa suite possiamo notare la non comune capacità dell’autrice di
descrivere con precise pennellate il quadro di vita quotidiana, familiare e sociale
della Francia occupata. Sono pagine che fanno riflettere perché la Nemirowsky
ci pone davanti a varie rappresentanze di umanità con tutti i loro pregi e
difetti che, nostro malgrado, potremmo ritrovare senza sforzo anche ai giorni
nostri: l’inadeguatezza, la falsità e l’arroganza di ricchi e borghesi nonché la
loro carità cristiana fatta solo per mettersi in mostra e per tacitare la coscienza;
la capacità dei contadini e dei poveri di cavarsela in ogni situazione perché da
sempre hanno dovuto lottare per ottenere ciò che sarebbe spettato loro; la
presenza di gente senza scrupoli, capace anche di imbrogliare e danneggiare il
prossimo per il proprio tornaconto e, specularmente, le immancabili persone di
cuore grazie alle quali tante vite si sono salvate.
Suite francese è un libro intensissimo che suscita ad ogni
pagina un coacervo di riflessioni sulla società e sul comportamento umano; è,
fondamentalmente, basato sulle contrapposizioni, come afferma la stessa autrice
nei suoi appunti: la contrapposizione tra le classi sociali e il loro modo di
agire; la contrapposizione tra ciò che sarebbe giusto perché conforme ad una
presunta morale e ciò che invece è giusto perché dettato dai sentimenti; ciò
che è ragionevole e ciò che non lo è… Suite francese è l’umanità che è costretta
a guardarsi allo specchio attraverso le parole di una donna dalla mente
visionaria e lucidissima, osservatrice e pittrice oculata del mondo che la
circonda, donna coraggiosa che noi abbiamo perso troppo presto proprio a causa delle brutture
che lei stessa cercava di raccontarci.
Non oso pensare a cosa sarebbe stato questo romanzo se Irene
Nemirowsky avesse avuto il tempo di completarlo. Già così, con solo due parti
su cinque, è una lettura imprescindibile per chiunque sia interessato non solo
all’argomento “seconda guerra mondiale”, ma a tentare di capire l’animo umano
attraverso una riflessione personale e profonda. Personalmente, non posso che
consigliare questa lettura a tutti… leggerò altro di quest’autrice che mi ha
molto sorpreso piacevolmente, questo è sicuro.
Editore: Adelphi, 2005
Genere: letteratura francese
Ambientazione: Francia, 1941
Pagine: 415
Prezzo: 20,00 €
Consigliato: sì.
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