Sinossi:
Nessuno vuole ammetterlo, ma a Bologna c'è un assassino
seriale: è l'Iguana, che assume di volta in volta l'identità delle sue vittime,
per sfuggire alle
«campane dell'inferno» che gli risuonano nelle orecchie.
Tocca a Grazia cercare di prenderlo, e piú delle sofisticate tecnologie che
usa, le servirà l'intuito
e la capacità di ascolto di Simone, cieco dalla nascita.
Mentre cacciatore e preda si scambiano continuamente i ruoli, vediamo la scena
ora con gli occhi
attenti e ansiosi di Grazia, ora con lo sguardo
febbricitante e doloroso dell'Iguana, o la percepiamo come un concerto di suoni
e di voci, un complicato
e fantastico arabesco mentale, quando la soggettiva è di
Simone. E la città che cosí prende forma sotto i nostri occhi, fitto reticolo
di trame e di ossessioni,
è insieme la sorprendente megalopoli italiana che si stende
su tutta l'Emilia, e anche il teatro magico dove tutte le storie possono
accadere. Un thriller
nervoso e impeccabile, una storia d'amore e solitudine, una
scrittura che sa dosare tensione emotiva e colpi di scena.
Commento:
Grazia, Simone, l’Iguana. Sono questi tre personaggi a
raccontarci questa storia macabra ed affascinante. E’ la storia di un uomo che
vuole fuggire da se stesso, di un’ispettrice di polizia che cerca di catturarlo
e di un ragazzo cieco che sente la città attraverso i suoi scanner. E’ proprio
lui, Simone, che sentirà la voce del killer e, per questo, diventerà il suo
bersaglio prioritario. In una Bologna fatta di eccessi, popolata dalla gente
più varia e più diversa, fra traffico, vicoli nascosti ed appartamenti abitati
da non si sa chi, si snoda questo noir breve ma intenso, incalzante e, per giunta,
quasi privo di violenza. O meglio, la violenza c’è, ma Lucarelli è così bravo a
nasconderla, ad accennarla, a lasciarcela intuire, che quasi non la vediamo,
tranne in momenti in cui è indispensabile. E così, leggendo questo noir, ho conosciuto l’ispettore Negro,
che di nome fa Grazia e che viene da Nardò, quindi dalla mia terra… e poi ho conosciuto
Simone, non vedente o cieco come me, che non esce quasi mai di casa ma che
conosce Bologna attraverso lo scanner, sempre acceso nella sua mansarda a
captare conversazioni, fruscii, con l’immancabile sottofondo musicale di Almost
Blue di Chet Baker, la sua canzone preferita. Simone è un personaggio
particolare che, a dire la verità, non mi ha convinto fino in fondo, così come
Grazia: lui è un po’ troppo stereotipato per i miei gusti, anche se ha una capacità
di descrivere suoni, voci e persone davvero ammirevole e singolare; lei
istintivamente mi è simpatica, ma non sono riuscita ad inquadrarla bene… anche
se, francamente, avrei ridotto un po’ i riferimenti al suo ciclo!
Nel complesso, comunque, questo libro mi è piaciuto… devo
riflettere su quanto mi sia piaciuto, ma comunque ve lo consiglio caldamente:
si legge in un pomeriggio e vale la pena, non fosse altro che per la colonna
sonora di tutto rispetto citata fra le pagine. Ah, a proposito, se qualcuno
riesce a capire qual è la versione di Summertime cui si fa riferimento, per
favore me lo dica! E’ tutto il giorno che la cerco, ma non riesco a decidere quale
sia! Ad ogni modo, lo ribadisco: leggetelo perché è un libro sui generis,
quindi è un’esperienza da provare!
Opera recensita: “Almost blue” di Carlo Lucarelli
Editore: Einaudi, prima ed. 1997
Genere: noir
Ambientazione: Bologna
Pagine: 194
Prezzo: 12,50 €
Consigliato: sì.
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