Sinossi:
Un romanzo struggente che può fare per la Palestina ciò che
il "Cacciatore di aquiloni" ha fatto per l'Afghanistan. Racconta con
sensibilità e pacatezza
la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a
lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la
triste condizione
di "senza patria". Attraverso la voce di Amal, la
brillante nipotina del patriarca della famiglia Abulheja, viviamo l'abbandono
della casa dei suoi antenati
di 'Ain Hod, nel 1948, per il campo profughi di Jenin.
Assistiamo alle drammatiche vicende dei suoi due fratelli, costretti a
diventare nemici: il primo
rapito da neonato e diventato un soldato israeliano, il
secondo che invece consacra la sua esistenza alla causa palestinese. E, in
parallelo, si snoda
la storia di Amal: l'infanzia, gli amori, i lutti, il
matrimonio, la maternità e, infine, il suo bisogno di condividere questa storia
con la figlia, per
preservare il suo più grande amore. La storia della
Palestina, intrecciata alle vicende di una famiglia che diventa simbolo delle
famiglie palestinesi,
si snoda nell'arco di quasi sessant'anni, attraverso gli
episodi che hanno segnato la nascita di uno stato e la fine di un altro. In
primo piano c'è la
tragedia dell'esilio, la guerra, la perdita della terra e
degli affetti, la vita nei campi profughi, condannati a sopravvivere in attesa
di una svolta.
L'autrice non cerca i colpevoli tra gli israeliani, racconta
la storia di tante vittime capaci di andare avanti solo grazie all'amore.
Il romanzo era stato pubblicato nel 2006 con il titolo Nel
segno di David.
Commento:
Forse non è bello da dire, ma prima di sedermi a scrivere queste
righe ho dovuto uscire, fare una passeggiata e riprendere il contatto con l’oggi
staccandomi dalla storia quel tanto che basta per rifletterci. “Ogni mattina a
Jenin” è un libro che mi ha scosso molto perché racconta, in modo assolutamente
realistico, delicato e struggente, la storia di oltre cinquant’anni di angherie
e soprusi perpetrati da Israele alla Palestina. O forse dovrei dire “dagli
ebrei agli arabi, ai palestinesi”! Perché il responsabile di tante vite
perdute, della distruzione di un popolo, dell’escalation di violenza e terrore
che ne è seguita, è sia lo Stato di Israele, sia coloro che lo hanno creato:
gli ebrei. Ebbene sì, proprio coloro che avevano subito gli orrori della
persecuzione nazista, tornati in patria reclamarono con la forza una terra che
era già d’altri, scacciando barbaramente chi vi abitava ed appropriandosi di
terre, beni e case e distruggendo vite, sogni, progetti, sacrifici. E non fu un
episodio isolato: l’oppressione dei palestinesi non si limitò al 1948, ma dura
ancora oggi!
E’ di questo che parla questo libro: racconta la storia di
un villaggio sottratto nel 48 ai suoi abitanti che trovarono rifugio a Jenin.
Jenin divenne un campo profughi dal quale quelle famiglie non andarono più via,
o se lo fecero era per combattere e non tornare comunque. In quest’ambiente
fatto di tende, strade d’argilla, distruzione e rinascita nasce e cresce Amal,
intrepida, coraggiosa, ma anche fragile e chiusa, segnata da sofferenza e perdita.
Amal ci racconta la sua storia e quella della sua famiglia, dapprima con una certa
leggerezza apparente, quasi con l’indifferenza dettata dall’abitudine, poi man
mano che cresce, con sempre maggiore partecipazione ed indignazione. E’ una
storia triste, ma affascinante, dalla quale sarà difficile staccarsi e
soprattutto restare indifferenti. Alcuni passi sono davvero toccanti e fanno
comprendere bene cosa abbiano dovuto subire i profughi, i “senza patria” i
rifiutati dalla terra. Un libro ben scritto, appassionante e scorrevole, almeno
nella prima parte, straziante nella seconda. Una lettura che va affrontata come
vanno affrontati tutti i problemi e gli orrori del mondo. Consigliato a tutti, perché
non eccessivamente sdolcinato né freddo o impostato. E’ una storia di vita e di
morte, di distruzione e speranza, di amore, amicizia, fratellanza ed anche di
guerra… è una storia di eternità.
Opera recensita: “Ogni mattina a Jenin” di Susan Abulhawa
Editore: Feltrinelli, 2011
Genere: romanzo storico-narrativa mediorientale
Ambientazione: Palestina-Stati Uniti
Pagine: 390
Prezzo: 17,00 €
Consigliato: sì.
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