Sinossi:
Ama i libri. Vive di letteratura. E risolve delitti. Torna
l'irresistibile investigatrice creata da Alice Basso.
La sua nuova sfida è creare un ricettario dalle memorie di
un'anziana cuoca. Un'impresa ardua, quasi impossibile. Perché Vani non ha mai
preso una padella
in mano, e non le è chiarissimo il significato di parole
come scalogno o topinambur. Ma inaspettatamente, mentre esegue l'incarico con
il conforto morale
di un gourmet come il commissario Berganza, una rivelazione
cattura il suo interesse: la cuoca confessa un delitto. Un delitto che riguarda
una delle famiglie
più in vista di Torino, e che per la cronaca ha un altro
colpevole. Berganza abbandona i fornelli per indagare, e adesso è lui ad aver
bisogno di Vani,
del suo dono che le permette di osservare le persone e
scoprirne i segreti più nascosti. Eppure la strada che porta alla verità è
lunga e tortuosa. A volte
la vita assomiglia a un giallo, piena di falsi indizi: solo
l'intuito di Vani può smascherarli.
Commento:
Vi ho parlato, giusto poche settimane fa, di
“l’imprevedibile piano della scrittrice senza nome”, il primo libro di Alice
Basso, nonché primo volume con protagonista Vani Sarca. Ebbene, eccovi il
secondo! Per i più distratti, Vani è una bravissima gostwriter per una famosa casa
editrice di Torino: non è esattamente una fatina dei fiori, né una grigia
impiegata tutta scrivania e moine per ingraziarsi il capo. No, è la sosia
perfetta di Lisbeth Salander (che ho conosciuto grazie a Vani), è una specie di
pipistrello sociopatico con un problema con il cibo. Però Vani fa benissimo il
suo lavoro: entra nella testa degli scrittori di cui deve scrivere i libri e lo
fa così bene che, nonostante lo scandalo che ha causato appena un mese fa, il
suo editore è costretto a riprendersela pagandole pure un aumento. Ora Vani
deve scrivere un nuovo libro, un romanzo-memoriale di una notissima e
rispettabilissima e schifosissimamente ricca famiglia di Torino, raccontato dal
punto di vista della loro cuoca Irma. Va da sé che il libro dovrà contenere
anche numerose ricette che ovviamente Irma non descrive perfettamente sia
perché ha ottantuno anni ed è un po’ svanita, sia perché era così brava nel
prepararle che le sue mani lavoravano da sole. Come fare? No problem, il caro
commissario Berganza, che di nome fa Romeo (grande amante della letteratura,
patologia ereditaria a quanto pare), è anche un esperto di cucina. Ma… qualcosa
non va esattamente come previsto e la nostra Vani, insieme all’enigmatico (ma
un po’ meno del primo libro) commissario, dovranno indagare. E anche sul piano
personale, non tutto ciò che sembra passato lo è veramente… ma ho già detto
troppo!
Beh, che dire… prima di cominciare la lettura, pensavo fra
me: “fa che questo libro non sia la solita trovata commerciale, fa che Vani sia
sempre la solita folle che vorresti avere come amica, fa che non si cada nel
banale…!”. Ora, a fine lettura, sento una voce nel mio cervello che, in tono di
scherno, mi ripete:”Ah, donna di poca fede!”. Ecco, sto quasi parlando come
Vani, ma la cosa non mi dispiace. Ok, questa recensione non sarà il massimo
dell’obiettività, ma non so in che altro modo potrei caldamente consigliarvi la
lettura di questo libro e del precedente… e pure del prossimo che esce fra tre
giorni! Adoro Vani ed adoro Berganza ed adoro lo stile di Alice Basso che
scrive magistralmente: nelle sue mani una storia che poteva sembrare già vista
è diventata qualcosa di unico, fresco, spassoso e per nulla banale o scontato.
Ed alla fine ti ritrovi a ritardare la fine del libro, a conservarti qualche
pagina per il giorno dopo, perché ne vorresti ancora ed ancora… Quanto a
Berganza, non vi svelo niente, ma… io tifo per lui!
Beh, menomale che sta per uscire il prossimo libro, “Non
ditelo allo scrittore”! Voi, intanto, leggete i primi due, poi io vi parlerò
del terzo!
Opera recensita: “Scrivere è un mestiere pericoloso” di
Alice Basso
Editore: Garzanti, 2016
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: Torino
Pagine: 341
Prezzo: 16,40 €
Consigliato: assolutamente sì.
Nessun commento:
Posta un commento