Sinossi:
Daniel
è un adolescente, vive a Londra e non ha mai conosciuto suo padre. Dopo la
morte della madre, è stato affidato a uno zio, assolutamente incapace di fargli
da genitore.
Vittima di episodi di bullismo, il ragazzo cade nella trappola di
un uomo che lo trascina in un mondo torbido e pericoloso, una dimensione di
vuoto totale, carnalità e vizio. Solo nel blu della piscina dove ogni mattina
all’alba va a nuotare, Daniel riesce a evadere da quella realtà: lì,
sott’acqua, con la musica nelle orecchie, i mostri non ci sono più e si può
rinascere, puliti e trasparenti.
La voglia di sfogare il proprio disagio e di reagire, per Daniel
passa anche dalla rete, dove affida i suoi pensieri a un blog e dove un giorno
– inviando una richiesta di amicizia su facebook – riesce a mettersi in
contatto con Fran, una vecchia amica di sua madre che oggi vive a New York e fa
la discografica. Davanti a uno schermo e a una tastiera, Daniel e Fran si
scambiano ricordi e confessioni e, nel raccontarsi, gli anni, i chilometri, le assenze
si azzerano, mentre ognuno dei due è lì per restituire qualcosa, per colmare un
tassello che manca nella vita dell’altro.
Un romanzo pieno di musica (quella degli Afterhours), che fa da
colonna sonora a un’amicizia capace di superare distanze geografiche e
generazionali.
Commento:
Mentre
leggevo, dopo un anno di fervida attesa, questo libro, mi sono spesso ritrovata
a pensare: "Cosa scriverò alla fine? Come racconterò la storia, le
sensazioni che ho provato, il legame profondo che fra queste pagine ritrovo con
la mia vita, con la mia esperienza personale, con la musica, con Francesca, con
gli Afterhours? Come imprimerò tutto questo sulla carta?". Ci sto ancora
pensando, un po' più commossa di qualche ora fa, e intanto scrivo… mi affido
alle parole, proprio come fanno Daniel e Fran… loro sapranno trovare la strada.
La
storia la leggerete dalla quarta di copertina, è l'incontro catartico e
curativo tra Fran - una donna over 50 che, partita da Bari negli anni 80, è approdata
a Londra dove ha trovato un'amica speciale ed ha creduto di trovare casa nella
musica e che invece ora vive vedova a New York, occupandosi sempre di musica –
e Daniel, un adolescente londinese rimasto orfano, solo e perduto. Due anime in
cerca di equilibrio, di affetto, di condivisione che, annullando il tempo e lo
spazio, si incontrano grazie ad un social network. Cosa li unisce? Cosa
accomuna due vite e due mondi così distanti? Le storie comuni, il ricordo di
una donna che per entrambi è stata importante, e soprattutto la musica. La
musica che da sempre è stata faro nella
vita di Fran, le sarà utile quando, grazie ad una richiesta d'amicizia su facebook,
raccoglierà la muta richiesta d'aiuto di quel ragazzo senza più punti di
riferimento, di quel ragazzo che non conosce ma che la riporta di colpo ai suoi
vent'anni e a quell'amica con cui ha condiviso tutto, di quel ragazzo che sta
precipitando in un abisso di perdizione dal quale, pur volendolo con tutto se
stesso, non riesce ad uscire. Saranno le cose che Fran gli racconta su sua
madre e sulla loro amicizia a restituire a Daniel un po' di quella donna che ha
perduto; saranno i testi degli Afterhours, che lei gli invia, saranno quelle
parole come squarci nel buio a guidare Daniel fuori dal fango che lo stava
stritolando. E Fran? Anche a lei quest'incontro fa bene: è un ciclo che si
chiude, è una sorella che le viene restituita attraverso il figlio, è un figlio
non suo che può essere aiutato, che può essere salvato… è la vita che dà e che
toglie, che addolora e sorprende… è vita che scorre, è balsamo, cura e
sollievo. I temi affrontati in questo libro sono tantissimi, la malattia, la
morte, l'abuso nelle sue tante forme, tutte distruttive… e latecnologia che non
è sempre il male assoluto, ma che se usata bene può essere fonte di incontro,
di conoscenza, di arricchimento. E sopra a tutto questo c'è la potenza delle
parole, quelle dei testi, prima quelli scritti da Fran e poi quelli di Manuel
Agnelli; quelle profonde, dolorose, rabbiose con cui Daniel nel suo blog
descrive lo schifo in cui è caduto; quelle che Fran scrive a Daniel per
raccontare, lenire, confortare… quelle parole che Francesca Palumbo plasma e
modella abilmente e che nelle sue mani sono ingredienti per creare bellezza. La
conosco personalmente da anni, Francesca. I pochi momenti che abbiamo trascorso
insieme fisicamente mi sono sembrati sempre troppo brevi, è una di quelle
persone con cui parleresti di tutto all'infinito, con cui nasce un'empatia a
pelle, un'energia condivisa che non vorresti spezzare mai. Proprio grazie a
quel social network che nel suo libro fa da ponte fra due mondi, la seguo
assiduamente e leggo con ammirato stupore i suoi pensieri: adoro il suo modo di
scrivere, di pensare, di essere, perciò vi lascio immaginare la gioia quando ho
scoperto che avrebbe scritto un libro che parlava di musica e, di più, in cui
c'erano gli Afterhours che adoro. Cosa poteva venirne fuori se non una perla? Bene,
se è vero che esistono i libri del cuore, La tua pelle che non c'è è uno dei
miei. Si è capito che ve lo consiglio?
Opera
recensita: "La tua pelle che non c'è" di Francesca Palumbo
Editore:
Besa, 2018
Genere:
narrativa italiana
Ambientazione:
Londra-Stati Uniti, anni 80-giorni nostri
Pagine:
184
Prezzo:
16,00 €
Consigliato:
sì
Voto
personale: 10.
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