Sinossi:
Dooling è una piccola
città fortunata del West Virginia, con una splendida vista sui monti Appalachi
e lavoro per tutti. È a Dooling, infatti, che qualche anno fa è stato costruito
un carcere all’avanguardia destinato solo alle donne, che siano prostitute o
spacciatrici, ladre o assassine, o ancora tutte queste cose insieme. Ed è una
di loro, in una notte agitata, ad annunciare l’arrivo della Regina Nera. Per il
dottor Norcross, lo psichiatra della prigione, è routine, un sedativo dovrebbe
sistemare tutto. Per sua moglie Lila, lo sceriffo di Dooling, poteva essere un
presagio. Perché poche ore dopo, da una collina lì vicina, arriva una chiamata
al 911, ed è una ragazza sconvolta a urlare nel telefono che una donna mai
vista ha ammazzato i suoi due amici, con una forza sovrumana. Il suo nome è
Evie Black. Intorno a lei svolazzano strane falene marroni e sembra venire da
un altro mondo. Lo stesso, forse, dove le donne a poco a poco finiscono,
addormentate da un’inquietante malattia del sonno che le sottrae agli uomini.
Un sonno dal quale è meglio non svegliarle. Anonymous Content (casa di
produzione di True Detective e Mr. Robot in TV e di Revenant e Spotlight al
cinema) si è assicurata i diritti di Sleeping Beauties, per farne una serie con
la collaborazione di Stephen e Owen King.
Commento:
E' difficile descrivere questo romanzo, spacciato per "favola
nera", "ritorno in grande stile", "romanzo epico"
eccetera, eccetera. E' difficile descriverlo perché, a fine lettura, le emozioni
– nessuna delle quali positiva – sono tante: c'è la delusione per un libro che non
sarebbe completamente da buttare, ma che avrebbe potuto essere molto, ma molto
migliore; c'è la disillusione e anche un filo di sdegno per la lampante
operazione di marketing che vede Stephen King associare il suo nome a quello
del figlio Owen che non conoscevo prima di oggi, ma che evidentemente ha
bisogno di pubblicità; c'è, però, soprattutto una potentissima, svilente noia. Ok,
non tutte le ciambelle riescono col buco, anche se ti chiami Stephen King, però
se una storia risulta appena accettabile dal punto di vista stilistico e per il
resto è banale, prevedibile e noiosa, su 652 pagine queste sensazioni si
spalmano meglio, si avvertono di più, la lunghezza fa da cassa di risonanza.
Così un buco nell'acqua travestito da caso editoriale – che se fosse stato più
breve si sarebbe potuto considerare un passabile incidente di percorso - diventa
un libro da non consigliare assolutamente, né ai neofiti del Re, né ai suoi
affezionati come la sottoscritta. Troppi personaggi, una lentezza esasperante,
una trama sfruttata male e resa troppo poco inverosimile e priva di mordente, troppe
troppe pagine… allungare il brodo a volte non serve, anzi è controproducente.
Sarebbe potuto essere un buon libro, avrebbe potuto fornire molti spunti sul
femminismo e sull'eterna diatriba uomo/donna, ma il tutto è affogato in una
storia davvero mal gestita. Mi dispiace molto, ma stavolta King (Stephen) ha
toppato… e non mi è venuta voglia di leggere il figlio.
Opera recensita: "Sleeping beauties" di Stephen e
Owen King
Editore: Sperling & Kupfer, 2017
Genere: horror, fantascienza
Ambientazione: Stati Uniti
Pagine: 652
Prezzo: 21,90 €
Consigliato: no.
Voto personale: 5.
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