Sinossi:
Li chiamano «cold case», e
sono gli unici di cui posso occuparmi ormai. Casi freddi, come il vento che
spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne.
Violenze sepolte dal tempo e che d'improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà
di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato
di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che
analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel
folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi
porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo
Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling.
Ogni giorno cammino sopra l'inferno, ogni giorno l'inferno mi abita e mi
divora. Perchè c'è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il
mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi
venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l'ultima
indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non
poter salvare nessuno, nemmeno me stessa. Dopo Fiori sopra l'inferno -
l'esordio italiano del 2018 più amato dai lettori - torna la straordinaria
Teresa Battaglia: un carattere fiero e indomito, a tratti brusco, sempre
compassionevole. Torna l'ambientazione piena di suggestioni, una natura fatta
di boschi e cime montuose, di valli isolate e di bellezze insospettabili.
Tornano soprattutto il talento, l'immaginazione e la scrittura piena di grazia
di una grande autrice.
Commento:
E' difficile esprimere lucidamente le emozioni evocate da
questo libro: sono troppe e tutte forti. Teresa Battaglia, l'inferno con cui
lotta ogni giorno – quello fuori e quello dentro di sé -, il sentimento materno
verso la sua squadra e verso quell'ispettore più debole degli altri eppure più
simile a lei, tutto in questo libro scatena sin dalle prime pagine un profluvio
di sensazioni che impediscono di staccarsene, anche a lettura ultimata.
Teresa Battaglia è tornata, più malandata di quando
l'avevamo lasciata, eppure sempre combattiva, guerriera; stavolta è alle prese
con un caso anomalo, uno di quelli che oggi si chiamano Cold cases, ma che in
realtà è una "morte antica": un quadro che si credeva scomparso viene
ritrovato e, sottoposto a perizia per stabilirne valore ed autenticità, rivela
un legame di sangue che riporta a settant'anni prima, alle lotte partigiane nei
boschi del Carso. Ma le radici di questa storia triste e dalla forza dirompente
vanno cercate nei riti che per millenni hanno unito le donne in una catena di
vita, morte, potere, salvezza e dolore. Spetterà a Teresa e alla sua squadra,
con nuovi acquisti che nascondono pregi e difetti e con le vite private
squassate da nuovi sviluppi, riportare la pace in una valle violata.
Lo avevamo già sperimentato in Fiori sopra l'inferno, ne
abbiamo la conferma in Ninfa dormiente: Teresa Battaglia, la squadra, l'ambientazione
sono ormai indimenticabili perché restano intrappolate nel cuore di chi legge
le loro storie; tutto merito della scrittura di Ilaria Tuti che, ancora una
volta, ci conduce a passo sicuro tra le insidie di una natura lussureggiante e
selvaggia, tra le pieghe di una cultura al femminile, di un misticismo soverchiante
che ha fatto del mistero e del saper custodire i segreti la propria arma di
sopravvivenza. Ma davvero, non bastano le parole per descrivere tutto questo,
bisogna leggerlo… fantastico!
Opera recensita: "Ninfa dormiente" di Ilaria Tuti
Editore: Longanesi, 2019
Genere: thriller
Ambientazione: Friuli, confine con la Slovenia, valle di
Resia
Pagine: 380
Prezzo: 18,60 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9,5.
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