simposio lettori copertina

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sabato 29 febbraio 2020

RECENSIONE: ERIN STEWART - IO SONO AVA


Sinossi:
Ava era mille cose. Era una ragazza che adorava cantare. Era una ragazza con tanti amici. Ora è solo la ragazza con le cicatrici. È passato un anno dall’incendio in cui ha perso i genitori. Un anno in cui Ava ha tagliato i ponti con il mondo perché le fa troppa paura. Ora è costretta a tornare a scuola. Una scuola nuova dove non conosce nessuno. Una scuola che – ne è sicura – sarà piena di ragazzi che non faranno altro che osservare il suo viso per poi allontanarsi spaventati. Chi vorrebbe mai fare amicizia con lei? Quali nuovi modi di prenderla in giro si inventeranno i suoi compagni? Non appena si avventura in quei corridoi i suoi incubi si avverano: non incrocia nessuno sguardo e, al suo passaggio, sente solo sussurri. Fino a quando i suoi occhi non incontrano quelli di Asad e Piper, gli unici ad avere il coraggio di andare oltre il suo aspetto. Di vedere la vera Ava dietro le cicatrici. Perché anche loro si sentono soli e incompresi. La loro amicizia la aiuterà a ricominciare. Le farà capire che nessuno è diverso, ma ognuno è unico così come è.
La storia di una ragazza che scopre la forza che ha dentro di sé. La storia di un’amicizia più forte di tutto. Il libro che dalla stampa e dai lettori è stato definito il nuovo Wonder.

Commento:
Ava la ragazza bruciata, Ava la ragazza con le cicatrici, Ava la vittima di un incendio che le ha portato via i genitori e la cugina, Ava l'unica sopravvissuta. Ava. Semplicemente Ava. Sedici anni sono, probabilmente, l'età peggiore per avere la faccia devastata e il corpo deturpato da una mappa di cicatrici, innesti, postumi di diciannove interventi chirurgici. Però Ava non ha scelto di scampare per miracolo ad un incendio a sedici anni, non l'avrebbe scelto mai, se avesse potuto. E anche Cora e Glen, i suoi zii, non hanno scelto di perdere, in quello stesso incendio, Sara, la loro unica figlia. Non hanno scelto di farsi carico di Ava, la loro nipote adolescente che ha bisogno di molte cure costose, attenzioni, pazienza, comprensione. Eppure, per colpa di un attimo, di un cortocircuito causato da uno stupido errore di un elettricista tanti anni prima, due famiglie sono distrutte, tre vite si sono spente nella notte e una quarta è decisamente tutta in salita. E allora cosa si può fare? Ci si può chiudere in casa, avvolta dalle cure della zia Cora, senza bisogno di vedere nessuno, senza bisogno che nessuno veda la faccia devastata o stringa una mano deforme, oppure si può uscire, affrontare il mondo, affrontare gli altri per affrontare l'oscurità che sta dentro di noi. Ava non vorrebbe, sa bene a cosa va in contro, ma torna a scuola: lo chiamano "reinserimento", ma dovrebbero chiamarlo battaglia all'ultimo sguardo, all'ultimo risolino, all'ultimo imbarazzo. A scuola, in mezzo a quei corridoi lunghissimi e insidiosi, Ava incontra Asad, il ragazzo dalla pelle scura e gli occhi nocciola, e Piper, la ragazza in sedia a rotelle con una guaina compressiva rosa shocking. Non sa cosa sia successo loro, non sa perché scelgano di rivolgerle la parola, di coinvolgerla, ma dovrà ringraziarli per sempre per non averle permesso di chiudersi nella confort zone del vittimismo. Ma Ava, in quella scuola, imparerà la lezione più importante di tutte, quella che non scorderà: quando soffriamo, quale che sia la nostra sofferenza, siamo portati a pensare di essere gli unici toccati dal dolore, che gli altri siano felici, che la loro vita vada avanti anche senza di noi, e non ci accorgiamo che anche loro hanno bisogno di noi, anche loro hanno bisogno di averci nella loro vita. Ognuno combatte le proprie battaglie ed ha bisogno di alleati. Sostenendosi a vicenda è più facile vincere.
Io sono Ava è un romanzo di formazione, un libro sull'amore per la vita, sull'attaccamento alla vita anche al di là della razionalità; è un libro sull'amicizia, sulle seconde possibilità, sul dolore e sulla forza d'animo. Non posso che accodarmi ai nomi – anche autorevoli – che l'hanno consigliato prima di me, ma voglio fare una rassicurazione a chi starà pensando che "è il solito libro strappalacrime": no, questo è un libro contro il pietismo e il falso buonismo, è ironico e doloroso, insieme, perché l'ironia - e l'autoironia soprattutto - è l'arma più potente contro il dolore.


Opera recensita: "Io sono Ava" di Erin Sterart
Editore: Garzanti, 2020
Genere: narrativa straniera, romanzo di formazione
Ambientazione: Stati Uniti
Pagine: 336
Prezzo: 14,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9.


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