Sinossi:
Il 1913 fu l'anno che cambiò per sempre il destino della
piccola comunità armena della città di Van. Una famiglia pronta a sacrificare
tutto pur di restare unita, un ufficiale ottomano senza scrupoli e un giovane
turco trovatosi soldato controvoglia, sono i protagonisti marginali di uno dei
più grandi crimini del XX secolo: il genocidio armeno.
Commento:
In ogni guerra, si sa, quale che sia il punto di vista, ci
sono buoni e cattivi, occupanti e occupati, invasi ed invasori. Ma si può
davvero dire che all'interno di un popolo ci siano solo buoni o solo cattivi?
Questo bel romanzo storico ci dimostra che la risposta è no.
Tutti conosciamo, anche per sommi capi, la tristissima
vicenda del genocidio armeno ad opera dei turchi ottomani perpetratosi nel 1915,
il primo genocidio riconosciuto dalla comunità internazionale. Sappiamo poco,
però, di come si arrivò a quella strage, degli anni che la precedettero e la
introdussero. L'anima di carta è ambientato proprio in quegli anni, più
precisamente nel 1913, a Van, una pacifica e suggestiva cittadina al confine
orientale dell'Impero ottomano. Per ragioni che il romanzo cerca di sondare, il
triunvirato al potere inventò una minaccia armena e millantò la necessità di
difendere i confini, invadendo così di fatto città che non erano assolutamente
insorte. Da un giorno all'altro, quindi, cittadine ospitali ed amene si
ritrovarono militarizzate e chi, cercò di salvaguardare la propria città mantenendo
rapporti accettabili coi turchi venne accusato di collaborazionismo e
tradimento. In un clima di diffidenza e pressione, a Van arriva anche il giovane
figlio di uno dei triunviri insieme al suo saggio precettore. I due sono
animati da ottime intenzioni, tanto più che il giovane ama l'arte e non avrebbe
mai voluto intraprendere la carriera militare, si trova qui però a dover fare
buon viso e cattivo gioco pur di smorzare l'atteggiamento dominante e violento
dei soldati e preservare la città da una violenza che gli sembra assurda e
immotivata. Ben presto, quanto più strette si fanno le relazioni tra alcuni
armeni e i due ottomani "buoni", tanto più forti si fanno le
rimostranze da entrambe le fazioni, finché la situazione precipita
drammaticamente. Non solo romanzo storico, L'anima di carta racconta il dramma
interiore di chi si ritrova a vestire abiti non suoi, di chi pur non volendo, è
costretto ad andare contro se stesso. La guerra, le privazioni, la violenza si
contrappongono al coraggio, all'altruismo, alla vittoria dei valori sacri come
l'amicizia. Un romanzo ben scritto, curato nella ricerca storica, piacevole da
leggere e che trasmette messaggi positivi di rinascita, coraggio, resistenza
del bene all'odio. Un'ottima lettura che non posso che consigliare.
Opera recensita: "L'anima di carta" di Francesco
Plastina
Editore: Independently publisched, 2019
Genere: romanzo storico
Ambientazione: Turchia-Armenia, 1913
Pagine: 238
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.
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