Sinossi:
Cosa può fare uno scrittore
per aiutare il proprio paese a ritrovare la pace? David Grossman ha una
risposta, semplice e profonda come tutte le grandi verità: scrivere,
raccontare, creare storie e personaggi in grado di far entrare i lettori nella
pelle di un altro, farli pensare con la testa di un altro, far loro guardare la
realtà con gli occhi di un altro. Anche se l'altro è un nemico. "Quando
abbiamo conosciuto l'altro dall'interno, da quel momento non possiamo più
essere completamente indifferenti a lui. Ci risulterà difficile rinnegarlo del
tutto. Fare come se fosse una "non persona". Non potremo più
rifuggire dalla sua sofferenza, dalla sua ragione, dalla sua storia. E forse
diventeremo anche più indulgenti con i suoi errori." I milioni di lettori
di Grossman sanno che è possibile, per un personaggio inventato, diventare -
come per miracolo - una persona vera, viva e intimamente familiare: un miracolo
che solo la letteratura può compiere, e che incanta gli uomini da sempre. Ma
che è anche un dono prezioso per chi vive in un paese in guerra, un dono capace
di accendere una speranza e indicare una via di uscita dal tragico labirinto
del conflitto tra israeliani e palestinesi. Scrivere diventa, allora, un mezzo
per rendere il mondo meno estraneo e nemico, il dolore meno paralizzante e
insopportabile, il linguaggio meno povero e fossilizzato dagli stereotipi
dell'odio e della paura."
Commento:
Completamente diverso da
come me l'immaginavo, questo breve saggio – o raccolta di saggi e discorsi – è interessante
perché offre un'analisi lucida della situazione in Medio Oriente, ma
soprattutto della società di oggi e di come questa si pone di fronte alle
guerre, ai soprusi, all'altro. Ritorna spesso questo concetto di
"altro", quell'altro così diverso da noi, quello che in un attimo
diventa il nostro nuovo nemico, del quale, però, conosciamo solo una porzione
di mondo. E allora come rapportarsi agli altri senza estremizzarne i rapporti?
Cercando di pensare, guardare, sentire come l'altro, dal suo punto di vista
così diverso dal nostro. E uno scrittore cosa può fare in questi termini? Può
scrivere storie, storie che permettano di immedesimarsi nell'altro, che ne
raccontino vita e difficoltà, storie scritte o narrate che qualcuno leggerà,
ascolterà e ripeterà così da allargare la conoscenza.
Belle, profonde e molto
condivisibili queste considerazioni, peccato che occupino una minima parte – quella
iniziale – del volume che si addentra poi, in modo forse troppo specifico e
circostanziato per chi ne possiede una conoscenza sommaria, nel mondo di
Israele, nel tema della guerra, di quella guerra che da decenni soggioga quei
territori. Una bella raccolta di contributi che, però, necessita di essere
meditata e metabolizzata, va riletta anche alla luce dei problemi quotidiani
della società moderna. Consiglio questo libro solo a chi abbia dimestichezza
con il conflitto israelo-palestinese, giacché non è sempre semplice da
comprendere. Molto affascinante, invece, il primo dei quattro saggi analizzati.
Opera recensita: "Con
gli occhi del nemico" di David Grossman
Editore: Mondadori, 2007
Genere: saggio
Pagine: 115
Prezzo: 9,50 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7,5.
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