Sinossi:
Il silenzio può essere più
forte di mille bugie. È per questo che Frank un giorno, senza preavviso, decide
di smettere di parlare alla moglie Margot. La ama da quarant’anni, ogni istante
più del primo. Insieme sono tutto, e da sempre sono convinti che l’amore sia
sufficiente. Ma arriva il momento in cui non è più così: Frank continua a
condividere con Margot il momento della cena, si sveglia nello stesso letto, ma
nemmeno il più piccolo sussurro esce dalla sua bocca. Con gli occhi le fa
capire che il sentimento non è mutato, ma null’altro. La donna non ha idea di
quale possa essere il motivo di quel cambiamento e ogni sua richiesta di
spiegazioni cade inesorabilmente nel vuoto. Per questo Margot decide di fare
qualcosa di altrettanto estremo: prende delle pillole. Troppe pillole. In quel
preciso momento Frank capisce che non può perderla, che non esistono bugie
tanto gravi da allontanarlo da lei per sempre. Perché anche nel matrimonio più
sincero e più solido ci sono delle ombre, delle verità che, per proteggere
l’altro, si è deciso di tacere. Quando si pronuncia quella fatidica promessa si
crede davvero che essa sia forte a sufficienza da superare qualunque cosa. Ma
ogni giorno è una nuova sfida. Ogni passo verso una nuova famiglia da creare è
un salto nel vuoto. Ogni progetto condiviso è un azzardo. In nome di
quell’amore si può sbagliare. Perché nulla più dell’amore ci fa fallire nel
tentativo di fare la cosa giusta.
Commento:
Questo romanzo, uscito solo
pochi giorni fa per Garzanti, è un esordio potente, scritto con una prosa
cristallina, senza sbavature né incertezze, da una penna sicura e molto, molto
sensibile. È forte, in queste pagine, la sensazione che sia la storia stessa,
questa storia agrodolce e così comune, a voler uscire, a voler essere
raccontata, letta, assorbita, interiorizzata.
Frank e Maggie sono due
persone comuni che più comuni non si può: potrebbero tranquillamente essere i
miei o i vostri genitori. Due persone che si conoscono, si piacciono e per una
serie di circostanze decidono di sposarsi, di sostenersi a vicenda e di
superare tutte le difficoltà. Il loro matrimonio va avanti per quarant'anni e
di difficoltà ce ne saranno tante, alcune molto importanti, ma in qualche modo,
a vederli dall'esterno, Frank e Maggie sembrano farcela, sembrano superare
tutto ciò che investe la loro famiglia. Internamente, però, tra di loro e
singolarmente, sono distrutti, prostrati, la loro anima sanguina. C'è un
fallimento che pesa sulla coscienza di entrambi anche se tra loro non ne
parlano: la deriva tormentata della loro unica, amatissima figlia. Per ragioni
diverse il peso della colpa e del fallimento logora queste due vite fino a
condurle a un gesto estremo: Frank, da un giorno all'altro, smette di parlare
alla moglie; il sentimento, l'amore furioso, l'affetto inesauribile c'è ancora,
ma lui non proferisce più neanche un mugugno. Sei mesi dopo, la donna ingurgita
otto pillole del suo sonnifero. È solo quando sta per perderla che Frank
capisce che, qualunque peso porti sulla coscienza, non può perdere la sua
Maggie. E comincia a parlare… parlare… parlare.
Per tutti i giorni della mia
vita è un romanzo, è vero, ma la potenza e il realismo dei sentimenti e delle
vicende raccontate lo rende più simile ad un memoriale, ad una confessione: è
una storia di fantasia che potrebbe tranquillamente essere vera… purtroppo. Un
plauso particolare all'autrice che, cosa ancor più rara in un'opera prima, ha
saputo raccontare così bene i sentimenti e rendere così vividi i suoi
personaggi, al punto che sembra davvero di conoscerli; ottimo, poi, il lavoro
del traduttore Stefano Beretta che ci ha regalato tutta l'intensità evocativa
di questa prosa splendida. Lettura emozionalmente impegnativa, ma senza dubbio
consigliata.
Opera recensita: "Per
tutti i giorni della mia vita" di Abbie Greaves
Editore: Garzanti, 2020
Genere: narrativa straniera
Ambientazione: Inghilterra
Pagine: 288
Prezzo: 17,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9.
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