Sinossi:
Anno 1900. Serata a casa di
Pellegrino Artusi, tra gli invitati Paolo Mantegazza, suo caro amico,
professore di Fisiologia (e anche antropologo e scrittore) e Arturo Gazzolo,
proprietario di una industria conserviera nel Casentino. Nel corso della cena si
parla delle nuove tecniche di conservazione dei cibi, dal ghiaccio secco per i
gelati al sottovuoto per le carni; Gazzolo vorrebbe avere il parere di Artusi
su una nuova linea innovativa di manzo in gelatina che ha sviluppato proprio
con le nuove metodologie e che è intenzionato a lanciare soprattutto nei
mercati esteri, grazie alle nuove frontiere del commercio con l'Impero
Ottomano. La carne, che prontamente il Gazzolo ha fatto recapitare all'Artusi
per la prova d'assaggio, non risponde però alle aspettative: è troppo speziata,
il sapore è ferroso e l'Artusi conta di riferirne al Gazzolo che l'ha invitato
da lì a poco nella sua casa alle porte di Firenze insieme ad altri ospiti, fra
cui politici, banchieri e l'immancabile Mantegazza. La cena scorre tranquilla e
piacevole tra cibo e conversazioni, poi tutti si ritirano nelle loro stanze. Al
mattino a colazione ci si accorge che qualcuno manca all'appello; uno degli
ospiti viene rinvenuto morto nella propria stanza dove si era chiuso a chiave,
un attacco cardiaco forse, ma il professor Mantegazza è dubbioso e si rifiuta
di redigere il certificato... Marco Malvaldi ha costruito un perfetto «enigma
della camera chiusa» con un protagonista d'eccezione, Pellegrino Artusi, prima
in veste di sospettato, poi determinante per la soluzione dell'affaire. Gli
anni della belle époque, gli intrecci tra politica e finanza che legavano
l'Italia all'Impero Ottomano, il borghese Pellegrino, con la sua passione
rivoluzionaria per la cucina, la familiarità con la chimica, il sentimento di
unità nazionale che lo animava: gli ingredienti per un giallo colto, divertente
e istruttivo.
Commento:
Il borghese Pellegrino è il
secondo romanzo che Marco Malvaldi dedica al gastronomo Pellegrino Artusi: nel
2011 con Odore di chiuso ne aveva onorato i cento anni dalla morte, ora con questo
secondo lavoro celebra i duecento anni dalla nascita. Si tratta di un bel
giallo ambientato in un castello toscano nel 1900, in un periodo in cui
l'Italia era in piena ascesa commerciale e imprenditoriale, specie con le
aperture verso l'estero. E proprio gli accordi commerciali con l'estero -e
precisamente con l'Impero Ottomano – sono ciò che spingerà un nutrito gruppo di
convenuti a riunirsi al castello di Campoventoso, ospiti di Secondo Gazzolo,
proprietario di una fiorente industria conserviera che sta per lanciare in Turchia
una nuova ricetta di carne in scatola. Alla tavola del Gazzolo c'è un
personaggio che molti anelano di conoscere: il delegato commerciale italiano
Everardo d'Ancona, accompagnato da un suo subalterno turco, il signor Alijan. Alla
predetta tavola sono, peraltro, seduti il professor Paolo Mantegazza e il
nostro Pellegrino Artusi. Tutto procede tranquillo, i convitati conversano e si
confrontano anche animatamente, finché tutti si ritirano. La mattina dopo,
però, un ospite manca all'appello e sembra proprio che sia morto nella sua
stanza chiusa dall'interno. Com'è possibile? Le indagini saranno curate da
Saverio Maria Artistico, delegato di polizia che chi abbia letto Odore di
chiuso non potrà non ricordare. L'intelligente e scrupoloso ispettore, tra un
interrogatorio e un consulto al sapor di Brandy con l'Artusi, riesce a scovare
la macchinazione posta in essere dall'assassino, dopo, però, non poche
tribolazioni. Il borghese Pellegrino è un buon giallo, ironico e gradevole,
sebbene sia forse troppo lento per i miei gusti. L'ho trovato una lettura
istruttiva e divertente che consiglio.
Opera recensita: "Il
borghese Pellegrino" di Marco Malvaldi
Editore: Sellerio, 2020
Genere: giallo
Ambientazione: Toscana, 1900
Pagine: 272
Prezzo: 14,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.
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