Sinossi:
Orano è colpita
da un'epidemia inesorabile e tremenda. Isolata con un cordone sanitario dal
resto del mondo, affamata, incapace di fermare la pestilenza, la città diventa
il palcoscenico e il vetrino da esperimento per le passioni di un'umanità al
limite tra disgregazione e solidarietà. La fede religiosa, l'edonismo di chi
non crede alle astrazioni, ma neppure è capace di "essere felice da
solo", il semplice sentimento del proprio dovere sono i protagonisti della
vicenda; l'indifferenza, il panico, lo spirito burocratico e l'egoismo gretto
gli alleati del morbo. Scritto da Camus secondo una dimensione corale e con una
scrittura che sfiora e supera la confessione, "La peste" è un romanzo
attuale e vivo, una metafora in cui il presente continua a riconoscersi.
Commento:
Prima di leggere
"La peste", pensavo che questo romanzo di Camus, insieme ad altri
pure di grande valore letterario, fosse tornato di moda con lo scoppio della
pandemia di Covid 19. Ora che l'ho letto il mio errore mi è parso lampante:
questo romanzo non ha mai smesso di essere attuale, così come non smetterà mai
di esserlo "Cecità" di Saramago. Perché? Perché l'uomo, ciclicamente,
assume sempre gli stessi atteggiamenti e comportamenti in tutte le situazioni.
Se messo sotto pressione, l'uomo reagirà sempre in una gamma di modi ridotta ed
archiviata, perciò consolidata e replicabile. Ed eccola, l'attualità di
"La peste": usare a pretesto un morbo che tutti reputiamo appartenere
al passato, scoppiato in una città sconosciuta, per raccontarci con occhio
lucido e piglio severo la società, la nostra società, con pregi e difetti. Una
lettura consigliatissima, ben più de "Lo straniero" che invece non
avevo apprezzato.
Opera recensita:
"La peste" di Albert Camus
Editore:
Bompiani, prima ed. 1947
Traduttore:
Beniamino Dal Fabbro
Genere: narrativa straniera
Ambientazione: Orano (Algeria)
Pagine: 165
Prezzo: 13,30 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.
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