Sinossi:
La vera storia di Syvia Perlmutter: un racconto di coraggio,
disperazione e sopravvivenza.
Per oltre cinquant'anni dalla fine della guerra, Syvia, come
tanti altri sopravvissuti all'Olocausto, si rifiuta di parlare degli anni
trascorsi nel ghetto
di Lodz, in Polonia. Seppellisce il passato e guarda avanti.
A un certo punto, però, si rende conto che è importante condividere la sua
esperienza e così
inizia a raccontare la sua storia alla nipote: dalla vita
tranquilla nel ghetto, ai primi rastrellamenti degli ebrei, al tentativo del
padre di nasconderla
in una buca scavata nel cimitero e sottrarla così alla
ferocia nazista. Fino a quando l'intera famiglia sarà scoperta e Syvia
rischierà la vita.
Commento:
Quando i nazisti cominciarono a rastrellare le città e i
ghetti in cerca di ebrei da deportare, Syvia era solo una bambina: aveva cinque
anni quando, davanti a una torta al limone che non mangerà mai, capisce di
essere ebrea, di dover lasciare casa sua a Lods e di dover scappare con la sua famiglia
senza sapere se farà mai ritorno tra quelle mura amiche. Ha otto anni quando i
tedeschi prendono tutti i bambini dalle case degli ebrei e la sua famiglia, per
proteggerla, la nasconde in una buca nel cimitero del ghetto. Ha dieci anni ed
ha già sulle spalle un carico di paura, dolore, sgomento quando i russi liberano
il ghetto il 19 gennaio 1945. Ed è proprio con le parole di Syvia, tornata a
parlare di questa triste vicenda dopo cinquant’anni, che la nipote Jennifer
racconta la sua storia.
L’espediente della narrazione in tono autobiografico – come se
fosse un diario scritto dalla stessa Syvia man mano che viveva quelle atrocità –
è particolarmente d’effetto: il pregio di questo libro è, infatti, che racconta
con la semplicità degli occhi di una bambina una storia di dolore e dalle
conseguenze molto più grandi di tanti adulti. Tutto in queste pagine fa rabbrividire
ma non sconvolge: all’inizio il tono di Syvia è diretto, semplice, quasi non
curante, di una bambina che non capisce bene cosa le accade intorno. Questo ha
l’effetto opposto di creare nel lettore un timore incipiente per ciò che
accadrà. Man mano che si prosegue nella lettura, però, tutto diventa
drammatico, angosciante, ineluttabile, ma la voce di Syvia resta sempre,
invariabilmente, quella di una bambina che, sebbene rischi la vita ogni giorno,
sia costretta alla prigionia, agli stenti, dimostra sempre coraggio e la
saggezza tipica di chi sa che se sbaglia non avrà occasione di tornare indietro
e metterà in pericolo gli altri. Questa è una storia di coraggio, abnegazione,
altruismo, una storia non originale, ma certamente toccante soprattutto perché
riguarda dei bambini.
Libro breve e coinvolgente. Consigliato.
Opera recensita: “Avevano spento anche le stelle” di
Jennifer Roy
Editore: Newton Compton, 2016
Genere: biografia
Ambientazione: Polonia, seconda guerra mondiale
Pagine: 218
Prezzo: 9,90 €
Consigliato: sì
Voto: 8.
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