Sinossi:
Libro finalista dell’International Booker Prize 2022. In una trama noir
molto riuscita, Claudia Piñeiro descrive con rara maestria e partecipe
vicinanza la quotidianità di una malata di Parkinson tra i mille dettagli di
ostacoli da superare, difficoltà imposte dalla mancata “obbedienza” delle gambe
e dei piedi per muoversi, dando spessore al personaggio stoico di Elena che non
si arrende mai.
Dopo che Rita viene trovata morta nel
campanile della chiesa che frequentava, le indagini ufficiali sull’incidente
vengono rapidamente chiuse. Sua madre, ammalata di Parkinson, è l’unica persona
ancora determinata a trovare il colpevole. Raccontando un difficile viaggio
attraverso le periferie della città, un vecchio debito di gratitudine e una
conversazione rivelatrice, Elena lo sa svela i segreti dei
suoi personaggi e le sfaccettature nascoste dell’autoritarismo e dell’ipocrisia
nella nostra società.
Commento:
Elena è una donna fiaccata nel corpo da una malattia
invalidante, il Parkinson, che la impedisce nei movimenti, nelle normali
operazioni quotidiane, le ruba persino i pensieri. Eppure Elena vuole vivere.
Lo ripete varie volte, a più persone, in queste pagine; l'aveva detto anche a
sua figlia, Rita, quando hanno ricevuto insieme la diagnosi. E vive ancora,
Elena, anche ora che Rita è morta. E vive ancora, Elena, con l'unico obiettivo
di scoprire chi l'ha uccisa. Perché Elena lo sa, lo sa che Rita è stata uccisa.
Perciò, ormai allo stremo, compie un ultimo viaggio per lei titanico ma in
realtà di appena qualche chilometro, per cercare chi crede possa aiutarla, per
affidare una missione a una persona. Perché, fosse anche l'ultima cosa che fa,
ma lei troverà chi le ha portato via la figlia, l'ultimo affetto che le era
rimasto, quella figlia che la rimbrottava spesso, ma che era lì, era sempre
stata lì, con lei. Con sguardo critico, disilluso, amareggiato, persino
sarcastico, Claudia Piñeiro riesce a tratteggiare,
in appena 160 pagine, il quadro di una società ottusa e perbenista, che
maschera l'indifferenza e l'egoismo dietro a buone maniere e una fede ipocrita,
che è incapace di ascoltare davvero il dolore altrui. Sono tre le donne che si
alternano in questa storia e tutte e tre sono sia vittime che aguzzine, in una
catena di dolore che genera altro dolore, di incomprensione che genera
distacco, di freddezza emotiva che genera chiusura. E, come c'era da
aspettarsi, prima o poi un anello si rompe e qualcuno cede. "Elena lo
sa" è un giallo che non sembra un giallo, un libro che sfrutta l'archetipo
del giallo, con una morte, un'indagine, la ricerca di un colpevole, per
processare la nostra società con le sue storture e i suoi paradossi: una madre
che sopravvive ad una figlia, la gente intorno che le dice – quasi le ordina –
di rassegnarsi, una madre che cerca l'assassino della figlia, una madre che
madre non voleva esserlo ed un'altra che non lo sarà mai… In "Elena lo
sa" la Piñeiro condensa tutto questo in pagine dense di una prosa
asciutta, nervosa, concisa ed efficace. Un libro da leggere… per riflettere
sull'essere madre, figlia, membro di una società.
Opera recensita: "Elena lo sa" di Claudia Piñeiro
Editore: Feltrinelli, 2023
(ed. originale 2007)
Traduzione: Pino Cacucci
Genere: giallo
Ambientazione: Argentina
Pagine: 160
Prezzo: 17,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.
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