Sinossi:
"Maurice" è forse il capolavoro di Forster e
certamente il suo romanzo più intimo e commovente, uno squisito esercizio
privato di scrittura della verità. Sullo sfondo di una società vittoriana
rigida ed esclusiva, scoppia tra Maurice e Clive, compagni di college, una
passione complice e innominabile. Se per Clive la storia d'amore è destinata a
seppellirsi nella «normalità», per Maurice è il calvario che conduce a una
nuova vita. La tormentosa affermazione della diversità ha fatto di
"Maurice" il libro più autentico e sofferto di Forster: scritto nel
1914, ma tenuto segreto per tutta la vita, autobiografico e ossessivamente
rimaneggiato nel corso degli anni, è la commovente testimonianza cui lo
scrittore ha affidato la rivelazione della propria omosessualità. Postfazione
di Marisa Bulgheroni.
Commento:
Beh, sento di poter tranquillamente affermare che, tra i
libri letti finora di Forster, "Maurice" è quello che mi è piaciuto
di più, probabilmente perché è il meno pretenzioso ed il più vero. È quello in
cui più si scorge il turbamento sincero dell'autore, la sua indignazione verso
una società perbenista e manierata che bada solo all'adesione a certe
convenzioni sociali, al compimento di certi passi necessari per essere
considerati degni, membri rispettabili di un consesso civile artefatto. E dove
trova posto, in una società del genere, l'identità, l'unicità, l'essenza del
singolo? Come può, in tale contesto sociale, sopravvivere chi, per qualunque
motivo, si senta diverso o non intenda piegarsi ai dettami precostituiti del
vivere comune? Sono questi i turbamenti che affliggono Maurice, vittima del
proprio sentirsi diverso, delle normali paure che affliggono ognuno di noi mentre
cresce e si forma, ma che possono finire per schiacciarci se non riusciamo ad
uscirne in tempo trovando la nostra strada. Questo rischia di accadere a lui, a
quest'uomo comune che si ritrova stretto tra un corpo che manda pulsioni e
segnali impossibili da ignorare e la paura della legge e della morale che gli
imporrebbero di soffocare il suo essere. E allora la scelta è tra soccombere
all'infelicità facendo correre la vita su binari percorsi da tutti verso un
destino lugubre oppure ambire al piacere – o peggio – alla felicità
allontanandosi da tutto quanto è conosciuto e familiare. In questo libro la
scrittura di Forster appare quantomai mordace, appassionata, intima, autentica
e ci regala immagini memorabili come i tenui rumori all'allontanarsi di Alec
nelle prime ore del mattino o la risata con cui Maurice si congeda
definitivamente da Clive… Un romanzo da leggere, non solo perché è bello, ma
anche perché è un'importante testimonianza sociale di un'epoca e perché porta in
sé il travaglio di un uomo, Forster, che non ebbe la forza, il coraggio,
l'avventatezza di pubblicarlo finché fu in vita, ma che in queste pagine così
vere raccontò tanto di sé e della sua società.
Opera recensita: "Maurice" di Edward Morgan Forster
Editore: Garzanti, 2014 (prima ed. 1971(
Traduzione: Marcella Bonsanti
Genere: letteratura inglese
Ambientazione: Inghilterra, primo Novecento
Pagine: 336
Prezzo: 14,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.
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