Sinossi:
È primavera inoltrata a Jalna, e Renny Whiteoak passeggia
nella tenuta. Dopo la scomparsa di Adeline ha preso in mano le redini della
dimora e dell’intero clan. Il denaro scarseggia e le preoccupazioni domestiche
sono all’ordine del giorno; eppure, non può fare a meno di provare gioia e
soddisfazione mentre calca quei sentieri che sente suoi, percorsi da lui e dai
suoi cari per decenni, tracciati dalla famiglia dove prima c’erano solo
foreste: sentieri che sono stati testimoni di scene di ogni tipo, pensa
sorridendo fra sé e sé. Così, quando l’amministrazione locale decide di
abbattere le querce secolari nei pressi della tenuta per allargare la strada
che la costeggia, Renny non ci sta: quegli alberi fanno parte della storia dei
Whiteoak. Li proteggerà dall’abbattimento, costi quel che costi. Nel frattempo,
il suo rapporto con Alayne si fa sempre più complicato: l’attitudine da
donnaiolo non aiuta, e anche la gestione della figlia è terreno di scontro. La
piccola Adeline, che ha ereditato i capelli rossi, la forza di volontà e il
carattere feroce dell’omonima bisnonna, è una mina vagante. Dal canto suo, invece,
Wakefield ha presto messo da parte l’amore per la poesia in favore di una
scoperta ben più appassionante: le ragazze. Una in particolare. E mentre i
giovani di casa vanno avanti ognuno per la propria strada, gli adulti sono
divisi da antichi risentimenti…
Commento:
Sono passati quasi due anni dall'ultima volta che sono stata
a Jalna e quasi uno dalla pubblicazione della traduzione italiana di questo
quarto volume, eppure, stranamente, stentavo a tornarci. Probabilmente perché,
in modo del tutto inconscio, quel ventre accogliente era diventato per me
troppo opprimente, il che non è strano, visto che capita ciclicamente anche ai
membri della difficile e strampalata tribù Whiteoak. La verità è che Jalna,
realtà a sé e corpo unico con la famiglia che l'ha creata e da sempre la
occupa, è un luogo fatato che talvolta può diventare stregato: è una casa
maestosa e splendente che talvolta può diventare cupa e opprimente, circondata
da una natura altrettanto lussureggiante e predominante. La verità è che i
Whiteoak, con tutte le loro diversità, qualche volta possono non essere una
compagnia allettante: hanno problemi tutto sommato simili ai nostri, ma modi di
affrontarli e ragionamenti lontani – talvolta lontanissimi – da quelli che
concepiremmo noi gente del ventunesimo secolo, abituati come siamo ad un altro
concetto di famiglia e ad una vita più indipendente. In sintesi, talvolta
andare a Jalna può non essere una passeggiata, e in questo quarto volume ne
abbiamo la prova. Renny, in particolare, è un personaggio controverso: il
"padrone di Jalna" ha sulle spalle il peso dell'intera famiglia oltre
che dell'andamento della tenuta e questo lo porta ad assumere comportamenti da
despota, poco digeriti dai suoi, figuriamoci da noi, nonostante nessuno neghi
il suo buon cuore e le sue buone intenzioni. In questo libro, in particolare,
Renny è il fulcro della narrazione e taluni suoi comportamenti e decisioni pesano,
rendendo più difficile la lettura. Fortuna che, in ogni caso, Jalna è sempre
bella e sa riservare delle sorprese… Ovvio che con Jalna intendo sia la casa,
sia la serie. E alla fin fine, confesso che non vedo l'ora di scoprire cosa ci
riserverà il quinto volume, che ritengo sarà cruciale. Continuo a consigliare
la serie? Ma certo che sì! Non vorrete mica perdervi le traversie dei Whiteoak
e la meravigliosa prosa di Mazo De la Roche!
Opera recensita: "Il padrone di Jalna" di Mazo de
la Roche
Editore: Fazi, 2022 (prima ed. originale 1933)
Traduzione: Sabina Terziani
Genere: letteratura americana, seriale
Ambientazione: Canada, anni '30
Pagine: 414
Prezzo: 18,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.
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