Beh, cari amici, ho mantenuto il segreto per quasi nove
mesi, roba che neanche una gravidanza, ma ora posso dirlo: sono stata fra i
giurati anonimi del Premio Campiello 2018 ed oggi sono felice, perché, come ho
detto a mia madre appena alzata, "ha vinto il libro che volevo
ioooo!".
Gioia incontenibile (espressa in modo infantile) a parte, è un'esperienza che si può fare
una sola volta nella vita, quindi mi sembra giusto condividerla con voi.
Partiamo da lontano. Tutto è cominciato nel febbraio 2017,
quando ho appreso della collaborazione tra la fondazione Il Campiello e
l'Unione italiana ciechi e ipovedenti (di cui sono socia), grazie alla quale ogni anno un
determinato numero di persone non vedenti può far parte della giuria dei
300 lettori anonimi che - insieme ad una giuria di letterati – concorre all'assegnazione del prestigioso riconoscimento
letterario. La lista da cui ogni anno il comitato del Campiello attinge, al
febbraio 2017 era esaurita quindi c'era la possibilità di candidarsi per gli
anni successivi… come non cogliere quest'opportunità al volo? E' doveroso fare
una precisazione: non c'è nulla di meritocratico nella scelta dei nominativi;
bisognava semplicemente possedere dei requisiti generali, candidarsi ed
aspettare.
E non ho neppure dovuto attendere troppo: nel gennaio 2018
sono stata contattata dal comitato di gestione del Premio che mi invitava a far
parte della giuria per quest'edizione… Somma gioia, pura felicità che, però, non potevo condividere con nessuno, pena
l'esclusione, fino alla chiusura delle votazioni. A luglio, come previsto dalla
convenzione, ho ricevuto la versione audio delle cinque opere finaliste,
registrate dal Centro Nazionale del Libro Parlato, ma è stata comunque
un'emozione grandissima tenere tra le mani il pacco con i libri cartacei,
saggiarne lo spessore, sentire l'odore delle pagine, avvicinarli con curiosità
fantasticando sui possibili scenari e i risvolti delle storie… ora sono
conservati nella mia libreria insieme ai Cd audio, come ricordo tangibile di
questa bella manifestazione.
Ma veniamo ai libri, unico neo dell'intera esperienza, che,
però, attiene solo ed esclusivamente ai miei gusti personali: tra i cinque
finalisti selezionati dalla giuria dei letterati, purtroppo tre non li ho
apprezzati, uno l'ho trovato interessante ed uno l'ho amato. Confesso che non è
stato facile leggere i libri che non ho apprezzato e che più volte mi sono
chiesta - più perplessa che polemica - se fossero davvero queste le opere migliori pubblicate da autori
italiani tra maggio 2017 ed aprile 2018… ma il giudizio della giuria dei
letterati è insindacabile, le loro competenze sono indiscutibilmente maggiori
delle mie… quindi nulla quaestio… sono una semplice lettrice e mi terrò questa
perplessità.
Il risvolto positivo, però, è che è stato facile votare! Il
libro che ho scelto è stato, senz'ombra di dubbio, "Le assaggiatrici"
di Rosella Postorino. Sì, i più attenti di voi ricorderanno che l'avevo letto e
molto amatoben prima che fosse selezionato tra i finalisti e che ve lo
consigliavo già a febbraio. Capirete, quindi, la gioia che ho provato ieri,
quando proprio questo libro è risultato vincitore dell'ambito riconoscimento.
Trovo che la vittoria sia stata meritatissima, al netto dei miei gusti
personali, perché questo romanzo storico racconta, unendo delicatezza, passione
ed energia, un aspetto poco conosciuto e poco discusso della Seconda guerra mondiale: il ruolo
delle donne, anche di quelle molto vicine – loro malgrado – al Fuhrer. Sto
consigliando questo libro a tutti, da mesi, e non smetterò di farlo perché mi
ha emozionato come non mi capitava da tempo.
Tornando al Campiello, per concludere, sono davvero lieta di
aver potuto vivere quest'esperienza unica ed irripetibile che, per un lettore,
vuol dire molto. Ringrazio di cuore, pertanto, sia l'Unione Italiana Ciechi ed
Ipovedenti, sia la Fondazione Il Campiello per questa preziosa opportunità.
Viva la lettura, i lettori, gli scrittori, i libri, i premi
letterari e chi, in qualunque modo, permette che queste occasioni di incontro e
conoscenza abbiano luogo.
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