Sinossi:
Il colibrì è tra gli
uccelli più piccoli al mondo; ha la capacità di rimanere quasi immobile, a
mezz'aria, grazie a un frenetico e rapidissimo battito alare (dai 12 agli 80
battiti al secondo). La sua apparente immobilità è frutto piuttosto di un
lavoro vorticoso, che gli consente anche, oltre alla stasi assoluta, prodezze
di volo inimmaginabili per altri uccelli come volare all'indietro... Marco
Carrera, il protagonista del nuovo romanzo di Sandro Veronesi, è il colibrì. La
sua è una vita di perdite e di dolore; il suo passato sembra trascinarlo sempre
più a fondo come un mulinello d'acqua. Eppure Marco Carrera non precipita: il
suo è un movimento frenetico per rimanere saldo, fermo e, anzi, risalire,
capace di straordinarie acrobazie esistenziali. Il colibrì è un romanzo sul
dolore e sulla forza struggente della vita, Marco Carrera è - come il Pietro
Paladini di "Caos Calmo" - un personaggio talmente vivo e palpitante
che è destinato a diventare compagno di viaggio nella vita del lettore. E, intorno
a Marco Carrera, Veronesi costruisce un mondo intero, una galleria di
personaggi indimenticabili, un'architettura romanzesca perfetta come i
meccanismi di un orologio, che si muove tra i primi anni '70 e il nostro futuro
prossimo - nel quale, proprio grazie allo sforzo del colibrì, splenderà l'Uomo
Nuovo.
Commento:
Finalmente è arrivato
anche il mio turno: dopo averne sentito parlare per più di un anno, nei toni
più diversi, da tutti (il che, per quanto mi riguarda, è già positivo), mi sono
decisa anch'io a superare qualche remora istintiva ed a leggere Il colibrì.
Parto subito col dire che sono contenta di averlo letto: ho trovato un romanzo
controverso, anomalo, originale, che può piacere o non piacere, ma che fa
discutere, fa parlare di sé, non è un "organismo" assoluto, definito,
immutabile, bensì un qualcosa di mutevole, in divenire, adattabile a chi lo
legge, un po' come l'acqua. Anche il protagonista, Marco Carrera, è uno che in
fondo si adatta: si adatta al dolore, alla perdita, al tradimento, agli errori…
si alza, si rimette la maschera e va… verso la prossima (dis)avventura. È un
colibrì, riesce a rimanere a mezz'aria, a non precipitare, non crollare, non
schiantarsi al suolo… e fidatevi, per quante gliene sono successe, ne avrebbe
ben d'onde. Sandro Veronesi è riuscito nell'impresa non facile di rendere interessante
e accattivante una storia che poteva prendere più strade diverse: poteva
risultare – come minimo – frammentata, oppure tristissima, o persino
incredibile (proprio in senso letterale, di non credibile). Lui invece è stato
bravo ad incuriosirci, con questi continui salti spazio-temporali, con i tanti
personaggi, su e giù per la vita dei Carrera, delle loro disgrazie, dei sogni e
dei fallimenti. È stato bravo e si vede che dietro questo romanzo c'è uno
studio, un approfondimento, c'è applicazione e lavoro di architettura
narrativa: ad una lettura superficiale sembra tutto un po' casuale, ma in
realtà, se ci si sofferma a leggere con attenzione andando appena un po' al di
là della trama, si nota subito che niente lo è, a cominciare dalle citazioni e
omaggi disseminati in modo fintamente distratto qua e là fra le pagine (come
dimostra la preziosissima bibliografia finale). E a ben vedere, credo che sia
proprio l'attenzione e l'originalità nella scrittura ciò che più ho apprezzato
in questo romanzo. Non so dire, in definitiva, quanto mi sia piaciuto, non lo
definirei un capolavoro, ma di certo è un romanzo degno di molta attenzione dal
punto di vista narrativo e prettamente stilistico. Lo consiglio? Decisamente
sì, soprattutto a chi voglia lasciarsi stupire da una prosa.
Opera recensita: "Il
colibrì" di Sandro Veronesi
Editore: La nave di Teseo,
2019
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: "Roma
e tanti altri luoghi"
Pagine: 368
Prezzo: 20,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.
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