simposio lettori copertina

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martedì 15 dicembre 2020

RECENSIONE: SANDRO VERONESI - IL COLIBRì

Sinossi:

Il colibrì è tra gli uccelli più piccoli al mondo; ha la capacità di rimanere quasi immobile, a mezz'aria, grazie a un frenetico e rapidissimo battito alare (dai 12 agli 80 battiti al secondo). La sua apparente immobilità è frutto piuttosto di un lavoro vorticoso, che gli consente anche, oltre alla stasi assoluta, prodezze di volo inimmaginabili per altri uccelli come volare all'indietro... Marco Carrera, il protagonista del nuovo romanzo di Sandro Veronesi, è il colibrì. La sua è una vita di perdite e di dolore; il suo passato sembra trascinarlo sempre più a fondo come un mulinello d'acqua. Eppure Marco Carrera non precipita: il suo è un movimento frenetico per rimanere saldo, fermo e, anzi, risalire, capace di straordinarie acrobazie esistenziali. Il colibrì è un romanzo sul dolore e sulla forza struggente della vita, Marco Carrera è - come il Pietro Paladini di "Caos Calmo" - un personaggio talmente vivo e palpitante che è destinato a diventare compagno di viaggio nella vita del lettore. E, intorno a Marco Carrera, Veronesi costruisce un mondo intero, una galleria di personaggi indimenticabili, un'architettura romanzesca perfetta come i meccanismi di un orologio, che si muove tra i primi anni '70 e il nostro futuro prossimo - nel quale, proprio grazie allo sforzo del colibrì, splenderà l'Uomo Nuovo.

 

Commento:

Finalmente è arrivato anche il mio turno: dopo averne sentito parlare per più di un anno, nei toni più diversi, da tutti (il che, per quanto mi riguarda, è già positivo), mi sono decisa anch'io a superare qualche remora istintiva ed a leggere Il colibrì. Parto subito col dire che sono contenta di averlo letto: ho trovato un romanzo controverso, anomalo, originale, che può piacere o non piacere, ma che fa discutere, fa parlare di sé, non è un "organismo" assoluto, definito, immutabile, bensì un qualcosa di mutevole, in divenire, adattabile a chi lo legge, un po' come l'acqua. Anche il protagonista, Marco Carrera, è uno che in fondo si adatta: si adatta al dolore, alla perdita, al tradimento, agli errori… si alza, si rimette la maschera e va… verso la prossima (dis)avventura. È un colibrì, riesce a rimanere a mezz'aria, a non precipitare, non crollare, non schiantarsi al suolo… e fidatevi, per quante gliene sono successe, ne avrebbe ben d'onde. Sandro Veronesi è riuscito nell'impresa non facile di rendere interessante e accattivante una storia che poteva prendere più strade diverse: poteva risultare – come minimo – frammentata, oppure tristissima, o persino incredibile (proprio in senso letterale, di non credibile). Lui invece è stato bravo ad incuriosirci, con questi continui salti spazio-temporali, con i tanti personaggi, su e giù per la vita dei Carrera, delle loro disgrazie, dei sogni e dei fallimenti. È stato bravo e si vede che dietro questo romanzo c'è uno studio, un approfondimento, c'è applicazione e lavoro di architettura narrativa: ad una lettura superficiale sembra tutto un po' casuale, ma in realtà, se ci si sofferma a leggere con attenzione andando appena un po' al di là della trama, si nota subito che niente lo è, a cominciare dalle citazioni e omaggi disseminati in modo fintamente distratto qua e là fra le pagine (come dimostra la preziosissima bibliografia finale). E a ben vedere, credo che sia proprio l'attenzione e l'originalità nella scrittura ciò che più ho apprezzato in questo romanzo. Non so dire, in definitiva, quanto mi sia piaciuto, non lo definirei un capolavoro, ma di certo è un romanzo degno di molta attenzione dal punto di vista narrativo e prettamente stilistico. Lo consiglio? Decisamente sì, soprattutto a chi voglia lasciarsi stupire da una prosa.

 

Opera recensita: "Il colibrì" di Sandro Veronesi

Editore: La nave di Teseo, 2019

Genere: narrativa italiana

Ambientazione: "Roma e tanti altri luoghi"

Pagine: 368

Prezzo: 20,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

      

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