Sinossi:
Giorgia incontra Filippo a
una festa di laurea: lui si innamora della sua fragilità, lei si sente
rassicurata dalla normalità di quel ragazzo laureato in Lettere, che ha dovuto
rinunciare al giornalismo per dedicarsi al bar dei genitori. Come molti coetanei,
la loro vita di coppia si scontra con ambizioni negate e costanti problemi
economici, così Giorgia non riesce più a trattenere la sua inquietudine, che
esplode quando ritrova per caso Mauro, il suo vecchio maestro di teatro. La
recitazione era già stata per lei l'ancora di salvezza nei momenti più bui del
suo passato, e il palco ora sembra finalmente riaccenderla. Ma incendiare
un'anima irrequieta può diventare un esercizio rischioso se l'attrice
protagonista perde di vista il confine tra realtà e finzione. Filippo e Mauro
si troveranno complici e avversari al tempo stesso, sedotti da un gioco
pericoloso per riconquistare Giorgia: scrivere il copione per la sua vita
perfetta.
Commento:
Giorgia, Filippo, Mauro.
Mauro, Giorgia, Filippo. Filippo, Mauro, Giorgia. Giorgia, Giorgia, Giorgia.
Giorgia è il fulcro di
questa storia. Lei, la sua malattia, la sua esistenza, il suo essere è il perno
delle vite dei personaggi di questo romanzo. Giorgia, che con le sue azioni e
soprattutto le sue omissioni, condizionerà la vita di Filippo e cambierà quella
di Mauro; Giorgia che, prima attrice della compagnia, si prende la scena col suo
dolore, le sue stranezze, la sua fragilità, la sua forza. Giorgia che, divorata
da un mostro che le cresce dentro, fa un gesto inconsulto, finisce in clinica e
anche da lì impone l'attenzione su di sé al punto che Filippo, il suo ragazzo,
e Mauro, il suo amico e maestro di teatro, inventano un piano, una prova, un
esercizio per farla ritornare in vita, per farla ricordare, per far sì che
torni quella che era prima. Ma una persona, per quanto si cerchi di plasmarla
secondo il nostro sentire, non sarà mai ciò che era. Sarà solo la proiezione di
ciò che noi vogliamo che sia, solo la proiezione dal vero di ciò che noi
conosciamo di lei. Per quanto provino a tracciare i contorni della sua vita, Filippo
e Mauro dovranno fare i conti con l'essenza di Giorgia, perché, accada quel che
accada, Giorgia è se stessa, corpo e
mente unici e divergenti dall'immagine che gli altri hanno di lei. E spetta
solo a lei decidere come gestire il suo personaggio.
L'esercizio è un ottimo
esordio letterario, un'opera prima originale, scritta con penna sicura, senza
giocare su sentimentalismi facili, luoghi comuni o stereotipi. Tuttavia – e da
qui la valutazione personale non altissima – ne sono uscita oltremodo turbata,
angosciata, stremata. Per tutta la durata della lettura non sono riuscita ad
entrare nelle pagine, né ad empatizzare con nessuno dei personaggi: c'era sempre
qualcosa che mi disturbava, che mi respingeva, senza per questo indurmi ad
abbandonare la lettura. Credo sia, però, una mera questione di sensibilità
diverse oltre che di gusto narrativo, ecco perché consiglio comunque la lettura.
A prescindere dalle remore e dai gusti personali che non mi portano a promuoverlo
a pieno, L'esercizio è un libro particolare e a suo modo audace, che si
distingue in una narrativa italiana troppo uguale a se stessa. Perciò… se vi
capita, dategli una possibilità, magari incontra il vostro gusto di lettori che
può essere diverso dal mio.
Opera recensita:
"L'esercizio" di Claudia Petrucci
Editore: La nave di Teseo
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: Milano
Pagine: 333
Prezzo: 18,00 €
Consigliato: sì/no
Voto personale: 6,5.
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