Sinossi:
È un lungo sfogo, crudele e
pieno di astio, quello con cui Eszter, fra le più affermate attrici teatrali
nell'Ungheria del secondo dopoguerra, si rivolge a Lórinc, il grande amore
della sua vita. Astio che ha motivazioni antiche perché Eszter è figlia di due
persone legate da una passione profonda, ma proprio per questo esclusiva ed
escludente; perché pur di origini aristocratiche e di vecchia cultura
mitteleuropea la famiglia è poverissima e lei subisce tutte le frustrazioni
legate a questa condizione; perché, infine, la sua compagna di scuola e di
giochi è Angela Graff, incarnazione di tutto ciò che lei non è - bella, amabile
e soave - e di tutto ciò che non può avere: una famiglia ricca e armoniosa, un
fratello eroe, vestiti decenti, scarpe comode (non quelle tagliate in punta
ereditate dalla zia Irma). E su Angela che si concentrano l'odio e la gelosia
di Eszter: sentimenti tanto radicati da indurla a compiere azioni moralmente
inaccettabili, come quando dal giardino della compagna porta via un giovane capriolo
da lei teneramente amato e ne provoca - chi sa quanto inavvertitamente - la
morte. Sarà cosi per tutta la vita: perché quando Eszter, ormai famosa, si
innamora, lo farà proprio del marito della candida Angela che non comprende
niente, non vede niente, non si accorge neanche per un istante come la sua
"amica" provi l'incessante bisogno di vederla soffrire e non riesca a
reprimere il desiderio di ucciderla.
Commento:
Ambientato nell'Ungheria del
secondo Dopoguerra e pubblicato per la prima volta nel 1959, L'altra Eszter è
un libro interessante, che però sente e risente molto degli anni e del luogo in
cui è collocato. Si sente forte, nella Szabo, l'impronta di una prosa
est-europea che ricorda, sebbene provenienti da tempi diversi, quella di
Kundera o Marai. Una prosa intimista, surreale, che rende ancor più potente e
terribile il monologo della protagonista, Eszter, una nota attrice teatrale,
che, in un'immaginaria lettera all'amante, ripercorre la sua vita,
dall'infanzia all'oggi, mettendo a nudo i dolori, le frustrazioni, il suo vero
animo. Un animo cinico, astioso, crudele, cattivo, capace di odiare anche per
molti anni la stessa persona. È proprio l'odio il sentimento che Eszter prova
per Angela, la compagna di scuola poi divenuta "amica" che personifica
le aspirazioni irrealizzate di Eszter. Eszter vorrebbe essere come Angela,
vorrebbe avere ciò che ha lei, ma ciò non è possibile, perciò Eszter la odia,
prova un rancore cieco e una felicità selvaggia quando può danneggiarla o
quando all'altra capita qualche imprevisto o disgrazia. Sì, perché Eszter non
si limita ad odiare in silenzio, non rosica muta e impassibile… lei fa, agisce,
il suo rancore ha conseguenze. Una di queste è proprio il marito di Angela,
ossia l'amante a cui lei si rivolge: Eszter si è innamorata, tra tanti uomini,
proprio di lui.
L'altra Eszter è un libro
che consiglio e che mi è piaciuto, tuttavia mi aspettavo di più: me l'aspettavo
meno introverso ed enigmatico e più aperto, accorato, chiaro. Leggerò altro di
questa scrittrice che mi incuriosisce e che vorrei conoscere meglio.
Opera recensita:
"L'altra Eszter" di Magda Szabo
Editore: Einaudi, prima ed.
originale 1959
Genere: narrativa straniera
Ambientazione: Ungheria
Pagine: 264
Prezzo: 16,60 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7,5.
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