Sinossi:
In una Bari sonnolenta e
distratta, dove i tanti scandali scuotono il perbenismo della città, un bambino
scompare, e qualche giorno dopo viene ritrovato senza vita nel giardino della
villa di famiglia. Le indagini di polizia si rivelano subito piuttosto
complesse. Tra i sospettati c'è la mamma del bimbo, donna molto bella e
inquieta, meglio conosciuta con il soprannome di Uva 'gnura, Uva nera. Separata
dal marito, un farmacista assai noto e rispettato, la donna risulta essere
invischiata in affari loschi e frequentazioni malavitose. Ma il caso si
ingarbuglia terribilmente, un vero rompicapo per Lolita Lobosco, Commissario in
servizio alla Questura di Bari, sezione Omicidi. Finalmente innamorata, per
giunta, Lolì si divide tra le investigazioni, i pericoli del mestiere e la
variopinta vita privata, fatta di cenette al lume di candela, manicaretti
afrodisiaci, amicizie non sempre innocenti e maldicenze a tutto spiano. Un
nuovo giallo per la scaltra ed esuberante Lolì.
Commento:
I delitti in cui sono
coinvolti bambini fanno sempre impressione, suscitano sgomento, repulsione, incredulità,
paura. Nessuno vorrebbe mai averci a che fare, tantomeno un commissario di
Pubblica sicurezza, neanche se è forte e preparato ad affrontare qualunque cosa
come Lolita Lobosco. Eppure, Lolita lo sa, è uno dei rischi del mestiere:
siccome l'abiezione umana non ha limiti e tu ci devi lavorare ogni giorno,
prima o poi ti capita di dover scoprire chi ha ucciso un bambino. Al di là
della teoria, però, non si è mai preparati a certe situazioni, non si è mai
pronti a un dolore così forte come quello che segue al ritrovamento di un
bambino ucciso e chiuso in uno scatolone nel giardino della sua stessa casa.
Perciò non si può fare molto per nascondere l'irritazione verso chi, pur
mostrandosi afflitto, ha commesso delle leggerezze evidenti in questa storia. Lorena,
Uva 'Gnura, la madre del piccolo Morris, per esempio, che ora se ne sta
sdraiata in lacrime, eppure ammicca, consapevolmente provocante, perché non ha
denunciato subito la scomparsa del bambino che mancava da casa da due giorni?
Perché non ha smosso mari e monti per ritrovarlo? E il padre, quest'uomo ricco,
debole, sudaticcio, perché non è qui a piangere suo figlio? In vacanza,
irrintracciabile. Al suo posto, in questa famiglia sfasciata e allargata,
troppe persone interessate e poco trasparenti… come i fratelli Labranca, amici
speciali, intimi della madre che, però, non sembra trarre sollievo dalla loro
presenza. Cos'è successo davvero a quel bambino? Quale conto ha
inconsapevolmente pagato con la vita? A questo pensa Lolita, mentre cammina per
i viali della Bari bene; questo è il pensiero di fondo che l'attanaglia per
tutta la durata dell'indagine, mentre intanto deve affrontare questioni
personali, diverse, decisamente più leggere, ma non meno indecifrabili. Per
esempio, qual è l'algoritmo che vede in lei l'uomo di cui sembra che si stia
innamorando? Qual è la variabile che risolve la funzione? E poi ci sono quelle
scritte… quelle scritte sempre più grandi e sempre più rosse che compaiono davanti
all'ingresso della Questura… quelle maldicenze che la feriscono, la addolorano
profondamente? Perché Lolita sembra così, impulsiva, passionale, istintiva, ma
in fondo è riflessiva e soprattutto sensibile. Non fa male a nessuno, lei.
Ed è tra questi pensieri e
un chicco d'uva nera addentato di straforo che settembre si fa strada prendendo
il posto dell'estate, e tra uno screzio con un'amica e una cena con un incontro
inaspettato, sempre con l'appoggio di amici saggi e sinceri, che pian piano
tutte le questioni si chiariscono, si accomodano, si risolvono. Anche
quell'omicidio così inspiegabile, purtroppo, troverà una spiegazione, per
quanto assurda, inaccettabile, dolorosa. E, col cuore più contento, pure Lolì
potrà affrontare un nuovo anno di vita, più cresciuta, consapevole, esuberante,
testarda, tosta e dolce che mai.
Opera recensita: "Uva
noir" di Gabriella Genisi
Editore: Sonzogno
2012-Marsilio 2020Genere: giallo, seriale
Ambientazione: Bari
Pagine: 185
Prezzo: 21,20 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5
Colonna sonora sperimentata: Vinicio Capossela.
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