Sinossi:
Una giovane
bellissima, che lavora nel mondo dell'arte, viene uccisa nel proprio
appartamento a Roma. Tre personaggi coinvolti per ragioni diverse nell'omicidio
forniscono la loro interpretazione dei fatti. Chi nasconde la verità. Chi la
manipola. Chi sembra non curarsene. Il
commissario Davide Brandi è un poliziotto molto abile, e molto ambizioso. È lui
che conduce le indagini. A dargli la parola è Giancarlo De Cataldo. Marco
Valerio Guerra è l'amante della vittima. Un uomo d'affari ricchissimo, potente,
odiato. A dargli la parola è Maurizio De Giovanni. Anna Carla Santucci è la
moglie di Guerra. Scoprire il tradimento del marito non l'ha stupita affatto. A
darle la parola è Cristina Cassar Scalia. Le loro versioni non concordano. Ma
tutte rappresentano un piccolo passo per arrivare alla soluzione del caso.
Commento:
Giada è bella, giovane,
colta; Giada è determinata, spregiudicata, provocante; Giada è le due anime di
un sorriso: solare e sorridente, implacabile e spietato. Giada ama il bello ed
ottiene sempre ciò che vuole; Giada non la puoi dominare, controllare,
costringere: se sta con te è perché lo vuole, se ti lascia è perché ha trovato
di meglio. Giada non fa sconti, deve raggiungere i suoi obiettivi, deve
emergere dal degrado a qualunque costo. Giada è morta, colpita da un pezzo
d'arte che amava, Giada qualcuno l'ha uccisa e c'è un problema: sembra fin
troppo facile capire chi. Il suo punto di vista è l'unico che manca in questa
triade di voci così diverse, ma coordinate ed assortite, eppure lei è la più
presente di tutti, pervade ogni pagina di questa storia torbida tanto da
saturare l'aria con la sua irruenza ingombrante. Il commissario Brandi, che
coordina le indagini per la sua morte, ne è irretito; Marco Valerio Guerra, il
suo amante, ne è ossessionato; persino Anna Carla, colei che meno di tutti
dovrebbe preoccuparsene, patisce lo spostamento d'aria della sua presenza. Ma
chi l'ha uccisa, davvero, Giada? La razionalità suggerirebbe una pista ben
chiara, ma la verità sta negli anfratti della mente, nel regno delle
sensazioni, là dove governa l'istinto, dove la ragione non c'entra più. Tre
scrittori bravissimi, tre penne riconoscibilissime, danno voce a tre personaggi
diversi eppure perfettamente incastrati fra loro… e l'incastro perfetto è dato
proprio da quella nota stonata, da quel dettaglio che spariglia le carte
spezzando l'incantesimo e riportando tutto alla realtà. Una realtà di
sacrifici, rinunce, compromessi, controllo, equilibrio, scalate ardue per
raggiungere posti da cui discendere sarebbe fatale. Tre passi per un delitto è
un giallo raffinato ed atipico, un libro diverso che ci invita a guardare
oltre, là dove l'occhio per natura non si soffermerebbe. Vale la pena di
leggerlo? Certo che sì.
Opera recensita: "Tre
passi per un delitto" di Cristina Cassar Scalia, Giancarlo De Cataldo e
Maurizio De Giovanni
Editore: Einaudi, 2020
Genere: giallo
Ambientazione: Roma
Pagine: 200
Prezzo: 17,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.
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