Sinossi:
Varsavia, 1941. Hans Mayer è
un ufficiale della Wehrmacht, schivo e solitario, che si limita a percorrere
ogni giorno la strada che lo separa dalla caserma cercando di non badare agli
sguardi di disprezzo che lo circondano. Vive reprimendo un passato oscuro e
turbolento dal quale cerca inutilmente di allontanarsi da anni. È chiuso in un
circolo vizioso di incertezze che lo hanno portato a riflettere sul suo ruolo.
Niente nella città monotona che è diventata Varsavia gli fa credere che le cose
un giorno possano cambiare. Una sera d'autunno il destino lo mette alla prova,
giocando una delle sue carte più pericolose, lanciandogli una sfida
inizialmente impossibile che con il tempo si trasforma nella sua unica ragione
di vita. La sua casa diventa l'unico porto sicuro in mezzo all'enorme campo di
battaglia in cui si è trasformato il mondo, il luogo in cui nascondere tutto
ciò che le altre creature dalle divise verde bottiglia non devono vedere. Il
gelo crudele dell'Olocausto sta penetrando lentamente nel cuore degli uomini,
ma Hans è pronto alla disobbedienza. Si ritroverà di fronte a un bivio,
costretto a decidere se scommettere su tutte le sue sicurezze o rinunciare.
L'innocente Marie è il suo segreto indicibile, la sua sfida al sistema, il suo
inno alla libertà, una rincorsa verso la luce. Dove finisce, allora, il dovere
morale e dove comincia l'imperativo della coscienza? Nella mostruosità di una
singola immagine, in un labirinto contorto di cose, oggetti e persone, nelle
parole sussurrate al buio, sottovoce, parole rubate per paura di un tradimento,
negli incubi notturni che prendono forma, in una continua e convulsa lotta per
la sopravvivenza. La penna della giovane Spezzano, agile e commovente allo
stesso tempo, accarezza le ferite dell'anima e quelle della Storia, sa
sapientemente narrare di una fuga ineluttabile alla ricerca del tepore
esistenziale, con un tocco delicato e morbido, privo di pietismo. Hans Mayer e
la bambina ebrea è un ritratto intenso e drammatico del capitolo più cupo
del Novecento che dimostra la forza potente di un amore puro, incondizionato e
ribelle.
Commento:
Hans Mayer è un giovane
ufficiale della Wehrmacht. Se avesse potuto scegliere cosa essere, sicuramente avrebbe
fatto altro, lui che non condivideva, anzi disprezzava le idee naziste, ma
qualcun altro in passato scelse per lui. Così nel 1941 Hans si ritrova a
perlustrare la fredda Varsavia nella sua divisa verde bottiglia, alla ricerca dei
pochi ebrei rimasti da scovare e far deportare. Non è contento di sé, non è
contento della sua patria, ma non può ribellarsi. A perlustrazione finita, Hans
è rimasto indietro dai compagni, per questo è l'unico a notare una bambina di
quattro anni che si aggira sola tra le case tristemente abbandonate. È spaventata,
ma fiera e intelligente e Hans sa che non può restare lì da sola, così, non riuscendo
a trovare la sua famiglia, fa una scelta che gli cambierà la vita: la porta a
casa sua. Ancora non sa che Marie è ebrea, che i suoi genitori e il suo
fratellino Oscar sono stati catturati e che le SS la cercano spasmodicamente
perché non possono permettere che sfugga. Hans dovrebbe cercarla e finge di
farlo, ma in realtà si sta affezionando a quella bambina che gli sta facendo
vedere il mondo in modo diverso, che lo sta risvegliando dal torpore del
vittimismo e del dolore che si trascina addosso da tanti anni. E sarà proprio
la scelta di tenerla con sé che darà origine a una storia di coraggio e un
pizzico di follia, ma tanto, tanto cuore: Hans rischierà la tranquillità
familiare, la felicità, la vita per salvarla e per riunire finalmente una
famiglia. Incontrerà gente d'ogni risma, vedrà l'inferno da vicino, ma troverà
se stesso, gli amici che non aveva mai avuto e l'amore che credeva d'aver
perduto per sempre.
Hans Mayer e la bambina
ebrea è un bel romanzo, corposo ma scorrevole, nonostante la potenza emotiva
delle vicende narrate. È scritto in modo schietto e diretto; la prosa è
semplice, a tratti fin troppo naif, ma questo è ampiamente giustificato dalla
giovane età e dall'inesperienza dell'autrice; la storia è, in compenso, davvero
profonda e scritta in modo chiaro, senza dietrologie, artifici o sottintesi.
Eleonora Spezzano scrive con passione e coraggio un romanzo che indaga una
delle pagine più buie della storia mondiale ed è sorprendente la padronanza
narrativa che dimostra a solo quindici anni. Siamo di fronte a una giovane
autrice esordiente che, ne siamo certi, farà ancora parlare di sé.
Opera recensita: "Hans
Mayer e la bambina ebrea" di Eleonora E. Spezzano
Editore: Bonfirraro, 2020
Genere: romanzo storico
Ambientazione: Polonia-Germania-Svizzera, 1941
Pagine: 396
Prezzo: 18,90 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.
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