Sinossi:
Charlie Parker, detto Bird,
lavora come detective privato a New York dopo aver lasciato la polizia in
seguito a una terribile esperienza: l'assassinio della giovane moglie e della
loro bambina di tre anni. Il caso di cui si occupa, la sparizione di una coppia
di ragazzi, lo porta a contatto con un mondo di orrori e violenze inaudite. E,
soprattutto, lo porta a individuare la figura di un sadico serial killer, che
strappa la pelle del viso alle sue vittime dopo averle mutilate.
Commento:
Cadaveri, cadaveri e ancora
cadaveri. In nessuno dei molti thriller che ho letto finora credo di aver mai
visto il numero di morti che ho incontrato in questo primo capitolo della
corposa serie di Charlie Bird Parker. E il particolare sorprendente – ma neanche
tanto – è che… la cosa non mi è dispiaciuta, nel senso che il romanzo è, nella
sua folle implausibilità, del tutto plausibile. Mi spiego meglio, è necessario:
Charlie "Bird" Parker era uno sbirro di New York, uno sbirro
alcolista con una figlia di tre anni, Jennifer, e una moglie, Susan, con cui i
rapporti si erano dolorosamente raffreddati proprio a causa della bottiglia.
Charlie Parker era, dunque, uno sbirro, poi una sera, rientrando a casa dal
bar, ha trovato in casa la morte: Susan e Jennifer erano state barbaramente
uccise, scorticate, accecate e mutilate. Da quel giorno Bird non ha mai più
toccato un sorso d'alcool, non è più stato un poliziotto e, soprattutto, non ha
smesso di cercare l'assassino. Mesi dopo l'omicidio, una duplice traccia mette
in moto Bird: da un lato la scomparsa di due ragazzi lo conduce in Virginia e
poi di nuovo a New York, alle prese con un orrore indicibile le cui vittime, da
trent'anni, sono dei bambini; dall'altro c'è una vecchia, Tante Marie, a New
Orleans, che ha avuto la visione di una ragazza dispersa nella palude, morta ricevendo
lo stesso macabro trattamento di Susan e Jennifer. Il killer, ora lo sa, è il
Viaggiatore e non ha intenzione di fermarsi. Passando attraverso vari stadi di
orrore e di violenza, l'ormai investigatore privato Charlie Parker,
accompagnato da pochi amici e molti nemici, si mette sulle tracce di questo
assassino che sembra aver superato ogni forma di razionalità, ogni parvenza di
legame con la ragione e che sembra avere una macabra predilezione per l'arte,
oltre che elevate conoscenze mediche. Un primo incontro con un personaggio
assolutamente interessante, un investigatore che non ha paura di ammettere le
proprie debolezze, che non ha paura di gettarsi nella mischia e di sporcarsi le
mani, che non ha paura di guardare in faccia il male per combatterlo, anche se
questo significa rimanerne permeato. Credo che leggerò ancora di lui, tuttavia
devo avvisarvi: questa non è una lettura per tutti. Se non reggete l'orrore, il
sangue, la morte violenta, questo libro non fa per voi. Se cercate per forza
una spiegazione razionale alla follia umana, questo libro non fa per voi,
perché a certe cose davvero, non si può trovare spiegazione: bisogna solo
affrontarle, continuare a leggerle, perché potrebbe accadere, purtroppo, che
qualcosa di simile accada nella realtà… quindi, meglio essere preparati.
Opera recensita: "Tutto
ciò che muore" di John Connolly
Editore: Rizzoli, 2000 –
Time Crime, 2015
Genere: hard-boiled, seriale
Ambientazione: Stati Uniti
Pagine: 464
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.
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