Sinossi:
Nella Germania del Terzo
Reich, mentre imperversa l'occupazione nazista e milioni di persone vengono
perseguitate, Ernst Lossa si chiede: Perché io? Perché proprio io? Ernst ha
solo quattro anni quando, nel 1933, viene separato dalla sua famiglia di nomadi
e mandato in un orfanotrofio, e poi da lì trasferito in un riformatorio.
Giudicato "irrecuperabile", all'età di dodici anni viene trasferito
ancora, questa volta in un manicomio. Ernst però non si arrende all'immagine di
sé che vede riflessa negli sguardi degli altri. Non si sente né diverso, né
sbagliato. Nonostante gli orrori nazisti non risparmino neanche i bambini, lui
stringe amicizie e vede nascere il suo primo amore, lottando fino alla fine per
la salvezza. Tra il 1939 e il 1945 oltre 200.000 persone furono vittime del
programma di eutanasia nazista. Questa è una storia vera, per ricordare Ernst e
tutti coloro che come lui hanno amato la libertà.
Commento:
Un libro splendido,
commovente, semplice che racconta una storia vera, struggente, disarmante. La
storia di Ernst Lossa e di tanti, troppi come lui, che pagarono con la vita la
follia nazista. Quando comincia questa storia, nel 1933, Ernst è un bambino
intelligente e acuto di appena quattro anni, ha due sorelline e un fratellino appena
nato; si è appena trasferito in un appartamento di Augusta, in Germania,
insieme alla famiglia, anche se lui avrebbe preferito continuare a vivere sul
carrozzone con il quale il padre lavora e che aveva fatto da casa per tutti
loro negli anni precedenti. Purtroppo non è più possibile vivere sul carrozzone
perché la situazione per i Lossa si sta facendo difficile: sono Jenisch,
lavorano come ambulanti, sono nomadi, fanno parte di una minoranza
impropriamente accomunata agli zingari e come loro perseguitata. E proprio per
questo appena trasferitisi i Lossa vengono presi di mira dal Comune,
dall'ufficio minori, dai servizi sociali: approfittando del fatto che il padre
è sempre girovago e che la madre è in pessime condizioni di salute, i servizi
sociali separano i figli dalla donna, mandando Ernst in un orfanotrofio gestito
dalle suore e le sorelle e il fratellino in un altro istituto. È da qui che
comincia la peregrinazione di Ernst da un istituto a un riformatorio, poi ad un
ospedale psichiatrico, poi alla sua succursale. Considerato psicopatico,
asociale, irrecuperabile, soggetto non gradito, Ernst è in realtà un ragazzino
sanissimo, con l'unico vizio di rubare qualsiasi cosa gli piaccia, non può
farne a meno, ma per il resto è intelligentissimo, acuto, capisce bene ciò che
gli succede intorno, si fa degli amici in ogni posto in cui lo trasferiscono.
Ciò che Ernst proprio non capisce è perché vogliano liberarsi di lui, perché lo
perseguitino, perché questo destino sia toccato proprio a lui. Questa è la storia
di un bambino come tanti, capitato nella rete degli indesiderati da un sistema
discrezionale che non perdonava le imperfezioni. Questa è la storia di un
ragazzino che ha provato, con le sue poche forze, a ribellarsi al sistema, e
che per ordine di qualcuno è morto per overdose di morfina a quattordici anni,
ucciso da infermieri senza scrupoli convinti che gli scarti della società
dovessero essere eliminati perché non infettassero più la razza. Ernst è uno
dei tanti morti dell'Action T4, il programma di eugenetica nazista che sterminò
centinaia di miliaia di bambini e ragazzi disabili, minorati, asociali, diversi
per qualunque motivo. Questa è la storia di un abominio, raccontata con la
semplicità e l'atrocità del punto di vista di un bambino. Una biografia
romanzata che unisce l'accuratezza della ricerca storica e la passione nel
raccontare una storia straziante. Un libro che fa male, ma che va letto.
Opera recensita:
"Nebbia in agosto. La vera storia di Ernst Lossa che lottò contro il
nazismo" di Robert Domes
Editore: Mondadori
Genere: biografia romanzata
Ambientazione: Germania,
1933-1944
Pagine: 336
Consigliato: sì
Voto personale: 10.
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