Sinossi:
Scritti tra il 1920 e il
1932, i sei racconti di questa raccolta ci
mostrano W. Somerset Maugham
all'apice della carriera, quando aveva
ormai acquisito una
raffinata maestria nell'artigianato del racconto
classico (quello che lui
stesso definiva il racconto "con un inizio,
una metà, e una fine")
e aveva trovato, com'erano stati l'India per
Kipling e il mare per
Conrad, lo scenario d'elezione per le storie
che si portava dentro: la
Malesia e la Polinesia. Un angolo di mondo
che negli anni precedenti
aveva percorso senza sosta, trascorrendo la
maggior parte del tempo
lontano dall'Europa e incontrando quella
bizzarra popolazione di Europei
in esilio - funzionari, ufficiali,
commercianti e rispettive
signore - che gli doveva fornire, per sua
candida ammissione, lo
spunto diretto per i personaggi.
I racconti qui presentati compongono un
piccolo studio illustrato
del cinismo e della tolleranza.
La filosofia di Maugham è
compiutamente descritta da
George Moon (la cui assonanza col nome
dell'autore non è casuale),
uno dei protagonisti di L'angolo più
remoto della terra: "Se
accettare la natura umana per quello che è,
sorridendo quando è
incomprensibile e soffrendo senza prendersela
troppo quando si rivela
meschina significa essere cinici, allora
ritengo di essere
tale". L'occhio di Maugham è spietato e insieme
indulgente quando analizza
con appassionato furore le rovinose cadute
e gli assurdi eroismi dei
rigidi sudditi britannici che si muovono
nei suoi racconti. Il loro
ambiguo senso dell'onore e il loro
ipocrita puritanesimo devono
per lo più fare i conti con lo
scatenarsi di passioni
incontrollate, che la natura lussureggiante e
il clima oppressivo sembrano
favorire, se non addirittura generare. E
ogni volta dimenticano
l'unica cosa che potrebbe salvarli: accettare
la propria debolezza.
Commento:
Ho scelto di riportare il
risguardo di copertina della mia edizione, invece che quello dell'ultima sempre
Einaudi, perché mi sembra più completo e, soprattutto, fa capire in modo chiaro
quale sia lo spirito dei racconti contenuti in questa raccolta e il pensiero di
Somerset Maugham. Se viene considerato cinico chi accetta la realtà per quel
che è, senza artifici, eroismi smisurati o falsi moralismi, allora è
preferibile essere cinici piuttosto che infelici vittime di un puritanesimo artefatto
e francamente squallido. Il tema portante di tutti i racconti è la forza delle
scelte, il modo in cui i nostri comportamenti condizionano la vita nostra e di
chi amiamo. In un'epoca in cui essere moralmente ineccepibili e comportarsi
secondo le convenzioni costituiva la cifra di un gentiluomo o di una gentildonna,
Maugham svela con pungente ironia e non troppo velata disillusione le falsità,
i paradossi e l'ipocrisia di certe condotte. I protagonisti sono sudditi della
Corona inglese, rappresentanti di Sua Maestà nelle colonie della Malesia,
Polinesia e delle isole circostanti. È in queste terre esotiche e ammaliatrici
che si svolgono i racconti, quasi che si creasse una tensione intollerabile tra
il tranquillo rifugio delle convenzioni e del bonton e le mille tentazioni e
fascinazioni di quei luoghi. Il risultato è una raccolta di storie che, in un
climax ascendente a tratti intollerabile, mettono vergognosamente a nudo certi
aspetti dell'animo umano. Una lettura interessante e piacevole che invita a
riflettere.
Opera recensita:
"Racconti dei mari del Sud" di William Somerset Maugham
Editore: Einaudi,
Genere: raccolta di racconti
Ambientazione: mari del Sud,
Malesia, Polinesia, isole circostanti
Pagine: 252
Prezzo: 17,56 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.
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