Sinossi:
Pubblicato per la prima
volta nel 1939 è uno dei primi romanzi dello scrittore italo-americano,
riscoperto in Italia e in Francia alla fine degli anni Ottanta dopo un lungo
periodo di dimenticanza. La saga dello scrittore Arturo Bandini, alter ego
dell'autore, giunge in questo romanzo al suo snodo decisivo. L'ironia
sarcastica e irriverente, la comicità di Arturo Bandini si uniscono alla sua
natura di sognatore sbandato, che ne fa il prototipo di tutti i sognatori
sbandati che hanno popolato la letteratura dopo di lui. Al centro della vicenda
è il percorso di Bandini verso la realizzazione delle sue ambizioni artistiche
e la sua educazione sentimentale dopo l'incontro con la bella e strana Camilla
Lopez... Introduzione di Alessandro Baricco.
Commento:
Mi sono avvicinata a
questo romanzo spinta dalla curiosità, dalla sua fama, dalla voglia di
conoscere un altro pezzetto della letteratura americana del Novecento. Non essendomi
documentata in precedenza, non sapevo che si trattava, in realtà, di un romanzo
intermedio, parte di un ciclo, il ciclo delle storie di Arturo Bandini. E
tuttavia, leggendo, non ho avvertito la mancanza di una base, di qualcosa che
precedesse ciò che leggevo: Bandini si svelava a me con tutta la sua
instabilità, incertezza, esaltazione, malinconia. Arturo Bandini è un giovane
uomo italo-americano che cerca con testardagine e determinazione di affermarsi
come scrittore. Perso in una Los Angeles balorda e sfuggente che sa di
periferia, di avanposto dell'immensità del deserto, Bandini oscilla tra la
povertà più nera e una ricchezza apparente, effimera e momentanea che lo esalta
e che lui fa di tutto per scialacquare. Proprio la sera prima di una nuova iniezione
di dollari dal suo editore – che venera quasi come fosse un Dio – Bandini prende
un caffè schifoso in un bar con gli ultimi 5 centesimi che gli restano e al suo
disprezzo per la brodaglia servitagli si aggiunge il disprezzo della cameriera
messicana verso di lui. È probabilmente questo disprezzo che la giovane Camilla,
bella, sinuosa e libera, lancia contro lo scrittore Bandini che lo infiamma di
sentimenti contrastanti: la odia, la deride, la desidera, la amerà. Con una
prosa vivida e irriverente che sa di Whisky, birra scadente e meravigliose albe
nel deserto, Fante è in grado di condensare in una storia tutta la bellezza e
la miseria dell'uomo. Non so dire se Chiedi alla polvere mi sia piaciuto, forse
non quanto mi aspettassi, ma di sicuro mi è piaciuta – e come poteva essere
altrimenti – di John Fante. Più che Bandini credo che ricorderò Camilla, le atmosfere
così ben tratteggiate da Fante, le sensazioni che sono, in definitiva, il perno
di tutto il romanzo, molto più importanti e rivelatrici della trama. Sebbene non
del tutto convinta, sono contenta di aver letto questo romanzo e leggerò ancora
Fante.
Opera recensita:
"Chiedi alla polvere" di John Fante
Editore: Einaudi, prima
ed. originale 1939
Genere: letteratura
americana
Ambientazione: California,
Stati Uniti
Pagine: 214
Prezzo: 13,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7,5.
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