simposio lettori copertina

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venerdì 25 febbraio 2022

RECENSIONE: VERONICA RAIMO - NIENTE DI VERO

Sinossi:

La lingua batte dove il dente duole, e il dente che duole alla fin fine è sempre lo stesso. L'unica rivoluzione possibile è smettere di piangerci su.

Prendete lo spirito dissacrante che trasforma nevrosi, sesso e disastri famigliari in commedia, da Fleabag al Lamento di Portnoy, aggiungete l'uso spietato che Annie Ernaux fa dei ricordi: avrete la voce di una scrittrice che in Italia ancora non c'era. Veronica Raimo sabota dall'interno il romanzo di formazione. Il suo racconto procede in modo libero, seminando sassolini indimenticabili sulla strada. All'origine ci sono una madre onnipresente che riconosce come unico principio morale la propria ansia; un padre pieno di ossessioni igieniche e architettoniche che condanna i figli a fare presto i conti con la noia; un fratello genio precoce, centro di tutte le attenzioni. Circondata da questa congrega di famigliari difettosi, Veronica scopre l'impostura per inventare se stessa. Se la memoria è una sabotatrice sopraffina e la scrittura, come il ricordo, rischia di falsare allegramente la tua identità, allora il comico è una precisa scelta letteraria, il grimaldello per aprire all'indicibile. In questa storia all'apparenza intima, c'è il racconto precisissimo di certi cortocircuiti emotivi, di quell'energia paralizzante che può essere la famiglia, dell'impresa sempre incerta che è il diventare donna. Con una prosa nervosa, pungente, dall'intelligenza sempre inquieta, Veronica Raimo ci regala un monologo ustionante.

 

 

Commento:

Il romanzo autobiografico di Veronica Raimo è breve (si legge in una sera appena), ma lascia qualcosa che sedimenta in qualche recesso della mente e si ripropone alla distanza. È quel senso di comunione, di solidarietà nel condividere le disavventure, è quel bruciore condiviso che si sente quando, per sopravvivere in un determinato contesto, ci si è dovuti adattare. E per sopravvivere alla sua famiglia, Veronica si è dovuta necessariamente adattare… come? Creandosi la propria versione della realtà, le proprie personali rivisitazioni dei ricordi, giocando su un'ironia pungente ed a volte dissacrante, mettendosi a nudo prima di tutto con se stessa, in una sorta di narrazione allo specchio. Un libro breve, sì, non certo un capolavoro, ma sicuramente una lettura che ci lascia molti spunti su cui riflettere: è impossibile non fare il paragone tra la vita di Veronica e la nostra, tra la nostra famiglia e la sua, fra esperienze e ricordi da confrontare. E il tono con cui Veronica Raimo ci racconta le sue è proprio quello giusto: verrebbe quasi di risponderle con le nostre, in un'immaginaria e surreale conversazione. Consigliato? Sì, dai, direi di sì.

 

Opera recensita: "Niente di vero" di Veronica Raimo

Editore: Einaudi, 2022

Genere: narrativa italiana, autobiografia

Pagine: 176

Prezzo: 18,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5.

  

sabato 19 febbraio 2022

RECENSIONE: PIERRE LEMAITRE - IL SERPENTE MAIUSCOLO

Sinossi:

Mathilde Perrin ha sessantatré anni, è vedova e abita con il suo dalmata in una villetta a Melun, non lontano da Parigi. Nessuno mai sospetterebbe che dietro quella donna elegante, curata e un po' sovrappeso si nasconda un sicario. Implacabile, precisa, addestrata fin dalla prima giovinezza, Mathilde non sbaglia un colpo e porta a termine a sangue freddo tutti i compiti che il comandante – suo superiore ai tempi della Resistenza – le affida. "Mathilde non ha mai sprecato una pallottola, solo lavori puliti e senza sbavature. Stasera è stata un'eccezione. Un capriccio. Avrebbe potuto colpire da più lontano, fare meno danni e sparare un proiettile solo, certo." Sì, perché in effetti da qualche tempo qualcosa non va. Mathilde si lascia un po' andare a certe crudeltà gratuite per "abbellire" le sue missioni. E inizia davvero a perdere la testa: dimentica di disfarsi dell'arma, sbaglia bersaglio, è convinta che il suo vicino di casa abbia decapitato il suo cane... L'ispettore Vassiliev intanto sta indagando sui suoi omicidi, ha "la testa piena di serpenti" e deve individuare al più presto il serpente maiuscolo, il misterioso assassino che colpisce con ferocia e senza una logica apparente.

In questo gustoso e cattivissimo gioco al massacro in puro stile Tarantino, Pierre Lemaitre dà il meglio di sé con il suo spirito caustico, brillante e impietoso. Scritto nel 1985 e inedito, Il serpente maiuscolo è il suo primo noir e, nelle sue intenzioni, l'ultimo che pubblicherà e con il quale desidera dare l'addio al genere.

 

Commento:

Il serpente maiuscolo è un noir ai limiti dello splatter, ha molto di inverosimile, eppure riesce a tenere il lettore attaccato alle pagine e si legge con una certa curiosità. Sarà, probabilmente, la bravura di Lemaitre che già da quel lontano 1985 – data in cui è scritto ed ambientato questo suo primo noir – si manifestava prepotentemente, salvo poi essere affinata e molto migliorata nei lavori successivi. Sarà che il sangue, in qualche modo, attrae; sarà che questa signora un po' goffa e sovrappeso tutto sembrerebbe tranne che un sicario al servizio di una misteriosa organizzazione internazionale… sta di fatto che questo libro si legge ed anche velocemente… certo, chi si accinga alla lettura, dovrà essere preparato a quel che troverà… una serie di omicidi parecchio raccapriccianti ed apparentemente senza soluzione di continuità, un bel po' di sangue versato apparentemente senza un motivo che non sia il puro gusto di farlo… magari mascherato da missione supersegreta… Beh, questo primo Lemaitre piacerà certamente ai fan di Tarantino, ma gli altri potrebbero trovarlo eccessivo. Per quanto mi riguarda, sono riuscita a trovare un lato sociale interessante anche là dove – forse – neanche l'autore l'aveva trovato, ma tant'è… nei libri ognuno trova quel che vuole trovare.

 

Opera recensita: "Il serpente maiuscolo" di Pierre Lemaitre

Editore: Mondadori, 2022

Traduttore: Elena Cappellini

Genere: noir

Ambientazione: Francia

Pagine: 252

Prezzo: 20,00 €

Consigliato: sì/no

Voto personale: 7.

      

mercoledì 16 febbraio 2022

RECENSIONE: PATRIZIA RINALDI - BLANCA E LE NIñAS VIEJAS

Sinossi:

La detective Blanca Occhiuzzi indaga sull’assassinio feroce di due maestre di tango in là con gli anni, dalla bellezza tenace. Nel tango argentino di scuola storica, le ballerine mature sono le più desiderate, perché la carica sensuale dei passi si precisa negli anni. Perciò la lezione del tango sconfigge i canoni estetici dominanti: la bellezza non si sciupa, ma si perfeziona col tempo. Blanca si appassiona al caso delle due donne uccise, grazie al racconto di un’amica delle vittime, Gabriella. Gabriella le suggerisce che, per venire a capo dell’enigma, deve entrare nel mondo di sale da tango, di milonghe e di intrighi. Per imparare i passi, Blanca dovrà provare a fidarsi. È una sfida difficile per lei, ipovedente, che nel buio ha imparato a contare soltanto sui suoi passi.

 

Commento:

Questo quinto capitolo della saga con protagonista Blanca Occhiuzzi è veramente appassionante. I temi affrontati sono tanti, dal diritto di essere e mostrarsi sensuali ad ogni età, al tango e alle sue regole decisamente democratiche e meritocratiche, passando per le difficoltà incontrate dai ragazzi che frequentano le scuole di periferia. Con la consueta sensibilità, unita ad una prosa personalissima e particolarmente evocativa, Patrizia Rinaldi ci conduce in questa storia misteriosa e torbida con la sicurezza, la consapevolezza e il passo preciso ed aggraziato di una tanguera di lungo corso. È un piacere ritrovare Blanca, la cui evoluzione è un percorso a se stante ed interessantissimo all'interno della serie. Bella anche la coralità – accentuata qui più che nei romanzi precedenti – che ci consente di ascoltare più voci che raccontano, a modo loro e con il loro passo, la stessa storia. Un bellissimo ritorno per Blanca e i suoi, un giallo che si tinge di rosso, un rosso che trasuda passione, mentre per le vie di Napoli la brezza che spira dal mare porta con sé le note di una milonga struggente ed appassionata.

 

Opera recensita: "Blanca e le niñas viejas" di Patrizia Rinaldi

Editore: E/O, 2022

Genere: giallo, seriale

Ambientazione: Napoli

Pagine: 240

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5.

  

mercoledì 9 febbraio 2022

RECENSIONE: ISABEL ALLENDE - VIOLETA

Sinossi:

Raccontata attraverso gli occhi di una donna che vive un secolo di sconvolgimenti con passione, determinazione e senso dell'umorismo, Isabel Allende ci consegna ancora una volta una storia epica che esalta ed emoziona.

Violeta nasce in una notte tempestosa del 1920, prima femmina dopo cinque turbolenti maschi. Fin dal principio la sua vita è segnata da avvenimenti straordinari, con l'eco della Grande guerra ancora forte e il virus dell'influenza spagnola che sbarca sulle coste del Cile quasi nel momento esatto della sua nascita. Grazie alla previdenza del padre, la famiglia esce indenne da questa crisi solo per affrontarne un'altra quando la Grande depressione compromette l'elegante stile di vita urbano che Violeta aveva conosciuto fino ad allora. La sua famiglia perde tutto ed è costretta a ritirarsi in una regione remota del paese, selvaggia e bellissima. Lì la ragazza arriva alla maggiore età e conosce il suo primo pretendente... Violeta racconta in queste pagine la sua storia a Camilo in cui ricorda i devastanti tormenti amorosi, i tempi di povertà ma anche di ricchezza, i terribili lutti e le immense gioie. Sullo sfondo delle sue alterne fortune, un paese di cui solo col tempo Violeta impara a decifrare gli sconvolgimenti politici e sociali. Ed è anche grazie a questa consapevolezza che avviene la sua trasformazione con l'impegno nella lotta per i diritti delle donne. Una vita eccezionalmente ricca e lunga un secolo, che si apre e si chiude con una pandemia.

 

Commento:

Violeta, il nuovo personaggio nato dalla penna di Isabel Allende, è una donna volitiva e tenace, che ha vissuto tanto e intensamente. Ha avuto l'incoscienza di mandare all'aria la rassicurante immobilità di un matrimonio per una passione violenta e irrinunciabile e poi ne ha affrontato le conseguenze per una vita intera, considerato che il divorzio in Cile è stato introdotto solo nel 2004. Da quella passione sono nate molte disgrazie e due figli da lei molto amati che, in modi diversi, l'hanno fatta penare non poco. All'età in cui tutti gli altri avrebbero pensato a come godersi in pace quel che resta della vita, lei ha deciso di stravolgere la sua dedicandosi ad una causa tanto nobile quanto impegnativa: con i molti soldi risparmiati dal lavoro di una vita, ha creato una fondazione che aiuti le donne vittime di violenza. Un'esistenza avventurosa, quella di questa donna sensuale e spregiudicata, di questa combattente la cui unica arma è l'intelligenza. Un'esistenza grazie alla quale ripercorriamo da vicino un secolo di storia del Cile, un Paese su cui pesava l'influenza dei vicini Stati Uniti, sconvolto da decenni di dittatura, periodi bui in cui si scompariva per aver difeso la democrazia, per aver manifestato, per aver espresso le proprie idee. Tutto questo ci racconta Isabel Allende, per bocca di un personaggio memorabile, con una prosa dinamica e ricca. Un po' saga familiare, un po' romanzo storico, un po' romanzo epistolare, Violeta è un libro intenso che ci porta a misurarci con una storia più o meno nota, ma guardata da un punto di vista diverso. Un libro piacevole in cui immergersi, anche per riflettere su un secolo duro e bellissimo, il Novecento, in cui la Storia è stata, come mai prima, storia del mondo, in continue interconnessioni ed intrecci che, tuttavia, non possono mai prescindere dagli esseri umani che le conseguenze di quella Storia le hanno vissute e patite direttamente.

 

Opera recensita: "Violeta" di Isabel Allende

Editore: Feltrinelli, 2022

Traduttore: Elena Liverani

Genere: romanzo epistolare

Ambientazione: Cile-Stati Uniti, 1920-2020

Pagine: 368

Prezzo: 20,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

  

sabato 5 febbraio 2022

RECENSIONE: ALESSIA SORGATO - ULISSA LO SA

Sinossi:

In una Milano semideserta, chiusa nel secondo lockdown, un famoso medico napoletano, esperto in procreazione medicalmente assistita, trova la morte sotto un ponteggio nella zona della Stazione Centrale. Inizia immediatamente l'inchiesta ufficiale, diretta dal Pm Traiano Fumagalli, un tipo schivo, amante della montagna, che identifica l'omicida grazie a un'immagine tratta dai filmati delle videocamere della zona. È un rider, diretto a uno degli hotel della zona. Immediatamente colpito da ordinanza cautelare, il giovane nomina come suo difensore l'unico avvocato che conosce: una donna che passa ogni giorno davanti alla sua bancarella e gli acquista le mascherine blu. Ed è così che Anastasia Soldato - per tutti Asia - avvocato penalista, si ritrova coinvolta in un caso giudiziario grave e delicato, convinta dell'innocenza del suo assistito. Ad aiutarla, coi mezzi e il raggio di azione limitati dal momento storico particolare, sua nipote Ulyssa, che con Alice e Berenice forma un trio noto come le whippets; Roby, il compagno, e pochi amici. Da un caso di cronaca realmente accaduto, una non-fiction narrative che si trasforma in legal thriller.

 

Commento:

Ho avuto modo di conoscere la penna di Alessia Sorgato leggendo le sue recensioni su Thriller Café, blog dedicato alla narrativa gialla con il quale collaboro anch'io. Trovo che sia una lettrice attenta, esigente, le cui considerazioni non sono mai superficiali o scontate. È stato per me un piacere constatare che questi suoi tratti si rivelano ancor più marcatamente ed approfonditamente nel suo lavoro da scrittrice. Alessia ha infatti scritto un giallo giudiziario, Ulissa lo sa, che ho apprezzato molto per varie ragioni. Innanzitutto, nella protagonista-narratrice, Asia, ho ritrovato l'ironia e la sagacia che avevo apprezzato leggendo le recensioni di Alessia; poi, adoro le storie raccontate in prima persona perché favoriscono un'analisi più profonda del pensiero e delle attitudini del personaggio di cui assumiamo il punto di vista, nonché del contesto in cui questi decide ed opera; metteteci pure che per ragioni personali ho avuto modo di frequentare, in parte e per poco, l'ambiente in cui lavora Asia ed ho potuto, perciò, saggiare la concretezza del contesto tratteggiato da l'autrice… come avrebbe potuto, dunque, non piacermi questo giallo? Ma c'è di più: quello che veramente rende, a parer mio, credibile questa storia è il fatto che sia realistica. Sì, le Whippets sono un bel po' sopra le righe, è vero, ma sono fresche e tenaci come eravamo tutti alla loro età; i personaggi sono persone che vivono una vita normale, per quanto si possa definire "normale" vivere e lavorare con le limitazioni dettate da una pandemia; l'avvocato, il Pm, la polizia giudiziaria… sono tutte persone normali, con pochi mezzi e molti difetti, senza spettacolarizzazioni da serie tv. Ed anche vittime ed imputati sono gente normale, che forse ha sbagliato o forse no, che è morta da innocente o forse no, che mente o ha segreti da nascondere o forse no… C'è molta più realtà in queste pagine - con Asia che spulcia carte e il suo cliente che non parla ma vuol essere tirato fuori - che non in un episodio di una serie crime americana con avvocati che diventano investigatori ed hanno  mezzi e possibilità economiche pari a quelle di un magnate del petrolio. E smitizziamola quest'aura di onnipotenza degli avvocati, su, che fa solo male ai potenziali clienti, prima ancora che alla categoria! E poi ci sono loro, Ulissa e le sue amiche, che rappresentano bene la promessa di un futuro radioso e le tante incertezze che adombrano il cammino… Per non parlare di Mamadou e di quello che tanti come lui si ritrovano a fare per sopravvivere. Ecco, di carne al fuoco ce n'è! Per tutte queste ragioni, voglio consigliarvi Ulissa lo sa… e poi, avreste la possibilità di addentrarvi nella vita di una delle categorie di professionisti più invidiati e vituperati d'Italia! Volete mettere? Potreste avere delle sorprese… ma questa è un'altra storia.

 

Opera recensita: "Ulissa lo sa" di Alessia Sorgato

Editore: La torre dei venti, 2022

Genere: Legal Thriller

Ambientazione: Milano, fine 2020-inizio 2021

Pagine: 272

Prezzo: 14,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5.