simposio lettori copertina

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martedì 22 novembre 2022

RECENSIONE: ANNIE ERNAUX - GUARDA LE LUCI, AMORE MIO

Sinossi:

«Raccontare la vita»: è questo il nome della collana per la quale nel 2012 l'editore francese Seuil chiede un libro ad Annie Ernaux. Senza esitazioni, l'autrice sceglie di portare alla luce uno spazio ignorato dalla letteratura, eppure formidabile specchio della realtà sociale: l'ipermercato. Ne nasce dunque un diario, in cui Ernaux registra per un anno le proprie regolari visite al «suo» Auchan annotando le contraddizioni e le ritualità ma anche le insospettate tenerezze di quel tempio del consumo. Da questa «libera rassegna di osservazioni» condotta tra una corsia e l'altra - con in mano la lista della spesa -, a contatto con le scintillanti montagne di merci della grande distribuzione, prende vita "Guarda le luci, amore mio", una riflessione narrativa capace di mostrarci da un'angolazione inedita uno dei teatri segreti del nostro vivere collettivo.

 

Commento:

Questo breve reportage in forma di diario, redatto dalla neo premiata col Nobel Annie Ernaux nel 2014 e di recente pubblicato in Italia, è l'esempio lampante di come per raccontare la società non ci sia bisogno di scrivere trattati di filosofia o fare lunghe e nebulose ricerche sociologiche: basta guardarsi intorno con occhio attento, mente aperta e pensiero critico. La Ernaux l'ha fatto riportando su un diario, con metodo e cura, le sue osservazioni tutte le volte che si è recata, per quasi un anno, all'ipermercato. Non solo, ha fatto di più: ha osservato anche se stessa, le sue reazioni di fronte ai prodotti, alla loro disposizione, ai cambiamenti nei reparti, alle persone che a seconda degli orari affollavano il negozio, facendo domande, raffronti e comparazioni. Un'indagine a tutto tondo sui clienti, sulla popolazione della sua città, della Francia, di mezzo mondo se vogliamo, realizzata partendo da una cosa che facciamo più o meno tutti, più volte alla settimana: la spesa. Se non è genialità questa… Il libro, poi, è breve e riesce ad essere insieme sociologico e intimo, serioso e tenero, nonché a farci riflettere e pensare alle nostre abitudini, ai nostri condizionamenti, alle nostre scelte. Una piccola chicca che può regalare sorprese, utile anche a chi non abbia mai letto la Ernaux e voglia scoprire la sua scrittura.

 

Opera recensita: "Guarda le luci, amore mio" di Annie Ernaux

Editore: Lorma, 2022

Traduttore: Lorenzo Flabbi

Genere: diario

Ambientazione: Francia

Pagine: 112

Prezzo: 13,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

  

sabato 19 novembre 2022

RECENSIONE: ROBERTO BOLAñO - LA PISTA DI GHIACCIO

Sinossi:

Molti anni prima che lo facessero gli sceneggiatori dei grandi serial americani, Roberto Bolaño aveva usato nel suo romanzo d’esordio quella che potremmo chiamare la tecnica delle «confessioni incrociate». In questo perfetto congegno narrativo – dove con una trama decisamente noir, che gira attorno al ritrovamento di un cadavere, si intersecano diverse storie d'amore – tre sono infatti le voci che si alternano: quella di un messicano in esilio, attratto dalla cupa e sfuggente Caridad, che vive da clandestina in un campeggio della Costa Brava e va in giro con un coltello nascosto sotto la maglietta; quella del gestore del campeggio, affascinato dalla bellissima Nuria, campionessa nazionale di pattinaggio; e quella di un funzionario socialista, un ciccione pateticamente innamorato della capricciosa pattinatrice, per la quale, stornando fondi pubblici, fa costruire una pista di ghiaccio dentro una grande villa fatiscente di proprietà del Comune. Seminando sapientemente indizi preziosi e tracce fuorvianti, Bolaño riesce a creare la rarefatta atmosfera di suspense di un buon thriller – anche se sa perfettamente che la legge non finisce sempre per trionfare, che non tutti gli assassini vengono arrestati e non tutti gli innamorati vivranno felici e contenti – e conduce la narrazione di questo «giallo notturno e cubista» con la consueta, ipnotica visionarietà.

 

Commento:

"La pista di ghiaccio" è un noir che si crede un semplice romanzo normale, un noir che non si è montato la testa, un noir atipico, ammantato di quel realismo magico che dà a noi lettori la percezione di essere capitati in un mondo altro, parallelo, surreale eppure credibile, dove tutto è possibile. Proprio perché è tutto questo, questo noir è bello: lo è perché unisce elementi distanti in una narrativa visionaria e azzardata, infrangendo così canoni e compartimenti e creando qualcosa di bello, di originale e unico. Consigliato, ovvio che sì.

 

Opera recensita: "La pista di ghiaccio" di Roberto Bolaño

Editore: Adelphi, ed. 2018, ed. originale

Traduttore: Ilide Carmignani

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Spagna

Pagine: 198

Prezzo: 17,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5.

  

domenica 13 novembre 2022

RECENSIONE: HELGA FLATLAND - UNA FAMIGLIA MODERNA

Sinossi:

«Ci stiamo lasciando»: tre brevi, semplici parole che innescano un terremoto. Quando Liv, Ellen e Ha?kon arrivano a Roma insieme ai genitori per festeggiare il settantesimo compleanno del padre, tutto si aspettano tranne quello che sta per accadere: i genitori annunciano che hanno deciso di divorziare. Scioccati e increduli, i fratelli cercano di venire a patti con questa decisione, che inizia a riecheggiare nelle case e nelle famiglie che hanno a loro volta creato e li costringe a ricostruire la narrativa condivisa della loro infanzia e della loro storia familiare, ma soprattutto a ripensare la propria visione sulle relazioni di coppia. Liv, la sorella maggiore, sprofonda in una crisi che inevitabilmente si riflette sul suo matrimonio; Ellen soccombe di fronte alla difficoltà di conciliare la distruzione familiare con il suo desiderio di avere un bambino a tutti i costi; e infine Ha?kon, inizialmente convinto della propria emancipazione, si scontra con la consapevolezza di non aver ancora davvero tagliato il cordone ombelicale.

 

Commento:

"Una famiglia moderna". Sembra quasi un titolo ironico, una sorta di velata presa in giro dell'autrice verso i suoi personaggi, tre adulti che, alla cena del settantesimo compleanno del padre, si ritrovano a fare i conti con qualcosa di imprevisto: il fatto che i loro genitori – ormai anziani – abbiano deciso di separarsi. Sulla carta, in fondo, la frase "Stiamo pensando di lasciarci" non dovrebbe suonare così sconvolgente, specie a tre adulti europei dei giorni nostri, gente che ha a sua volta creato una sua famiglia, una sua routine, una sua vita privata… eppure, i tre figli di questa coppia sono spiazzati, persino arrabbiati per questa "novità" che finisce per travolgere anche le loro vite, i rapporti che hanno intessuto e tutte le – vere o presunte – certezze che avevano conquistato negli anni. È un esperimento interessante osservare come cambiano le loro vite, il rapporto con loro stessi, la loro quotidianità dopo l'esplosione di questa bomba familiare che, a quanto pare, ha risvolti molto meno privati e personali di quanto saremmo portati a pensare. Il libro, peraltro abbastanza breve e scorrevole, ruota proprio attorno a questa rivelazione e all'analisi delle diverse reazioni dei figli e alle conseguenze e ricadute su di loro. Interessante ed originale, "Una famiglia moderna" è una sorta di esperimento sociale più che una buona lettura. Consigliata? Direi di sì.

 

Opera recensita: "Una famiglia moderna" di Helga Flatland

Editore: Fazi, 2022

Traduttore: Alessandro Storti

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Norvegia-Italia

Pagine: 320

Prezzo: 18,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5.

  

RECENSIONE: JASON REKULAK - TEDDY

Sinossi:

Teddy era in cucina con un nuovo disegno. È l'immagine di un uomo che cammina all'indietro in un bosco fitto e intricato. Trascina una donna per le caviglie, ne sposta il corpo senza vita. Sullo sfondo, tra gli alberi, si vedono la mezzaluna e molte piccole stelle luccicanti. «Teddy? Questo cos'è?»

Teddy è un dolce bambino di cinque anni, intelligente e curioso, che ama disegnare qualsiasi cosa: gli alberi, gli animali, i genitori e, occasionalmente, anche la sua amica immaginaria, Anya, che dorme sotto il suo letto e gioca con lui quando è da solo. Ma ora a occuparsi di lui per tutta l'estate c'è Mallory, la nuova babysitter. I due si sono piaciuti fin dal primo incontro, tanto che il signor Maxwell non ha potuto opporsi all'assunzione della ragazza, che nonostante la giovane età ha dei difficili trascorsi con la droga. All'apparenza tutto è perfetto: i Maxwell sono gentili e comprensivi, la loro casa sembra uscita direttamente dalla copertina di una rivista e le giornate sono scandite da una routine serena, che comprende giochi, pisolini e bagni in piscina. Fino a quando i disegni di Teddy cominciano a cambiare, diventano sempre più strani, cupi, quasi macabri e rivelano un tratto decisamente troppo complesso per un bambino di quell'età. Che cosa sta succedendo? Per Teddy è colpa di Anya, è lei a dirgli cosa rappresentare e a guidare la sua mano. Qualcosa non va e, anche se può sembrare una follia, solo Mallory può scoprire la verità prima che sia troppo tardi. Un thriller che sconfina nel paranormale e che, grazie alla forza espressiva delle illustrazioni, vi sorprenderà, pagina dopo pagina, in un inquietante crescendo, fino all'imprevedibile colpo di scena finale.

 

Commento:

Già da qualche tempo, girando sul web, leggevo di questo nuovo paranormal thriller statunitense dal successo tale che ne verrà presto tratta una serie tv. Mi sono quindi detta: sarà il solito caso letterario che ciclicamente entusiasma tutti, fa parlare di sé e poi si dimentica o magari varrà la fama? C'era solo un modo per saperlo: leggerlo. Ebbene, secondo me questo è uno di quei casi intermedi in cui il libro non è rivoluzionario, ma non è neanche da buttare, anzi. "Teddy" è un thriller che ha molto di paranormale senza risultare inverosimile; la protagonista, Mallory, è un bel personaggio positivo, che si è riscattato da un passato difficile e di cui, tuttavia, siamo portati a dubitare per buona parte della storia; l'ambientazione ed il contesto sono interessanti (una villa simile alle case di pan di zenzero, una famiglia modello, severa ma moderna, un bosco per tante avventure…), l'aspetto soprannaturale non mette totalmente in ombra a trama thrilling ed il relativo climax emozionale. L'autore riesce a scrivere un'opera credibile nel suo genere – fatto per niente scontato – e, sebbene non rivoluzionaria, decisamente sopra la media da un po' di tempo a questa parte… mi ha quasi – quasi – ricordato un qualcosa alla King ed è tutto dire. In conclusione, un buon thriller/horror da leggere se amate il genere: non certo qualcosa per cui infiammarsi e gridare al capolavoro, ma sicuramente un libro dignitoso, confacente alle aspettative. Consigliato.

 

Opera recensita: "Teddy" di Jason Rekulak

Editore: Giunti, 2022

Traduttore: Roberto Serrai

Genere: thriller, horror

Ambientazione: Stati Uniti

Pagine: 416

Prezzo: 16,90 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

  

mercoledì 9 novembre 2022

RECENSIONE: PIERA CARLOMAGNO - IL TAGLIO FREDDO DELLA LUNA

Sinossi:

Piera Carlomagno tesse in questo nuovo noir una magistrale trama di ombre in cui stavolta anche l’indomita Viola Guarino, anatomopatologa e un po’ strega, faticherà a non restare invischiata.

Gli ultimi istanti di quiete, l’ultimo lampo di spensieratezza: è l’inizio del pranzo di fine estate che Marina Pietrofesa Cortese, matriarca ottantenne, ha imbandito per la famiglia, in uno degli eleganti lidi della costa ionica lucana. Certo è strano che Wlady, nipote prediletto di Marina, non sia arrivato, ma la sua assenza è solo un’increspatura nell’atmosfera dorata che avvolge quella famiglia di antichi latifondisti. Ben diversa la giornata di Viola Guarino, chiamata ad analizzare una scena del crimine che sembra una quinta teatrale: il professor Vittorio Ambroselli ucciso come Marat nella vasca da bagno della sua casa ricca di opere d’arte. Uno come Ambroselli, riflettono gli inquirenti, tra cui l’affascinante sostituto procuratore Loris Ferrara, poteva avere molti nemici: era il fisico della Fossa Irreversibile in cui, a pochi chilometri da lì, negli anni Cinquanta, erano state nascoste le scorie nucleari americane. E quando viene a galla la relazione di sua figlia diciassettenne, Ginevra, con il giovane Wlady – la cui assenza comincia ad assumere i contorni di una scomparsa – i due casi appaiono inequivocabilmente collegati. La soluzione si trova solo nel presente o in un passato che, come le scorie nucleari, è sepolto nelle profondità della colpa? L’ultima estate dell’innocenza: un evento, un’esperienza, un topos che per i protagonisti di questa storia torna e si ripete come una maledizione.

 

Commento:

Non mi soffermerò oltre sulla trama, già sufficientemente svelata dal risguardo di copertina… Rileggendola a distanza di giorni dalla lettura del romanzo, però, mi viene in mente una considerazione che voglio condividere con voi, a commento di una storia nera che, oltre a farmi ritrovare con grande piacere Viola Guarino, mi ha lasciato dentro una tristezza nuova. La mia considerazione – che dà poi la stura a varie riflessioni - riguarda l'importanza dei titoli: sin dal momento in cui ho appreso – dalla bacheca Facebook dell'autrice – della pubblicazione di questo terzo episodio della serie, ho avvertito qualcosa di disturbante nel titolo. Ho realizzato solo ora, a lettura conclusa ed a storia sedimentata, che si trattava della parola "freddo". Era come se, in un romanzo ambientato in Lucania, per giunta in estate, fra natura lussureggiante, tramonti da favola e città accoglienti e bellissime, questo termine stonasse, stridesse rispetto all'insieme. E invece… invece no. Invece questo termine mi ha accompagnata per tutta la lettura e anche dopo: rimaneva lì, dietro la coscienza, come una percezione altra e costante, mentre registravo i cambi di ambientazione (stavolta siamo sul lato ionico della regione), un distacco, una cupezza e una malinconia maggiore nella protagonista, una maggiore crudezza nella trama e nella "scenografia" dell'omicidio rispetto agli altri finora trattati da Viola… Era sempre lì, quel freddo, mentre notavo il cambio – probabilmente impercettibile a chi non avesse letto i romanzi precedenti con la mia stessa attenzione (e ammirazione) – nel tono della prosa dell'autrice, sempre elegante, ricercata, sofisticata, ma stavolta più altera. È quasi come se Piera Carlomagno abbia voluto prendere emotivamente le distanze da quanto racconta qui per non edulcorare le vicende, per non ammantarle di umanitas o pietas e così cristallizzandole e conferendo loro un'ineluttabilità nuova. Non c'è scampo, non speranza, non facile via d'uscita: non si sfugge dal passato, da ciò che si è, dalle azioni che si compiono. È, probabilmente, questo il messaggio ultimo di questa storia mediterranea, sì, ma nera che più nera non si può… nera come il fondo di una fossa, o meglio, se è vero che le parole hanno un peso, una fossa irreversibile. Il legame tra Viola, le vittime, il passato, la storia qui si evolve, va oltre la comprensione della caratteristica rassegnazione lucana di cui vi parlavo recensendo Una favolosa estate di morte; va persino oltre la malia e il fascino nero che ci conduce alla terra attraverso l'antico, come avveniva in Nero lucano… qui siamo alla resa dei conti, un po' come accade tra Loris e Viola: bisogna decidersi a guardarlo in faccia, quel fondo, altrimenti sarà impossibile riemergere. E forse sarò fatalista, è certamente un caso che questa storia sia uscita in autunno, ma – a differenza delle recensioni precedenti – oggi non vi dirò che questo libro sarà un'ottima compagnia nei caldi pomeriggi estivi e neppure in quelli freddi d'inverno… Questo è un libro che va letto solo se si ha la convinzione e la forza di guardare in faccia la realtà: oltre ad un Sud da cartolina, tutto folclore e sensualità, c'è altro. Ma scavare costa fatica e gli scenari che si potrebbe essere costretti ad ammirare potrebbero non essere del tutto piacevoli. E, ve l'assicuro, voltare la cartolina a faccia in giù e richiudere il cassetto potrebbe non essere così facile.

 

Opera recensita: "Il taglio freddo della luna" di Piera Carlomagno

Editore: Solferino, 2022

Genere: noir, seriale

Ambientazione: Lucania

Pagine: 352

Prezzo: 19,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

  

venerdì 4 novembre 2022

RECENSIONE: PRISCILLA LOVESTONE - UN'ADORABILE RAGAZZA GRASSA

Sinossi:

�� La commedia romantica che ribalta gli stereotipi sul corpo delle donne ��
�� Ironica e divertente, da leggere tutto d'un fiato! ��
«E se l'uomo con i più intensi occhi verdi che tu abbia mai visto, si interessasse improvvisamente a te, una semplice ed insicura ragazza grassottella?!»
Emily odia il suo corpo, morbido e burroso, ed ha un baule pieno di vestiti che non indosserà mai. Tra relazioni sentimentali disastrose, appuntamenti da dimenticare, e una vita lavorativa non proprio soddisfacente, Emily ha passato la vita a sentirsi inferiore ed ha preso la cattiva abitudine di allontanare le persone per paura di essere ferita.
Ma cosa accadrebbe se l'amore la costringesse a guardarsi con altri occhi?!
Nico, il suo migliore amico fin dall'infanzia, è sempre pronto a correre da lei per asciugare le sue lacrime.
Ma un giorno, alla sua porta, si presenta un misterioso e tormentato uomo con gli occhi verdi più belli e strafottenti che lei abbia mai visto.
Non la solita storia della "bruttina" che diventa bella, ma la storia di una ragazza che si riscopre completa, meravigliosa, e perfetta, esattamente così com'è 
��
Priscilla Lovestone ci sorprende con un romanzo rosa, romantico e slow burn, che strizza l'occhio al movimento body positive. Una vera e propria storia d'amore per se stessi e per gli altri.

 

Commento:

"Un'adorabile ragazza grassa"… e dopo aver letto questo titolo, come potevo io, che sono innegabilmente (ed irrimediabilmente) in carne, non leggere questo libro? E, pensate un po', mi è anche piaciuto! Ma poi, pensandoci bene, avrebbe mai potuto essere altrimenti? Forse no, perché questa commedia rosa assai romantica ed anche un po' erotica racconta in modo realistico le sensazioni, esperienze, pregiudizi e umiliazioni che chiunque non si senta a proprio agio con se stessa ha provato – come minimo – una volta nella vita. E fa di più: non solo ce ne parla senza riserve, in modo realistico e schietto, ma ci offre anche due validi esempi di due diversi atteggiamenti rispetto a quello che viene percepito come un problema, un disagio appunto. C'è l'atteggiamento di Emily, la protagonista, distruttivo, negativo, portato al compiangersi, disfattista e per nulla propositivo; poi c'è l'atteggiamento di Greta che… ve l'assicuro, sarebbe da conoscere nella realtà e da avere appoggiata alla a contendersi il poco spazio con l'angelo custode. Certo, questo è un libro quindi molto è giustamente estremizzato – storia d'amore compresa – ma il messaggio arriva forte e chiaro: ama te stessa, fai pace col tuo corpo, ascoltalo, assecondalo, valorizzalo e le opportunità non tarderanno ad arrivare… e se proprio non dovessero arrivare, beh, starai comunque meglio di prima! È tutta questione di atteggiamento nella vita, sta a noi scegliere quello giusto. E d'altronde, sono tante le disavventure e le situazioni che non possiamo cambiare, cerchiamo almeno di vivere ciò che ci accade con lo spirito giusto! Ecco, è questo il messaggio che arriva da queste pagine e che mi spinge a consigliare questo libro… le emozioni che ho provato io leggendolo sono tante e contrastanti: dall'immedesimazione, in certi passaggi, con Emily alla stima e simpatia immediata per Greta, all'incertezza su David poi sostituita da fiducia, alla rabbia per certe (in)decisioni di Emily… e poi risate e un pizzico di sogno che non guasta di certo. Insomma, davvero una bella scoperta questo romanzo, una lettura onesta e non banale.

 

Opera recensita: "Un'adorabile ragazza grassa" di Priscilla Lovestone

Editore: Amazon, 2022

Genere: romanzo rosa

Ambientazione: Inghilterra

Pagine: 293

Prezzo: 9,90 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5.