simposio lettori copertina

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mercoledì 31 agosto 2022

RECENSIONE: CHARLES DICKENS - TEMPI DIFFICILI

Sinossi:

Nella “chiazza di fuliggine e di fumo” di Coketown, una sorta di Londra infernale “non contaminata da tracce di fantasia”, prendono vita i contraddittori personaggi di Tempi difficili, uno dei più amari e complessi romanzi di Charles Dickens. Il sindacalista Slackbridge incanta folle di sfruttati con argomenti demagogici e superficiali; l’operaio Stephen Blackpool, legato a una moglie alcolizzata e prostituta, viene accusato ingiustamente di furto, e licenziato dal padrone; il rapace imprenditore Bounderby, uomo che si è fatto da sé, si crogiola nella sua finta strategia liberista; il politico Harthouse cerca proseliti per il “partito dei fatti” dove ogni sistema ideologico vale l’altro. Con cupa fantasia goyesca Dickens costruisce una sorta di favola morale, un’ironica e amara critica all’utilitarismo industriale e alla sua possibilità di accrescere la felicità umana.

 

Commento:

Esprimere un qualche giudizio, seppur senza pretese di obiettività, su questo romanzo è per me molto difficile. Ho faticato ad entrare nella storia, ad abituarmi allo stile per buona parte del romanzo. Solo a circa un quarto dalla fine la storia mi è parsa interessante ed ho certamente apprezzato il finale. In più ho letto troppo poco di Dickens per poter fare confronti con altre sue opere… Ciò che posso dire, quindi, è che "Tempi difficili" non è un romanzo facile – né per tematiche né per stile – ma di certo è un'opera incisiva: i personaggi, fortemente caratterizzati, restano impressi per il loro contegno ed animo, prima che per le loro azioni. L'ambientazione è quella di una città industriale dell'Inghilterra vittoriana, con le sue case tutte uguali, il fumo, il fango, le differenze di classe più accentuate che mai. E molto, in effetti, nella trama ruota attorno a questo contesto, come accade, d'altronde, in molti romanzi dell'epoca, non solo inglesi. Un'opera incisiva, amara, complessa, dunque, ma sicuramente da conoscere.

 

Opera recensita: "Tempi difficili" di Charles Dickens

Editore: Rizzoli, ed. originale 1854

Traduttore: Bruno Tasso

Genere: letteratura inglese

Ambientazione: Inghilterra vittoriana

Pagine: 320

Prezzo: 9,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5.

  

RECENSIONE: SONIA SACRATO - LA MOSSA DEL GATTO

Sinossi:

Una vecchia casa da svuotare. Una soffitta che nasconde dei segreti. Un passato che torna a galla.

22 novembre 1956: le acque del Piave restituiscono il corpo della giovane Virginia. Nonostante dei lividi sospetti sul suo corpo, il medico legale certifica la morte per annegamento. L'ipotesi di omicidio è messa da parte dopo avere ascoltato la sorella della vittima e il caso viene archiviato come suicidio.
Sessant'anni dopo. Cloe – una giovane insegnante di storia dell'arte – non riesce a dire di no alla richiesta della madre che vuole il suo aiuto per svuotare la vecchia casa della nonna, Clotilde, morta da poco. Lascia quindi Alba in compagnia di Pablo, il suo gatto, alla volta di Vas, in Veneto. Cloe non ha bei ricordi legati a Vas, né alla nonna: è decisa a tornare ad Alba prima possibile. Ma il paesino ha delle sorprese in serbo per lei. Una triste storia che riguarda la sorella della nonna, che Cloe ignorava. Un incontro con qualcuno che, da piccola, le ha fatto battere il cuore. Ma soprattutto soffitte che celano misteri e che accendono in lei un irrefrenabile desiderio di sapere. Aiutata da un carabiniere in pensione e dall'inconsapevole ma decisivo gatto, Cloe si lascerà travolgere da un'indagine che la porterà a scoperte davvero inaspettate.

 

Commento:

Evidentemente primo di una nuova e certamente fortunata serie di Mistery, "La mossa del gatto" è un Cozy carino e gradevole, un giallo soft con piacevoli incursioni nel rosa, una storia familiare che sembra quasi diventare giallo per un caso fortuito (in realtà è chiaro che l'autrice intendesse già imprimere la piega misteriosa al romanzo, ma è stata abile nel darci la sensazione, per un momento, che la trama avesse vita propria). I personaggi risultano alquanto stereotipati e abbastanza prevedibili, è vero, e qualche descrizione un po' più ridondante del dovuto rallenta la scorrevolezza della narrazione, ma la storia regge e coinvolge, tanto che si arriva agevolmente al colpo di scena finale senza averlo minimamente sospettato e soprattutto con la voglia di leggere ancora di Cloe, Fabrizio e il mitico – e mica tanto inconsapevole – gatto Pablo! Ora, intendiamoci: i Cozy non sono gialli classici né noir, nascono già con una leggerezza presupposta ed intrinseca, perciò non ci si può aspettare qui la solennità, la cupezza o la profondità che vorremmo trovare in altre forme di Detective Story. Tuttavia questo romanzo presenta collegamenti con un fatto storico di grande rilievo (la strage di Marcinelle del 1956) ed un minimo di approfondimento storico e culturale che, per quanto mi riguarda, compensa una certa approssimazione nello stile.

Lettura consigliata, dunque? Sì, decisamente Cozy promosso, anzi, vado a cercare il seguito!

 

Opera recensita: "La mossa del gatto" di Sonia Sacrato

Editore: Newton Compton, 2021

Genere: giallo, Cozy

Ambientazione: Veneto

Pagine: 256

Prezzo: 9,90 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5.

  

domenica 28 agosto 2022

RECENSIONE: MONA AWAD - TUTTO E' BENE

 

Sinossi:

Miranda Fitch cammina sul filo della vita come un funambolo, in bilico tra amore per l'arte e orrore per la quotidianità. L'incidente che ha messo fine alla sua promettente carriera di attrice l'ha lasciata con un mal di schiena inestinguibile, un matrimonio fallito e una crescente dipendenza dagli antidolorifici. E adesso è sul punto di perdere il lavoro da regista teatrale al college. Decisa a mettere in scena "Tutto è bene quel che finisce bene" di Shakespeare, l'opera teatrale che le è stata promessa e che le è costata tutto, si trova ad affrontare un cast ribelle che vuole invece portare in scena Macbeth. Miranda vede scivolare via la sua possibilità di riscatto. È allora che incontra tre bizzarri benefattori che, misteriosamente, conoscono il suo passato e hanno una proposta allettante per il futuro: lo spettacolo andrà in scena, gli studenti rivoltosi avranno ciò che si meritano, e quei dolori invisibili e ignorati da tutti che l'hanno tenuta lontana dai riflettori verranno resi noti. Ma chi sono davvero? Angeli o demoni, presenze reali o spettri? Non importa. Del resto, cosa può davvero salvarci dai nostri mali se non la potenza dell'immaginazione? Se non il teatro, che ci permette di vivere almeno per un po' in un mondo parallelo dove gli equilibri si ristabiliscono, il senso di giustizia prevale, dove tutto è bene? Un romanzo che è un'esperienza mistica, ricco di ironia e tensione drammatica, permeato di inquietudine, maledizioni e infinita magia.

 

Commento:

Beh, mi è capitato di leggere svariati romanzi particolari, surreali, strani, ma probabilmente finora non avevo ancora mai letto nulla che arrivasse al livello di delirio che ho riscontrato in quest'ultimo romanzo di Mona Awad. Siamo in un college del New England e un gruppo di studenti si appresta a preparare lo spettacolo annuale conclusivo del corso di teatro tenuto dalla professoressa Fitch. Lo fanno controvoglia, perché l'opera che la docente ha deciso di rappresentare non li coinvolge affatto: è "Tutto è bene quel che finisce bene" di Shakespeare, un'opera pressocché sconosciuta alla quale avrebbero certamente preferito il Macbeth. O non sarà forse proprio lei, Miranda Fitch, a non coinvolgerli affatto? Miranda era un'attrice con davanti a sé una carriera promettente, ma si è infortunata cadendo dal palco. Un'operazione all'anca e molti, molti dolori dopo, si ritrova – senza averne veramente titolo – ad insegnare teatro e fare la regista in quel college. Il dolore, però, le condiziona le giornate, le relazioni, la vita. Miranda oramai ha ceduto alla malia del dolore, se ne lascia sopraffare, sembra quasi crogiolarcisi. Tutti sembrano essere contro di lei, la collega invidiosa e subdola, gli studenti mediocri che la osteggiano e vorrebbero sabotarla, persino Grace, l'unica collega amica che aveva… ma una sera, un incontro apparentemente casuale sembra poter cambiare la situazione. Mentre è al bancone di un pub e cerca di alleviare il dolore con l'alcol, tre uomini le propongono una soluzione… E lei accetta, senza chiedersi niente, senza pensare alle conseguenze. E se questa misteriosa proposta potesse ridarle la sua vita? In una moderna rivisitazione del Dorian Grey, Miranda Fitch ci porta nei meandri di una mente scossa, provata, instabile, allucinata. Seguendo la sua parabola di apparente guarigione, analizziamo l'evoluzione del dolore, la sua dimensione prettamente mentale più che corporale, i compromessi cui è disposto a scendere chi crede di non poterlo più sopportare. Un ruolo chiave, in questa storia, è affidato all'immaginazione, al teatro come mondo parallelo che "guarisce" e consente di esternare tutti i propri sentimenti e combattere i propri demoni. C'è, inoltre, una percentuale di magia, se così vogliamo chiamarla, in queste pagine. A voi, qualora vogliate provare l'esperienza mistica che è leggere questo strano romanzo, scoprire perché.

 

Opera recensita: "Tutto è bene" di Mona Awad

Editore: Fandango 2022

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Stati Uniti

Pagine: 352

Prezzo: 24,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7.

 

RECENSIONE: MARIO VARGAS LLOSA - LA ZIA JULIA E LO SCRIBACCHINO

Sinossi:

Vi si narra la vicenda o meglio la carriera, di Pedro Camacho, fecondissimo produttore boliviano d'intrecci (lo chiamano anche Balzac creolo) che, chiuso in una mefitica stanzetta, sforna trame melodrammatiche e truculente per un programma di feuilleton di Radio Lima. Tutti attendono con impazienza le puntate della sua fantasia, ma improvvisamente le differenti trame di appendice prendono a confondersi tra loro. Camacho è impazzito e sarà degradato a galoppino d'una rivista di sicuro fallimento. D'altro lato, ecco invece la storia di Mario, giovane aspirante scrittore attratto da questa curiosa macchina dell'immaginario che ci racconta una sua complicata storia: s'innamora di una zia vedova e più matura che finirà per sposare.

 

Commento:

Avevo letto, anni fa, "Avventure della ragazza cattiva" di Mario Vargas Llosa e non mi era piaciuto, o meglio mi aveva lasciata alquanto indifferente… ricordo di averlo trovato troppo estremo per certi versi, inverosimile, troppo europeo. Per fortuna ho deciso di dare un'altra possibilità a quest'autore: mi sarei persa un libro delizioso! Di tutt'altro tenore rispetto al libro sopracitato, "La zia Julia e lo scribacchino" è un libro bellissimo, divertente, tenero, ironico, un po' pazzo di quella pazzia allegra, capace di burle epiche, feste improvvisate e travolgenti e grandi melodrammi per nonnulla. Quella gioviale follia che, quando la trovi nelle pagine di un libro, esclami: "Ok! Senza dubbio siamo in America Latina!". Ed infatti siamo a Lima, tra il 1953 e il 1954. Mario ha diciott'anni, studia svogliatamente legge, lavora come direttore del notiziario in una radio e sogna di diventare, un giorno, uno scrittore. Due sono le storie che, parallelamente, ci racconta in prima persona in queste pagine: una è la storia d'amore folle e totale per la boliviana Julia, una zia acquisita da poco giunta in città per trovare marito, divorziata e con quattordici anni più di lui; l'altra, all'apparenza più ordinaria ma in realtà ben più surreale, è la vicenda di Pedro Camacho, boliviano pure lui, uomo di non molta erudizione ma di grande ingegno, scrittore indefesso e prolifico di romanzi radiofonici di grande successo. Due vicende che, in questo libro così singolare, si sviluppano in parallelo: nei capitoli dispari procede il racconto di Mario e Julia, in quelli pari ci sono proprio i racconti di Pedro Camacho, con il capitolo conclusivo, il ventesimo, in cui si riannodano i fili di una storia intensa, ma in fondo anche triste. In questa storia per metà autobiografica e per metà fucina di prossime idee, tanti sono i personaggi, alcuni anche grotteschi, difficili da dimenticare. Assolutamente consigliato!

 

Opera recensita: "La zia Julia e lo scribacchino" di Mario Vargas Llosa

Editore: Einaudi, ed. originale 1977, ed. italiane 1979 e 2006

Traduttore: Angelo Morino

Genere: romanzo autobiografico

Ambientazione: Lima, Perù, anni 50

Pagine: 330

Prezzo: 12,40 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.

  

sabato 27 agosto 2022

RECENSIONE: CHRIS BOHJALIAN - L'ASSISTENTE DI VOLO

Sinossi:

Una storia ammaliante sugli inganni della memoria, sull'eccitante potere dell'alcol e sulle devastanti conseguenze della dipendenza. E ovviamente, una storia di omicidi.

Cassandra Bowden, di professione assistente di volo, è abituata ai bruschi risvegli post sbornia. È una forte bevitrice e con il lavoro che fa le avventure capitano di frequente: per lei i momentanei vuoti di memoria non sono una novità. Così anche questa volta, al suo risveglio in una stanza d'albergo a Dubai, tenta di mettere insieme i pezzi di quello che è successo la sera prima. Muovendosi con circospezione per non peggiorare il dolore alla testa, getta un'occhiata all'uomo disteso lì accanto, con il quale ha passato la notte. Ha i capelli neri. È totalmente immobile. E freddo. E c'è sangue, una viscida pozza di sangue che si allarga sul lenzuolo. Cosa deve fare? Chiamare la polizia? Ma è una donna single, da sola in un albergo in un paese straniero... Spaventata, Cassie inizia a mentire. Mente quando raggiunge gli altri membri dell'equipaggio. Mente prestando servizio in prima classe sul volo per Parigi. Mente agli agenti dell'FBI che la aspettano al gate a New York. E d'un tratto è troppo tardi per raccontare – e affrontare – la verità su cosa sia successo a Dubai. Potrebbe essere lei l'assassina? E se non è lei, chi?

 

Commento:

Ecco un libro che è riuscito a sorprendermi, e in positivo. Mi aspettavo una lettura passe-par-tout, senza infamia e senza lode, invece ho scoperto un thriller avvincente e coinvolgente ed un autore da approfondire. Quella di Cassandra Bowden è una storia di inadeguatezza, dipendenza, autodistruzione. L'alcol per questa giovane donna è un problema serio, che diventa emergenza quando, una mattina come tante, dopo aver lavorato sul volo di linea per Dubai, si sveglia accanto al cadavere dell'uomo con cui ha appena passato una serata di sesso e alcol. Come sono andate realmente le cose? Cos'ha fatto lei? Cosa non ha fatto? E poi un dilemma: affrontare tutto o fuggire? L'incertezza dura un attimo, poi la natura di Cassie ha il sopravvento: fuggire… e mentire. Ma le cose potrebbero essere più difficili di quanto avesse immaginato… Un ottimo thriller che ben presto diventa una spy story: chi era in realtà Alex Socolov, la vittima? Perché, e da chi, è stato ucciso? Da leggere!

 

Opera recensita: "L'assistente di volo" di Chris Bohjalian

Editore: Mondadori, 2021

Traduttore: Sara Puggioni

Genere: thriller, spy story

Ambientazione:  Dubai, New York, Roma

Pagine: 384

Prezzo: 15,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.

  

mercoledì 24 agosto 2022

RECENSIONE: FEDERICO PACE - LA BELLA ESTATE

Sinossi:

L'estate è l'unica stagione in cui tutto può succedere. Capace piú di ogni altra di innescare desideri, sciogliere malinconie e far intravedere all'orizzonte qualcosa di nuovo. Un incanto che si ripete ogni anno, regalandoci l'illusione che nulla sarà piú come prima.

La sua maestosa lentezza. L'esplodere di una natura inattesa, a volte estrema. Un tuffo in acqua. Lo sfiorarsi delle labbra. I silenzi. Gli incontri. Le città deserte. Le notti che si dissolvono nel giorno senza cesura. Al pari di esploratori che si nutrono dell'ignoto, ogni anno siamo pronti a perderci dietro la chimera dell'estate, la stagione piú effimera. La piú luminosa, ma forse anche la piú amara. Quando finisce infatti sentiamo un vuoto dentro. E il ricordo delle emozioni che abbiamo provato non smette di inseguirci. Quali che siano le esperienze vissute, le gioie o le disfatte, al pari dell'araba fenice l'estate risorge sempre dalle sue stesse ceneri, riproponendoci, mescolati insieme, la meraviglia, il sogno e il disincanto. Senza che ci si possa difendere. Seguendo le trasformazioni che porta con sé la stagione piú fugace e inafferrabile, quel che avviene al pianeta, alle piante, agli animali, e soprattutto a ciascuno di noi, Federico Pace racconta da angoli inediti storie emblematiche e avvincenti che hanno preso vita durante quei giorni cosí infuocati da suscitare le aspettative piú vertiginose. Storie accadute a chi ha lasciato che l'estate, ancora una volta, portasse con sé una strana felicità.

 

Commento:

"La più bella estate" è una raccolta di storie brevi, quasi fugaci, ma intense, proprio come quei momenti di pura bellezza che emergono come una brezza salvifica dal caldo estivo. Sono storie di personaggi noti e meno noti, accadute o sviluppatesi in estate… la stagione in cui tutto è possibile, in cui abbiamo il coraggio di provare a vivere davvero pienamente. Momenti belli e momenti tristi, lieti fine e conclusioni amare, alternate proprio com'è la vita quotidiana, fatta di tanti piccoli giorni che si incastrano a creare un mosaico unico e struggente. Non sono tutti incisivi allo stesso modo, questi racconti, com'è normale che sia, ma ci sono delle piccole perle difficili da dimenticare. Un libro piacevole che dà spunti a successivi approfondimenti.

 

Opera recensita: "La più bella estate" di Federico Pace

Editore: Einaudi, 2022

Genere: racconti

Pagine: 192

Prezzo: 14,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

  

martedì 23 agosto 2022

RECENSIONE: KATRINE ENGBERG - IL PORTO DEGLI UCCELLI

Sinossi:

In una bella giornata di primavera, Oscar Dreyer-Hoff, quindici anni, sparisce. Visto il difficile rapporto con i genitori, noti galleristi e commercianti d'arte, la cosa più probabile è che sia scappato di casa. E che entro ventiquattr'ore sarà già di ritorno. Ma le ore passano, passano anche i giorni, e di Oscar ancora nessuna traccia. Dal momento che si tratta di una famiglia in vista, che per di più ha ricevuto una serie di lettere minatorie, l'indagine viene affidata a Jeppe Kørner e Anette Werner. I due poliziotti della sezione Omicidi di Copenaghen cominciano a scavare nella vita del ragazzino, per scoprire, tra le altre cose, che da tempo riceveva messaggi anonimi, e che a casa sua tutti hanno un modo di fare molto ambiguo. Perché qualcuno lo minacciava? Cosa nascondono quelli che gli stanno intorno? E cosa c'entra Oscar con i traffici equivoci che agitano il porto di Copenaghen? Tra adulti troppo carichi di impegni, adolescenti ombrosi e artisti imbroglioni, il duo meglio assortito del corpo di polizia danese indaga nei passaggi segreti di fortezze marine, in cunicoli sotterranei e su isole abbandonate, per trovarsi inevitabilmente di fronte ad anime sole e inquietanti segreti di famiglia.

 

Commento:

Terzo capitolo della serie danese con protagonisti Jeppe Korner ed Anette Werner, questo "Il porto degli uccelli" mi ha convinto decisamente più del volume precedente, "Ali di vetro": l'ho trovato più armonico, meglio strutturato, un po' più approfondito anche nella caratterizzazione dei personaggi. Dà, a mio parere, la giusta direzione ad una serie promettente che altrimenti rischiava di finire in un appiattimento inconsistente. Si nota uno sviluppo della trama orizzontale, si approfondiscono la psicologia dei protagonisti e le dinamiche di squadra, senza dimenticare di affrontare – seppur con una certa superficialità – tematiche importanti e scottanti di stretta attualità. L'adolescenza ed il rapporto con la famiglia, in particolare, sono al centro di questo specifico thriller in cui i personaggi si muovono in un'apparente ovattata leggiadria in una Copenaghen primaverile e piena di fascino mitteleuropeo. Romanzo consigliato, il giusto imprinting ad una serie che ne aveva bisogno.

 

Opera recensita: "Il porto degli uccelli" di Katrine Engberg

Editore: Marsilio, 2022

Traduttore: Eva Valvo

Genere: thriller, seriale

Ambientazione: Danimarca

Pagine: 352

Prezzo: 18,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5.

  

sabato 20 agosto 2022

RECENSIONE: FABIO STASSI - MASTRO GEPPETTO

Sinossi:

Se le avventure di Geppetto, il creatore di Pinocchio, fossero del tutto diverse da come le conosciamo? Se accanto alle peripezie del burattino che si è fatto bambino vi fossero anche quelle di un padre che tanto ha voluto un figliolo da costruirselo con le proprie mani? Fabio Stassi ha scritto una storia nuova a partire da una storia classica, quella di uno dei più grandi romanzi della letteratura italiana. Nelle sue pagine l’anziano falegname diviene un uomo febbrile animato dal desiderio della paternità, vittima di uno scherzo crudele dei suoi concittadini. Le gesta del burattino, buffe, drammatiche, violente, si mischiano alle sue avventure, a loro volta sorprendenti e a tratti sconcertanti. L’uomo Geppetto sembra uscire dalla fiaba per grandi e piccini di Collodi e spostarsi su un palcoscenico contemporaneo dove la povertà, la malattia, il bisogno di amore, la crudeltà e il riscatto sono al centro della scena, motore concreto dell’azione. Così Geppetto diventa il ritratto di un uomo introverso e temerario, candido e visionario, che si accinge ad affrontare il mondo e a scoprirlo di nuovo, inseguendo il sogno di una creatura che sia carne della sua carne, in cui riversare le emozioni e l’affetto che porta dentro. Ma quel mondo lo disprezza e lo deride, rivelando tutta la sua ferocia in una condanna impietosa della solitudine e della diversità.
In Mastro Geppetto Stassi si abbandona con evidente piacere a uno dei suoi grandi talenti, quello di plasmare la materia reale e immaginaria delle storie e dei personaggi per trarne un racconto che affonda le radici nel desiderio e nella fantasia, producendo la metamorfosi che trasforma la finzione dell’arte letteraria nella verità più luminosa e commovente, più dolorosa e umana.

 

Commento:

Siamo tutti abituati a leggere/guardare le avventure di Pinocchio dal punto di vista di quel birbone d'un burattino, ma se per una volta provassimo a metterci da quello del suo babbo? Fabio Stassi l'ha fatto, peraltro con un'opera egregia, immaginando una vita prima di Pinocchio ed un contesto sociale intorno a quel falegname così mite e paziente. Un contesto sociale sorprendente e sorprendentemente realistico, un paesino arroccato sul fango, in cui tutti si conoscono e – come accade solo raramente, per le grandi occasioni, laddove normalmente forse si scannerebbero – si coalizzano contro il singolo, il tocco, l'emarginato. Provoca una grande tristezza immaginare Geppetto come ce lo rappresenta Stassi, perché questa rappresentazione tocca corde profonde ed intime in ciascuno di noi, sia egli giovane o anziano, solo o circondato da un gruppo di amici. Fa tenerezza quest'uomo poverissimo, ormai acciaccato dagli anni, che conserva ancora l'innocenza e la voglia di sognare di un bambino. Gli si vorrebbe quasi tendere la mano, incontrandolo per la via, e dirgli "Vada, buon uomo, e non dia retta a nessuno, che il mondo è crudele con chi si mostra debole". Lettura caldamente consigliata… a tutti.

 

Opera recensita: "Mastro Geppetto" di Fabio Stassi

Editore: Sellerio, 2021

Genere: narrativa italiana

Pagine: 220

Prezzo: 16,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.  

venerdì 19 agosto 2022

RECENSIONE: LUCY COLEMAN - SUCCEDE SEMPRE D'ESTATE

Sinossi:

Marci James è single, anche se si potrebbe dire che sia felicemente sposata con il suo lavoro. Sono quasi cinque anni che non si prende una vacanza e avrebbe volentieri continuato così se solo il suo padrino non le avesse chiesto aiuto per fare l'inventario di un piccolo negozio di antiquariato sulla costiera amalfitana. Una volta arrivata a destinazione, Marci si rende conto dell'enormità del compito: ad attenderla ci sono casse e casse di oggetti antichi, che sembrano nascondere ognuno una storia. Per fortuna Nico, la sua affascinante guida, è pronto ad aiutarla. E poi, dopo le estenuanti giornate di lavoro, a ricompensare Marci di tutta la fatica ci sono i panorami mozzafiato di Positano, resi ancora più allettanti e romantici dalla compagnia di Nico, che conosce la costiera come il palmo della sua mano... Ma il negozio nasconde dei segreti. Segreti in grado di far crollare tutte le certezze di Marci e che potrebbero persino rivelarsi pericolosi. Una volta che la verità sarà venuta a galla, riuscirà ad affrontarla o volterà le spalle all'estate più bella della sua vita?

 

Commento:

"Succede sempre d'estate" – il cui titolo inglese, molto più esplicativo, è Finding love in Positano – è un romance che mantiene ciò che promette. È un libro piacevole, una buona lettura estiva, leggera ma non troppo, in cui tutto è esattamente come ce lo aspetteremmo. Una giovane donna inglese con la testa sulle spalle, single ed amante del suo lavoro, è costretta a venire in Italia, nella bellissima Positano, per ragioni per metà affettive e per metà, appunto, lavorative. Qui viene accolta con tutti gli onori da una famiglia di amici del suo padrino che l'ha spedita lì ed incontra, giusto appena scesa dall'aereo, un bellissimo ragazzo italo-inglese che sarà la sua guida designata, nonché l'anima della compagnia. Sullo sfondo un sacco di opere d'arte e pezzi di antiquariato, panorami mozzafiato ed un'ottima cucina. Ovviamente ci saranno delle difficoltà, ma, tra una passeggiata in spiaggia e un lauto pranzetto, il finale è già scritto ed abbastanza prevedibile. Nonostante ciò il romanzo risulta sobrio, il romanticismo è tenuto a bada da un certo pragmatismo della protagonista che cerca di restarsene con i piedi per terra… insomma, il romanzo si presta ad una lettura leggera e senza pretese, per chi ami le belle storie d'amore senza tuttavia perdere completamente di vista la realtà.

 

Opera recensita: "Succede sempre d'estate" di Lucy Coleman

Editore: Newton Compton, 2022

Traduttore: Anna Vivaldi

Genere: romanzo rosa

Ambientazione: Inghilterra, costiera amalfitana

Pagine: 352

Prezzo: 9,90 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5. 

giovedì 18 agosto 2022

RECENSIONE: ITALO SVEVO - LA COSCIENZA DI ZENO

Sinossi:

Scritto all'indomani della prima guerra mondiale e pubblicato nel 1923, "La coscienza di Zeno" dev'essere considerata una pietra miliare della nostra cultura letteraria. Vi si narra la storia della vita di un uomo, Zeno Cosini, che "si crede un malato eccezionale di una malattia a percorso lungo", come dice lo stesso Svevo, cioè la storia della snervante lotta ingaggiata da Zeno con la sua coscienza. È l'ingresso prepotente della psicoanalisi nella letteratura. Introduzione di Gabriella Contini. Prefazione di Eduardo Saccone.

 

Commento:

La figura di Zeno Cosini, la lotta da costui intrapresa con la sua coscienza e, di conseguenza, la lettura integrale di questo libro mi attira sin dai tempi del liceo, quando avevo avuto occasione di leggerne alcuni brani. Sfruttando la calma estiva ho colmato, dunque, questa lacuna. "La coscienza di Zeno" è come me l'aspettavo, un'opera certamente impegnativa, ma gradevole alla lettura, che lascia al lettore una serie di spunti su cui riflettere per proprio conto. L'attitudine di Cosini, infatti, la sua introspezione procurata dalle consegne del dottor S, dichiaratamente insincera e menzognera giacché richiesta e redatta per iscritto e in italiano (anziché nel più immediato – per Zeno – dialetto triestino), si rivela intrinsecamente interessante perché ci pone davanti ad una continua domanda: sarà vero ciò che ci racconta quest'uomo? Quanto consciamente s'inganna e c'inganna con motivazioni artefatte e visioni distorte della realtà? E questi interrogativi trovano maggior consistenza tantopiù che il Cosini non è nuovo a fascinazioni, fantasticherie, rappresentazioni personalistiche e del tutto parziali della realtà (basti pensare alle ipocondrie di una vita). È quasi come se, leggendo, ci sostituissimo al dottor S, come se fossimo noi lo psicanalista del quale ad un certo punto ci si dimentica completamente. Una lettura interessante che, oltretutto, è un tassello importante nel percorso di conoscenza della letteratura italiana per quei lettori che, come la sottoscritta, ne siano interessati ed affascinati.

 

Opera recensita: "La coscienza di Zeno" di Italo Svevo

Editore: Garzanti, ed. originale 1923

Genere: letteratura italiana

Ambientazione: Trieste

Pagine: 428

Prezzo: 10,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5. 

martedì 16 agosto 2022

RECENSIONE: AGATHA CHRISTIE - L'ASSASSINIO DI ROGER ACKROYD

Sinossi:

King's Abbot è un tipico paesino della campagna inglese dove non succede mai nulla di speciale.

Un giorno però qualcosa accade: l'uomo più ricco del paese, Roger Ackroyd, viene assassinato proprio quando sta per leggere una lettera che avrebbe fatto luce sul misterioso suicidio di un'amica, la signora Ferrars. Il delitto getta nello sgomento la piccola comunità. Ma, in particolare tra gli amici e i parenti della vittima, non tutti hanno da dolersi dell'accaduto. Almeno così sembra credere un buffo investigatore belga in pensione, trasferitosi da poco nel villaggio per coltivare zucche: l'ineguagliabile Poirot. Sarà lui a scoprire che la realtà è ben diversa da come appare e che tutti, anche le persone insospettabili, hanno qualcosa da nascondere.

 

Commento:

Beh, probabilmente dovrei attendere prima di mettermi a scrivere questo breve commento. Dovrei, forse, prendermi un attimo di tempo per raccogliere le idee e soprattutto per calmare i nervi. Sì, i nervi, perché davvero, questo giallo – che mi è piaciuto e che fino all'ultimo capitolo giudicavo onesto, appassionante e molto ben congegnato – alla fine mi ha completamente spiazzata. Il finale, del quale ovviamente non posso parlare, è stato un colpo al mio ego di onesta e corretta lettrice che fino alla fine ci prova ad arrivare alle conclusioni dell'investigatore di turno (in questo caso un ottimo Poirot). Questo giallo mi ha definitivamente certificato l'assoluta, manifesta slealtà della Christie! Ma si può gabbare il lettore in questo modo? Si può giocare con lui, sfidarlo senza dirglielo per poi ridersela di gusto dall'alto della propria onniscienza e ricoprirlo di scherno con le proprie trovate di dubbio gusto e per nulla divertenti? No, per me non si può! Ecco, ecco un esempio di giallo bello, ma dal finale assolutamente sleale! Leggetelo, leggetelo anche voi, magari c'è qualcuno che non si lascerà sorprendere da quest'assurda autrice che si permette di disprezzare l'intelligenza dei suoi lettori!

 

Opera recensita: "L'assassinio di Roger Ackroyd" di Agatha Christie

Editore: Mondadori, ed. originale 1926

Traduttore: Grazia Maria Griffini

Genere: giallo

Ambientazione: Inghilterra

Pagine: 252

Prezzo: 14,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5.

  

domenica 14 agosto 2022

RECENSIONE: DRUSILLA FOER - TU NON CONOSCI LA VERGOGNA. LA MIA VITA ELEGANZISSIMA

Sinossi:

«Da grande vorrei essere come lei, elegan- zissima.» Una piccola ammiratrice mi lusingò con queste parole inventando, a sua insaputa, il titolo del mio primo recital teatrale. E dandomi il motivo per scrivere questo libro: onorare ciò che è indelebile nella mia vita con tutta la tenerezza che ho per me stessa, sperando di intrattenere e, perché no, di ispirare la mia giovanissima fan.

Tu non conosci la vergogna racconta i luoghi, gli incontri, i sentimenti. Appunti di memoria sparpagliati e disordinati.

Ci troverete un’insospettabile nonna spregiudicata, le notti di fuoco a New York, un amante affettatore di prosciutti, una prozia sonnambula e libertina, una tigre per amica, il teatro, la musica e l’amore.

Una vita randagia, emozionata e combattuta. Una vita non male. Una caccia al tesoro a cui ho giocato con tutto il coraggio che mi è stato possibile.

Ve la restituisco senza vergogna, con l’intenzione di divertire o di ispirare, contando su un tenero perdono per la tonalità presuntuosa di questa speranza, tipica di un’anziana signora forse un po’ vanesia.

 

Commento:

La mia opinione su questo romanzo autobiografico è, direi, controversa. Adoro Drusilla Foer, la sua cultura, la sua elegante ironia, il suo eloquio. Mi aspettavo molto, perciò, da questo libro… forse troppo. C'è, in queste pagine, moltissimo di Drusilla, eppure mi è mancato qualcosa, quel quid in più di lei che trovo invece ascoltando la sua viva voce. Il risultato è stato che il libro non mi è dispiaciuto, ma più di tutto ha finito per annoiarmi, tanto che non vedevo l'ora di finirlo per passare ad altro. E questo pur con contenuti interessanti ed una scrittura gradevole… inspiegabile? Forse, o forse neanche tanto. Sarà certamente stato il classico caso di aspettative troppo alte ed alla fine inevitabilmente deluse. A voi lo consiglio, è una lettura leggerissima, che tuttavia lascia qualcosa di positivo, seppur non ben definito.

 

Opera recensita: "Tu non conosci la vergogna. La mia vita eleganzissima" di Drusilla Foer

Editore: Mondadori, 2021

Genere: autobiografia

Pagine: 204

Prezzo: 18,00 €

Consigliato: sì/no

            Voto personale: 7.

      

sabato 13 agosto 2022

RECENSIONE: VITA SACKVILLE-WEST - OGNI PASSIONE SPENTA

Sinossi:

Raffinata, fascinosa, misteriosamente reticente, Lady Slane è la moglie devota di Lord Henry Holland, ex viceré delle Indie ed ex ministro di Sua Maestà. La sua vita, nell’elegante quartiere londinese di Kensington, è stata un tempio di sfarzo e obbedienza, serate mondane e fedeltà a un ideale di discreta femminilità domestica. Dopo settant’anni di matrimonio e sei figli, però, la morte del marito manda in frantumi l’apparente, anodina tranquillità della sua esistenza: stupendo gli amici, scandalizzando i familiari, Lady Slane smette all’improvviso di assecondare i desideri, le esigenze e le aspirazioni degli altri; si ribella alle convenzioni per ricongiungersi, nell’ultima età della sua vita, alla radice smarrita di sé. In esilio volontario in una vecchia casa della campagna inglese, dove il tempo si distende come le pianure sconfinate che osserva dalle finestre, Lady Slane ritrova una passione spenta solo in apparenza, che cova ancora viva tra la cenere: l’ambizione ormai dimenticata di diventare un’artista, cui si aggiunge la possibilità di un amore. Sotto i tramonti di un’estate che sta per finire, Lady Slane incontra infatti il signor FitzGeorge, un ricco collezionista d’arte che non l’ha dimenticata dopo un primo incontro in India, decenni addietro, e che sa ancora vedere la sua bellezza fragile e mite. Sarà questa nuova consapevolezza, forse tardiva ma ugualmente liberatoria, a spingerla a favorire il talento musicale della nipote, spezzando il circolo che, nell’Inghilterra edoardiana, costringe ancora le donne in una posizione di minorità. Ispirato a Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf, di cui Vita Sackville-West fu amica e amante, Ogni passione spenta è percorso dallo stesso sguardo lucido e appassionato sulle donne, dalla consapevole e dolorosa necessità di ricavarsi uno spazio privato, insieme concreto e metaforico, in cui sottrarsi alle soffocanti aspettative della società. Il Saggiatore ripropone un romanzo che, rimanendo modernissimo, si inserisce nella grande tradizione letteraria femminile inglese, e non cessa di meravigliare per la capacità di far risuonare i paesaggi con i personaggi, le emozioni con il nitore lirico della scrittura.

 

Commento:

Oserei dire che è raro trovare una quarta di copertina così bella, ben scritta e rispondente al romanzo che precede. È così raro che mi pare un peccato sprecarla con inutili ripetizioni… Quindi, cosa aggiungere? Dirò solo che Ogni passione spenta è un romanzo che mi ha stupito: come faccio spesso di recente, non avevo letto la trama, quindi non sapevo cosa aspettarmi. Le prime pagine non mi avevano aiutata nel decifrare il contenuto né la possibile deriva del romanzo, perciò non ho potuto far altro che affidarmi esclusivamente alla storia. Ed è stato un bene: questo libro mi ha accolta come chi, dopo tanto vagare, abbia bisogno di un luogo di pace, silenzio e ristoro, le stesse cose che, a ripensarci, va cercando la protagonista, Lady Slane, dopo un'intera, lunga vita passata a compiacere il marito, i figli, gli occhi del mondo. Mi sono affezionata a questa vecchia signora che in breve è diventata per me un'amica, un'anima affine, tanta è stata la compartecipazione che hanno suscitato in me l'ipocrisia dei figli e la forza della sua dignitosa fermezza. Questo libro è proprio acqua fresca con cui bagnarsi il viso dopo l'intensa calura, è un sorso di thè dolce da gustare con una buona amica, è una carezza che induce alla speranza. Ovviamente, consigliato.

 

Opera recensita: "Ogni passione spenta" di Vita Sackville-West

Editore: Il saggiatore, 2016 (ed. originale 1931)

Traduttore: Alessandra Scalero

Genere: letteratura inglese

Ambientazione: Inghilterra

Pagine: 167

Prezzo: 17,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5.

  

venerdì 12 agosto 2022

RECENSIONE: EMILE ZOLA - GERMINALE

Sinossi:

Il giovane Stefano Lantier va a cercare lavoro in una miniera e trova un mondo di sofferenza e di miseria, in cui tutti i valori della dignità umana sono calpestati: l'onesto Maheu, il volgare Chaval, il macchinista russo Suvarin, cupo e sognatore, la giovane e contesa Caterina e molti altri personaggi, buoni e malvagi, assurgono a simbolo di una società e di una condizione in cui il male sembra prevalere su tutto, anche sull'amore. Il soffio epico che accompagna le fosche vicende di questa folla di "miserabili" travolge ogni pretesa oggettiva per trasformarsi in visione, incubo, allegoria: la rivolta è possibile, ma la corruzione dell'animo umano sembra compromettere il sogno di una definitiva redenzione.

 

Commento:

Sarà perché ho scoperto, ormai già da qualche anno, di avere una predilezione per la letteratura verista o realista tardo ottocentesca, sarà per la capacità di Zola di rappresentare con grande veridicità ed umanità la condizione dei minatori, le incomprensioni e la lotta che condussero allo sciopero da lui così ben descritto, sta di fatto che ho letto questo romanzo con un'avidità ed una passione quasi inaspettata. Non sapevo, non essendomi minimamente documentata in merito, a cosa andassi incontro: conoscevo Zola per aver letto in precedenza Teresa Raquin, ma non mi aspettavo di trovarmi così tanto a mio agio nelle pagine di Germinale, con Stefano Lantier, Caterina, i Maheu e tutti gli altri personaggi che costellano quest'epopea di miserabili che lottano fino a dare la vita per un'illusione di libertà. Un libro che parla di lotta di classe, questo, ma anche di miseria che sovrabbonda e rispetto che manca. Parla di ideali quanto di grettezza, di pochezza quanto di nobili valori… in una parola, descrive – anzi dipinge - l'umanità dal vero, con parole che disegnano con tratto impietoso un quadro spietato ma inattaccabile della società francese nel periodo della seconda rivoluzione industriale. Un libro da leggere se amate i classici, i romanzi di denuncia sociale, i libri che si occupano di lotta di classe, di società, di realismo. Un libro da divorare se amate la buona, cara ed intramontabile letteratura.  

 

Opera recensita: "Germinale" di Emile Zola

Editore: Einaudi, 2005 (ed. originale 1885)

Traduttore: Camillo Sbarbaro

Genere: letteratura francese

Ambientazione: Francia, seconda rivoluzione industriale

Pagine: 522

Prezzo: 13,50 €

Consigliato: sì

Voto personale: 10.

  

mercoledì 10 agosto 2022

RECENSIONE: JEFFERY DEAVER - LA MAPPA NERA (COLTER SHAW 03)

 

Sinossi:

Alvarez Street, una strada popolare di San Francisco. Seduto sulla sua Yamaha, Colter Shaw osserva l’edificio color fiordaliso del civico 618. Se quella casa custodisce davvero ciò che lui immagina, allora davanti a sé ha la chiave per riprendere la missione iniziata dal padre e interrotta dalla sua morte: smascherare la BlackBridge Corporate Solutions, una società che opera nel nebuloso mondo dello spionaggio industriale e ricorre a ex membri dell’intelligence, militari e, all’occorrenza, criminali, per schiacciare senza pietà chiunque si frapponga tra lei e i suoi obiettivi.L’ispezione della casa rivela un’informazione fondamentale: la prova per inchiodare la compagnia è custodita in una borsa. Per trovarla, Colter ha a disposizione una mappa della città, nascosta molti anni prima dal padre, su cui sono segnati diciotto punti: diciotto luoghi e forse altrettanti indizi che potrebbero condurlo fino a lei. La sfida è ardua, ma arrendersi alle difficoltà, per lui, non è mai stata un’opzione. Mentre sfreccia da un quartiere all’altro di San Francisco braccato dai mastini al soldo dell’azienda, la pericolosa caccia al tesoro in cui è impegnato dissotterra verità che lo coinvolgono in prima persona, per poi assumere una nuova urgenza: la sopravvivenza di un’intera famiglia è appesa a un filo e lui ha solo quarantott’ore di tempo per scongiurare il peggio. L’unica certezza è che dietro c’è, ancora una volta, lo zampino della BlackBridge.Il conto alla rovescia incalza l’indagine di questo eroe solitario, di fronte al quale si delineano scenari sempre più foschi. Perché la borsa protegge un segreto che, nelle mani sbagliate, potrebbe scatenare una vera e propria catastrofe.

 

Commento:

Oh!!! Finalmente! Dopo un libro medio ed uno deludente questa serie mi dà la giusta e meritata soddisfazione! Dovevamo arrivare all'ultimo capitolo (probabilmente) per conoscerlo un po' meglio, questo Colter Shaw! Era ora che si mostrasse un po' più umano, fallibile, bisognoso di aiuto, di una squadra, di alleati… e non l'esagerato e francamente improbabile uomo senza paura, tutto addominali e mille risorse che avevamo incontrato nei due romanzi precedenti! Quest'avventura di Colter Shaw è appassionante, complessa, imprevedibile, in puro stile Deaver; in più, si svolge a San Francisco, quindi in ambientazione metropolitana, tanto congegnale al mio autore preferito. Un buon thriller d'azione che dà riscatto ad una serie sotto tono. Vale quasi la pena di leggere gli altri due per arrivare a questo punto.

 

Opera recensita: "La mappa nera" di Jeffery Deaver

Editore: Rizzoli, 2022

Traduttore: Sandro Ristori

Genere: thriller, seriale

Ambientazione: San Francisco, Stati Uniti

Pagine: 444

Prezzo: 19,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

 

lunedì 8 agosto 2022

RECENSIONE: MATTIA DE PASCALI - 5 BIGLIETTI PER UN DRIVE-IN

Sinossi:

5 biglietti per uno spettacolo, ma 10 racconti per un libro… Perché nei drive-in, topos del cinema popolare e più tardi luogo dell’immaginario pulp, pagando un biglietto si aveva diritto a un doppio spettacolo. Mattia De Pascali, regista emergente dell’horror italiano, ci regala una carrellata di visioni grottesche, comiche, oniriche e citazioniste. Dal peplum demenziale di “Maciste e i figli di Puulana” a “Squirt Evans”, western esasperato e tarantiniano, dalla fantascienza noir di “Brain Runner” al surreale “Il regno dei morti”. Benvenuti nella fucina delle idee di un autore che, tra cinema e scrittura, ha saputo costruire un suo bizzarro e peculiare universo narrativo.

Dalla prefazione di Lamberto Bava: “Mi piace anche il suo modo intrigante di raccontare, uno sguardo al sociale, una satira dissacrante, una critica ai luoghi comuni efficace e poco velata, una scrittura scorrevole e piena di sorprese. A me questi racconti sono piaciuti, credo che anche voi ne rimarrete affascinati e sorpresi.”

 

Commento:

Leggendo questa raccolta di racconti si ha come l'impressione di sfogliare un catalogo delle miserie umane, ma distrattamente, mentre si fa altro, quasi come se stessimo guardando a salti le scene di un film mentre, comodamente seduti nella nostra auto, sgranocchiassimo qualcosa o buttassimo un occhio al cellulare. In realtà, invece, i dieci racconti contenuti in "5 biglietti per un drive-in" sono dei veri e propri salti nel buio. Cominciamo una nuova storia e, dall'alto della nostra superiorità e disillusione, siamo convinti di sapere già come andrà a finire, invece… invece no, il finale è sempre inatteso, si sposta sempre un po' più in là della nostra immaginazione, prende sempre una via diversa, sceglie sempre forme di contrappasso alternative rispetto a quelle che avremmo immaginato. È fondamentalmente questo il plus di questo libro che, con originalità, ci spinge a guardare oltre, ad osservare con occhio apparentemente distratto, ma in realtà sagace, attento e critico la nostra società, i suoi buchi neri, le storture ed i miasmi fetidi. Cambiando registro quando serve, con stile schietto e diretto ed un'ironia pungente e spesso dissacrante, Mattia De Pascali ci mette di fronte a temi scottanti come l'immigrazione, il razzismo, la pedofilia, nonché a personaggi sui generis dietro ai quali non è difficile scorgere i piccoli e grandi difetti dell'uomo di oggi.  E ancora, molti dei racconti qui contenuti ci portano a chiederci: che conseguenze può avere un determinato comportamento? Qual è il limite estremo delle deviazioni della vita? E se… e se accadesse l'imponderabile? Quello contenuto in questi racconti è un modo di fare denuncia sociale che qualcuno potrebbe trovare indigesto o scomodo, ma che di sicuro non è scontato né banale. E d'altra parte, qual è il modo migliore per far passare un messaggio che è sotto gli occhi di tutti ma che si finge di non vedere? Farlo deflagrare, renderlo manifesto in modo eclatante, impossibile da ignorare. Se avrete voglia – o coraggio – di aprire questo catalogo originale, il consiglio è di godervi la lettura inframmezzando i racconti con una playlist in puro     sound rock… i pezzi? Saranno le storie ad ispirarvi.

 

Opera recensita: "5 biglietti per un drive-in" di Mattia De Pascali

Editore: Cut-Up Publishing, 2022

Genere: distopico, noir

Pagine: 144

Prezzo: 16,90 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

              

sabato 6 agosto 2022

RECENSIONE: PAOLA BARBATO - LA CATTIVA STRADA

Sinossi:

«Sei finito in una cosa troppo grossa e troppo brutta per te, fratello, ma adesso la facciamo passare.» E invece non sarebbe passata. Ora, la strada è tutto ciò che hai. Non avrebbe mai dovuto aprire quella scatola. Lo sapeva, era una delle regole non scritte dell'accordo. Invece quella volta lo aveva fatto. E sarebbe stata la sua condanna. Giosciua Gambelli non ha mai preteso molto dalla vita e la vita lo ha ricambiato allo stesso modo. Ora però, passati i trenta, ha trovato qualcosa in cui è davvero bravo. È un corriere, di che cosa non lo sa esattamente. Non ha nessuna ambizione, nessuna curiosità. Mai una domanda, mai un ritardo. Forse è proprio per questo che lo hanno scelto. Una notte, dopo aver visto ciò che sta trasportando, capisce di essere in trappola e di dover fare qualcosa che non ha mai osato prima: disubbidire. E tutto cambia per sempre. Prima viene travolto dallo smarrimento, quando pensa a un controllo della polizia. Poi dalla paura, se i mittenti scoprissero che lui ha visto. Da adesso in avanti sarà un testimone. E ha guardato troppi film per non sapere che fine fanno. Ma quando alcuni agghiaccianti indizi gli fanno capire che chi lo ha ingaggiato è lì, vicino, e controlla ogni sua mossa, comprende anche che c'è un'unica cosa da fare: fuggire. E c'è un unico luogo in cui non può accadergli nulla: l'autostrada su cui sta viaggiando e da cui non può più uscire. Paola Barbato non racconta mai la stessa storia e ogni volta riesce a sorprenderci con la sua capacità di vedere il male nascosto negli anfratti meno inquietanti della nostra quotidianità. Che sia un cellulare, una casa o una strada, la tensione che riesce a trasmetterci cresce a ogni libro. E, proprio per questo, non smetteremmo mai di leggerla.

 

Commento:

Ora che il numero degli ordini online, e di conseguenza quello delle visite dei corrieri al mio domicilio, è aumentato sensibilmente, mi è capitato spesso di chiedermi come sia il loro lavoro, quante cose strane gli accadano, quante ne vedano. Mi è capitato anche di pensare a come potesse essere una storia thriller con protagonista un corriere… ed ecco, ci ha pensato una delle più talentuose autrici italiane del genere. Questo ragazzone biondo e sorridente, però, è un corriere particolare, di quelli che non vorrei suonassero alla mia porta. Lavora di notte, prevalentemente nel nord Italia ma arriva anche a Roma o Pescara, consegna pacchetti leggeri con su stampigliato l'adesivo di una rana… è bravo e alquanto affidabile, perché fondamentalmente vuole tenersi il lavoro e basta, del resto non gli importa nulla. Forse è proprio perché non vuol perdere il lavoro che una notte, quando per puro caso si accorge che la scatola che deve consegnare è macchiata, pensa di sostituirla con una uguale nuova. Per farlo, però, deve aprirla, quella scatola… da quel momento, lui che non aveva mai preso decisioni in vita sua, si ritroverà a decidere in fretta, pena la vita. E sbaglierà, sbaglierà tutto il possibile… Sarà forse questo suo essere imbranato cronico a farci empatizzare con lui… sarà che l'autostrada percorre e gli autogrill che frequenta sanno di viaggio ed avventura, ma non ci si stacca facilmente da queste pagine. I personaggi sono vagamente stereotipati, è vero, e la trama… beh, ci augureremmo tutti che non succeda a noi, però il thriller è valido, godibile ed avvincente. Ne ho preferiti altri di Paola Barbato, ma questo non è affatto male!

 

Opera recensita: "La cattiva strada" di Paola Barbato

Editore: Piemme, 2022

Genere: thriller

Ambientazione: Lombardia, Emilia Romagna

Pagine: 310

Prezzo: 19,90 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

  

mercoledì 3 agosto 2022

RECENSIONE: MARIA PIA ROMANO - LE STAGIONI DEL VIAGGIO

Sinossi:

Elisa, giornalista e ghost writer, decide di rifugiarsi sull'isola greca di Leucade, per ritrovare se stessa. Ha lasciato il suo lavoro di giornalista nella bella città di Lecce, dove da molti anni era un volto noto dell'emittente locale più seguita. Perennemente in corsa: così l'abbiamo conosciuta ne "Le amiche imperfette", ora la ritroviamo affacciata a guardare il mare, mangiando lo tzatziki sulla fetta di pane. Qualcosa è accaduto nella sua vita che ha scoperchiato il vaso di Pandora, qualcosa che le ha fatto perdere l'innocenza e con cui la donna si confronterà nel corso di un'estate che segnerà la sua vita per sempre. Alta e bassa marea si susseguono: l'isola diventa luogo di incontri inattesi e ritorni. Con la salsedine incollata alla pelle, Elisa viaggia nel desiderio e nella memoria, mentre l'acqua sale di livello a coprire tutta la terra per far galleggiare la barchetta di una bambina innamorata del suo papà.

 

Commento:

C'è un tempo per tutto. Uno per le parole, uno per le domande, uno per i sogni. Per Elisa, giovane donna sempre in preda agli affanni della vita, non avvezza ai compromessi di comodo, intransigente prima di tutto con se stessa, questo è il tempo del silenzio, della solitudine, di ritrovare se stessa. Per farlo, fa ciò che almeno una volta nella vita tutti abbiamo proclamato di voler fare, ma che poi nessuno fa davvero: parte per un viaggio di sola andata su un'isola dello Jonio, tra Itaca e Cefalonia, dove tutto è autenticità, abitudine, piccoli gesti e tempi lenti. Scappa, Elisa, lascia tutto e tutti, si allontana da quel mondo di convenzioni e falsità che le stringe la gola, si isola in questo luogo solitario per compiere il viaggio più difficile di tutti, quello che la obbliga a guardarsi dentro. E si riconosce, Elisa, ritrova la memoria di sé in quell'infanzia felice in cui tutto era incontaminato, specie i sentimenti; rinasce dalle onde di quel mare che è la sua vita e si riscopre affamata di verità e desiderio. Pochi compagni fidati, in questo viaggio, poche ansie di ritorno, pochi rimpianti per ciò che è rimasto indietro. Solo la voglia di nuotare ancora e ancora nel mare dei ricordi, per ritemprare l'anima e trarre da lì l'energia per nuovi giorni. La storia di Elisa è solo sua, è vero, ma è anche un po' nostra: il dolore della perdita, le ferite che ci infligge la vita e che accumuliamo dissimulando più resistenza di quella che abbiamo, i malumori, i programmi sfumati, i sogni mancati alla fine ci fiaccano dentro e vorremmo averlo tutti, il coraggio di perderci per ritrovarci. Come sempre, Maria Pia Romano ce la racconta in modo speciale, questa storia: le sue collane di parole sono arte, sono pennellate di colore che sanno come rendere unica una trama. Elisa l'avevamo già conosciuta ne "Le amiche imperfette", romanzo splendido di cui consiglio caldamente la lettura. A chi volesse partire da qui, dico che può farlo, anche se si perde qualcosa che certamente poi vorrà recuperare. In ogni caso, a chi decida di prendere l'onda di cuore e nuotarle incontro, non posso che augurare… buon viaggio!

 

Opera recensita: "Le stagioni del viaggio" di Maria Pia Romano

Editore: Besa Muci, 2021

Genere: narrativa italiana

Ambientazione: Grecia

Pagine: 184

Prezzo: 15,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.

  

lunedì 1 agosto 2022

RECENSIONE: RUTA SEPETYS - IL CIELO NON HA CATENE

Sinossi:

Occhi grigi e capelli spettinati, Cristian ha diciassette anni, ascolta musica rock e legge poesia. È stato suo nonno a insegnargli il valore delle parole e a incoraggiarlo a seguire le proprie passioni. Anche quando è difficile. Anche quando è proibito. Perché Cristian vive nella Bucarest del 1989. Sono tempi duri per chi, come lui, sogna la libertà. Per chi crede in un avvenire diverso, ma è costretto in un paese apparentemente senza futuro. Per questo Cristian denuncia nel suo diario i soprusi del regime di Ceaușescu cui assiste ogni giorno. Ma quando la polizia segreta lo convoca e minaccia la sua famiglia, il ragazzo è costretto ad andare contro ogni sua convinzione e accetta di diventare una spia. Purtroppo, è ben consapevole di che cosa significhi ostacolare pubblicamente un dittatore. Sa di essere circondato da persone pronte a tutto per entrare nelle grazie del governo. Non può fidarsi di nessuno, nemmeno dell'intelligente Liliana, che, sotto una lunga frangia, nasconde occhi grandi e dolci. Soltanto lui può salvare le persone che ama. Ma a modo suo, cercando di seguire gli insegnamenti del nonno e senza perdere la propria integrità. Perché l'inverno sta volgendo al termine e per le strade di Bucarest si sussurrano parole di libertà. E Cristian non può che rispondere all'appello. Anche se significa mettere a repentaglio la propria vita. Ruta Sepetys ha raggiunto il successo grazie al suo esordio Avevano spento anche la luna, per mesi in testa alle classifiche italiane e internazionali. Con questo nuovo romanzo, bestseller del «New York Times», ci regala un inedito spaccato della storia europea. Un libro capace di scuotere le coscienze. Un protagonista disposto a tutto per difendere i valori di libertà e giustizia.

 

Commento:

Agghiacciante. È questo l'aggettivo che più mi pare adeguato per definire quanto raccontato in questo romanzo, straziante e bellissimo, di Ruta Sepetys. L'autrice la conoscevo per aver letto altre sue opere, la storia della dittatura che attanagliò la Romania fino al 1989, ahimè, no. Cosa ne sapevo io, che pure studio e mi interesso di attualità, di quello che accadde a poche migliaia di chilometri da casa mia fino all'anno dopo la mia nascita? Nulla o quasi nulla e non è una giustificazione. Cosa sapevo io della Secu, la polizia segreta di Ceausescu, della fame, della precarietà, dello stato di  terrore puro in cui i romeni avevano vissuto per decenni? Ben poco. È dovuto arrivare un ragazzo di diciassette anni, perspicace ed arrogante come lo sono molti adolescenti, a raccontarmelo. E il suo racconto in prima persona, sebbene sia un personaggio di fantasia, è stato così reale che mi ha trafitto il cuore. Mi sono vergognata, io ragazza occidentale, per tutte le atrocità e le barbarie davanti alle quali noi giriamo la testa, o le ignoriamo o ce ne interessiamo per un momento, per il tempo di un'indignazione fugace prima di passare ad altro. Un romanzo crudo, questo, esattamente come dev'essere: frasi brevi ed affilate, ironia che a tratti sfocia nel sarcasmo, occhi strani, penna felice e un destino già scritto. Un libro da leggere per scuotere le coscienze, per risvegliarle dal torpore dell'abbrutimento. Un libro doloroso e coinvolgente che ci riporta a fatti recenti accaduti non lontano da noi, che hanno contribuito a scrivere la Storia.

 

Opera recensita: "Il cielo non ha catene" di Ruta Sepetys

Editore: Garzanti, 2022

Traduttore: Roberta Scarabelli

Genere: romanzo storico, narrativa straniera

Ambientazione: Romania, 1989

Pagine: 304

Prezzo: 18,60 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.