simposio lettori copertina

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sabato 28 maggio 2022

RECENSIONE: GIANRICO CAROFIGLIO - RANCORE (PENELOPE SPADA 02)

Sinossi:

Come è morto, davvero, Vittorio Leonardi? Perché Penelope Spada ha dovuto lasciare la magistratura? Un'investigazione su un delitto e nei meandri della coscienza. Un folgorante romanzo sulla colpa e sulla redenzione.

«Cosa vogliono le vittime dei reati? Le persone ingiuriate dal crimine, quelle che hanno perso i propri cari o la propria dignità? La punizione dei colpevoli? Certo, anche questo. Ma la punizione – la vendetta piú o meno regolata dalle leggi – è in gran parte un’illusione ottica. Ciò che le vittime vogliono davvero è la verità. L’unica cosa che nel lungo periodo è capace di guarire le ferite, di placare il dolore»

Un barone universitario ricco e potente muore all'improvviso; cause naturali, certifica il medico. La figlia però non ci crede e si rivolge a Penelope Spada, ex Pm con un mistero alle spalle e un presente di quieta disperazione. L'indagine, che sulle prime appare senza prospettive, diventa una drammatica resa dei conti con il passato, un appuntamento col destino e con l'inattesa possibilità di cambiarlo. Nelle pieghe di una narrazione tesa fino all'ultima pagina, Gianrico Carofiglio ci consegna un'avventura umana che va ben oltre gli stilemi del genere; e un personaggio epico, dolente, magnifico.

 

Commento:

Definire questo romanzo "folgorante" mi pare, cari redattori di Einaudi, a dir poco un azzardo. Lo stesso dicasi per la locuzione "narrazione tesa"… ma dove? "Rancore", come già il romanzo precedente di questa serie, "La disciplina di Penelope", è certamente un buon romanzo, ma non si può dire che sia adrenalinico né che brilli o spicchi per qualcosa in particolare. È certamente migliore, più convincente e solido del giallo precedente, ma ancora non ci siamo. E allora perché dico che è un buon romanzo? Perché lo è! Lo è per l'indiscutibile qualità della scrittura di Carofiglio (mi sembra di trovare un'oasi di pace ogni volta che apro un suo libro, nettamente superiore per stile e registro a molti scrittori moderni nostrani e non solo); lo è per le innumerevoli citazioni letterarie, musicali, artistiche in generale di cui è costellato questo come tutti gli altri suoi libri; lo è, poi, per gli spunti forniti dall'indagine che, oltre a risultare interessante sebbene non adrenalinica, apre spiragli interessanti sul mondo della massoneria. E poi è un libro importante, questo, perché risponde a domande cruciali che ci portavamo dietro dal primo giallo, domande sulla vita professionale di Penelope, tuttavia… Tuttavia non basta. Non posso esprimere parere positivo, invece, su Penelope Spada: troppo evanescente, poco incisiva, quasi vacua, troppo poco ricordabile. E per essere la protagonista di una serie, la cosa non depone bene, a parer mio. Detto questo, continuerò a leggere questa serie, anche per capire come evolve e dove va a parare, ma l'entusiasmo scende… scende… scende. E non può bastare un finale interessante con un bel po' di pepe a risollevare aspettative e morale.

 

Opera recensita: "Rancore" di Gianrico Carofiglio

Editore: Einaudi, 2022

Genere: giallo, seriale

Ambientazione: novembre 2019

Pagine: 238

Prezzo: 18,50 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

  

venerdì 13 maggio 2022

RECENSIONE: GABRIELA GARCIA - SALE DI MARE E LACRIME

Sinossi:

Cuba, 1866. María Isabel è la sola lavorante donna in una fabbrica di sigari. Ogni giorno, mentre le sue mani arrotolano incessantemente il tabacco, ascolta le parole di un uomo, Antonio, che legge per loro. Sono parole che la trasportano in mondi sconosciuti, come quello dei Miserabili di Victor Hugo, e che le aprono la mente e il cuore. Ma gli echi della guerra si fanno sempre più vicini... Cuba, 1959. Dolores guarda il marito allontanarsi verso le montagne. Ha risposto alla chiamata alle armi di Fidel Castro e nella sua anima lei spera che non torni più. Ma se dovesse farlo, Dolores sa che per sopravvivere dovrà compie - re una scelta che sconvolgerà il mondo di Carmen, sua figlia. Miami, 2016. Carmen, immigrata cubana, negli Stati Uniti credeva di ricominciare dimenticando un passato pieno di contraddizioni per offrire alla figlia Jeanette un futuro migliore. E invece il sogno americano si rivela per lei un’illusione, perché ogni giorno ripensa a Cuba e al rapporto di amore-odio con la propria madre, che non vede da anni. La stessa donna che Jeanette, ribelle e in continua lotta contro la tossicodipendenza, vorrebbe incontrare per saperne di più della storia di famiglia e capire meglio se stessa. Ognuna di queste donne lotta fino allo stremo per la sopravvivenza, fedele alle parole annotate su quel libro di Hugo che si tramandano da generazioni: "Siamo forza. Siamo più di quanto pensiamo". Dalle fabbriche di sigari cubani ai centri di detenzione per migranti, passando per la periferia di Miami, Sale di mare e lacrime è un esordio di grande forza narrativa, onesto e bruciante. Con una prosa a un tempo poetica e schietta, Gabriela Garcia ci porta nel cuore oscuro dell’America moderna raccontandoci una storia di diaspora. E di madri e figlie che combattono per innalzare la loro voce dal silenzio in cui sono relegate.

 

Commento:

L'esordio letterario di Gabriela Garcia, autrice figlia di immigrati cubani, ha il sapore dell'urgenza. Urgenza di dire, di raccontare, di tirar fuori il fuoco che cova sotto le braci. Le perdoneremo, perciò, lo stile confusionario ed apparentemente superficiale con cui sembra trattare ogni storia: lo faremo perché, a lettura ultimata, ci parrà chiaro l'intento che sta dietro a questa forma di racconto, ossia quello di mostrare e mostrarci quanto ogni storia, ogni dolore, ogni vita sia unica nel suo genere eppure uguale alle altre nel valore. "Sale di mare e lacrime" è un racconto a più voci che si snoda nel tempo e nello spazio fra Cuba, gli Stati Uniti e il Messico, fra il 1866 e il 2016 e trae la sua forza proprio dalla ricerca del passato e dallo sguardo verso il futuro. Così storie di donne tanto diverse si mischiano e si fondono dando vita ad uno strano, ma potente quadro di dolore e riscatto. L'operaia nella fabbrica di sigari nel 1800 sta accanto nel dolore alla madre immigrata che taglia i ponti col passato; la bambina sola e lontana dalla madre trova rifugio nella compagnia di una giovane donna che lotta contro i suoi demoni… storie che si sfiorano e si potenziano a vicenda. Una lettura non facilissima – più per lo stile che per il contenuto – ma sicuramente interessante per gli spunti che ci fornisce.

 

Opera recensita: "Sale di mare e lacrime" di Gabriela Garcia

Editore: Harper Collins, 2022

Traduttore: Valeria Bastia

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Cuba, Messico, Stati Uniti

Pagine: 304

Prezzo: 19,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5.

  

mercoledì 4 maggio 2022

RECENSIONE: MASAKO TOGAWA - RESIDENZA PER SIGNORE SOLE

 

Sinossi:

Dallo sportello della portineria osservo quanto si svolge all'esterno, attraverso la porta a vetri che mi separa dal mondo: oggi, dopo tanti anni, verranno esposti alla luce del sole dei fatti tenuti gelosamente nascosti, i fantasmi del passato sepolti sotto questo edificio.

La Residenza K, un palazzo di mattoni rossi che ospita donne nubili, appare agli abitanti di Tokyo come una dimora tranquilla per signore per bene, ma nasconde in realtà un passato sinistro. Quando dalla portineria sparisce misteriosamente il passe-partout, la chiave universale che apre tutte le centocinquanta stanze affacciate sui lunghi corridoi dei cinque piani, le inquiline cominciano a vivere nell'ansia. Ogni camera, infatti, oltre a un'immensa solitudine, custodisce colpe che ciascuna di loro tiene scrupolosamente per sé: strani furti, incidenti sospetti e persino un suicidio aleggiano tra quelle mura, abitate da donne assorte nel ricordo dei tempi andati. E adesso, in previsione dello spostamento dell'edificio che deve far posto a una strada, queste donne temono che succeda qualcosa di orribile: i lavori potrebbero portare alla luce un crimine avvenuto anni prima, e con esso tanti altri segreti che le pareti spesse della Residenza K – e la sua curiosa portinaia con la passione per i libri – serbano con discrezione. Pubblicato per la prima volta nel 1962, Residenza per signore sole è un grande classico del noir giapponese. Una perla rara, ricca di tensione e atmosfera, che ricorda i thriller di P.D. James, conservando però l'inconfondibile tocco di magia che continua a far innamorare della letteratura del Sol Levante le lettrici e i lettori di tutto il mondo.

 

Commento:

Fino a poco tempo fa mi sorprendeva sempre la locuzione "noir giapponese". Ero vittima del pregiudizio che considera gialli e noir un'esclusiva occidentale? Forse, o più probabilmente conoscevo così pochi gialli/noir che quelli giapponesi mi parevano una rarità. Oggi, anziché sorprendermi, incappare in uno di questi libri mi esalta: ho avuto modo di appurare – e di apprezzare – che i giapponesi li sanno scrivere i noir, e pure bene… specialmente le donne. Masako Togawa, per esempio, io l'ho conosciuta pochi giorni fa, ma Residenza per signore sole, recentemente tradotto in italiano da Marsilio, lei l'aveva scritto nel 1962… non proprio l'altro ieri, dunque. Come tutti i noir giapponesi che ho letto finora, Residenza per signore sole è un libro sobrio, con parecchi personaggi ed altrettante storie apparentemente slegate l'una dall'altra, ma in realtà concatenate in un unico, grande percorso verso l'epilogo finale. Leggendo questo romanzo si ha come l'impressione di osservare un pittore mentre dipinge un quadro: dapprima le pennellate sono lente, incerte, quasi esitanti, poi si fanno via via più metodiche e sicure, fino a diventare convulse, quasi precipitose nel dipingere il dramma. Tante donne, tanti segreti, un unico luogo dove custodirli. E all'improvviso la paura che vengano svelati e la curiosità morbosa di conoscere quelli delle altre… concetti semplici, istinti primordiali, reazioni prevedibili che unite danno vita ad un noir lucido, sobrio sì, ma non per questo meno spietato perché mette in luce debolezze e manchevolezze dell'essere umano. C'è un aspetto che mi affascina e mi meraviglia nella letteratura giapponese e specialmente nei noir: il modo tutto particolare che hanno questi autori di descrivere gli eventi tristi, tragici o cruenti. È come se per loro fosse tutto naturale, come se non si scomponessero davanti a niente, come se non perdessero la testa di fronte ad alcun avvenimento inatteso; e il loro non è neppure un approccio rassegnato: semplicemente, si "limitano" ad agire, così, come se fosse tutto normale. Anche in queste pagine ho riprovato questa stessa sensazione che, per chi come noi ha un approccio mentale diverso, è quasi straniante ma che probabilmente è la peculiarità di questi romanzi, ciò che li rende così speciali e diversi da quanto siamo abituati a leggere di solito. Un noir diverso, al femminile, uno spaccato di società nipponica post seconda guerra mondiale scritto da una donna. Consigliato? Certo che sì!

 

Opera recensita: "Residenza per signore sole" di Masako Togawa

Editore: Marsilio, 2022 (ed. originale 1962)

Traduttore: Antonietta Pastore

Genere: noir

Ambientazione: Tokyo, Giappone

Pagine: 176

Prezzo: 17,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5.

 

lunedì 2 maggio 2022

RECENSIONE: ESHKOL NEVO - LE VIE DELL'EDEN

Sinossi:

Non è dato a tutti uscire indenni dalle esperienze radicali della vita in cui un evento, una passione, una confessione, una rivelazione inaspettata, ci pongono davanti a un'intensità tale da esigere la più nuda verità su noi stessi e sul nostro mondo. Quattro persone entrarono nel Pardès, nel giardino dell'Eden, è scritto nel Talmud, ma soltanto una ne uscì incolume. Le vie dell'Eden, infatti, dove maturano i frutti più preziosi della vita, sono lastricate di pericoli. Lo sa bene Omri, il musicista che, nelle prime pagine di quest'opera, deve trovare il modo di confessare l'inconfessabile. Incalzato dal proprio avvocato, affida alla pagina la terribile vicenda che lo vede coinvolto. Tutto ha avuto inizio con il necrologio di un uomo con cui ha trascorso insieme a La Paz soltanto qualche ora. Nel trafiletto sotto la foto si dice che Ronen Amirov, turista israeliano di ventotto anni, è rimasto ucciso in un incidente sulla «Strada della Morte», in Bolivia, mentre era in luna di miele. Ma quando Omri parte per andare in visita alla famiglia di Ronen riunita per la shivah, la settimana di lutto stretto, non lo fa per onorare il defunto, bensì per rivedere Mor Amirov, la moglie di Ronen. A cercare sollievo nella confessione è anche il dottor Asher Caro, attempato primario che, d'un tratto, prova uno strano interessamento per una giovane specializzanda, Liat Ben Abu. Che il segreto gelosamente custodito dall'uomo per lunghi anni abbia qualcosa a che fare con l'impulso irrefrenabile che Liat risveglia in lui, ovvero quello di proteggerla da chiunque osi ferirla? Una coppia di lungo corso va a camminare nei frutteti ogni sabato. Si alzano presto, indossano abiti sportivi, poi salgono in macchina e guidano fino a una sbarra da cui si prosegue solo a piedi. Quel giorno sono in buona e camminano mano nella mano senza litigare, fino a quando, a fine salita, il marito consegna il telefono alla moglie, infilandosi fra due filari di alberi. Lei lo aspetta sulla strada, ma i minuti passano e dell'uomo non si ha più nessuna traccia. Con lo sguardo acuto e profondo che lo ha reso uno degli autori più amati, Eshkol Nevo indaga dietro le maschere che vestiamo per gli altri, ma anche su quelle che indossiamo quando ci troviamo di fronte a verità troppo difficili, o pericolose, da accettare. E, come in Tre Piani, attraverso il sorprendente intreccio di tre storie interconnesse scandaglia le ombre dell'amore e delle relazioni, della colpa e dell'innocenza.

 

Commento:

Per me questo libro è stato una conferma: avevo letto, qualche mese fa, Tre piani, anch'esso di Eshkol Nevo, e mi era piaciuto. "Le vie dell'Eden" ne ricalca la struttura ma, se possibile, è ancora più intenso ed intrigante. Anche qui, come in tre piani, ci sono tre storie, tre mondi, tre vite che s'intrecciano con altre vite. Tre romanzi brevi (o racconti lunghi) che in comune hanno molto. Tanto per cominciare, i tre protagonisti sono – o sono stati - nella difficile condizione di dover fare una scelta. Una scelta importante, morale, che diventa vitale, che condiziona la loro esistenza, quella dei loro cari e di altre persone a loro vicine. Per ragioni diverse, si ritrovano, quindi, a scrivere un racconto personalissimo e privato delle vicende che li hanno portati a quella scelta: vicende intime, storie inconfessabili, segretissime, che hanno comunque avuto un peso importante nella parte della loro vita che è alla luce del sole. E noi lettori ci ritroviamo a leggerli, questi racconti privati, con la sensazione di curiosità mista a senso di colpa di chi sa di star infrangendo un tabù, di star facendo qualcosa di proibito o sconveniente… Davvero, è sconvolgente la maestria di Nevo nell'apparire mero latore – freddo, distaccato, asettico, mai giudice, presenza a margine, quasi assenza – di queste storie torbide in cui la passione si mescola al pericolo, il desiderio alla morte, l'amore al rischio e l'Eros mostra il suo legame imperituro con il Thanatos. È incredibile il modo fine, astuto ed efficace con cui – senza che ce ne accorgiamo – Nevo ci guida attraverso le storie fin dove vuole portarci, fino alla sua verità. Adoro il suo modo di raccontare la morte, l'amore, la passione, la vita… è così peculiare che mi avvince e mi attrae. "Le vie dell'Eden" è un libro bellissimo che, oltre ad essere piacevole da leggere, può suscitare tante riflessioni se si è predisposti a cogliere le suggestioni che l'autore ci lancia tra le righe. Io, spassionatamente, ve lo consiglio.

 

Opera recensita: "Le vie dell'Eden" di Eshkol Nevo

Editore: Neri Pozza, 2022

Traduttore: Raffaella Scardi

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Israele

Pagine: 256

Prezzo: 18,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5.