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martedì 24 luglio 2018

RECENSIONE: PAUL AUSTER - NEL PAESE DELLE ULTIME COSE


Sinossi:
Immaginate un posto dove le persone (la nonna, il droghiere, il vicino di casa) e gli oggetti (le auto, lo spazzolino, la caffettiera, la gomma da cancellare) sono a rischio di estinzione. Una mattina ti alzi e non c'è più il postino o lo schiaccianoci. E non solo il tuo, ma quello di tutti. Qualsiasi rimasuglio diventa allora l'oggetto più prezioso del mondo, soprattutto per i "cacciatori di oggetti", persone in grado di uccidere per accaparrarsi, che so, un mozzicone di matita. La prima edizione italiana di questo romanzo è stata pubblicata nel 1996 da Guanda.

Commento:
Libro davvero singolare, nel quale Paul Auster ci presenta un ambientazione post-apocalittica, certamente distopica, nella quale tutto è distruzione, tutto è perdita e bisogna diventare duri, previdenti, astuti e pronti a tutto per sopravvivere. Lo capisce a sue spese Anna, la voce narrante di questo libro impostato in forma di lunga lettera, che parte per la Città della distruzione alla ricerca di suo fratello William partito per quel luogo e disperso da tempo, e si ritrova in un luogo in cui ogni giorno si lotta contro la morte e dal quale non sarà facile uscire.
Non so dire, in verità, se questo libro mi sia o non mi sia piaciuto: credo, però, che nasconda molti spunti di riflessione (come ad esempio l'idea che tutto questo sia una forma di espiazione dei peccati del passato) e che meriti una rilettura. Ad ogni modo non è un libro banale e può risultare interessante se si ha la pazienza di seguire l'autore.

Opera recensita: "Nel paese delle ultime cose" di Paul Auster
Editore: Einaudi-Guanda, prima ed. italiana 1996
Genere: fantascienza
Ambientazione: non definita
Pagine: 172
Prezzo: 9,50 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7.


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