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domenica 24 maggio 2020

RECENSIONE: VIGDIS HJORTH - EREDITà


Sinossi:
Quattro fratelli. Due case a picco sul Mare del Nord. Un dramma familiare sepolto nel silenzio da decenni. Tutto comincia con un testamento. Al momento di spartire l’eredità fra i quattro figli, una coppia di anziani decide di lasciare le due case al mare alle due figlie minori, mentre Bård e Bergljot, il fratello e la sorella maggiori, vengono tagliati fuori. Se Bård vive questo gesto come un’ultima ingiustizia, Bergljot aveva già messo una croce sull’idea di una possibile eredità, avendo troncato i rapporti con la famiglia ventitré anni prima. Cosa spinge una donna a una scelta così crudele? Bård e Bergljot non hanno avuto la stessa infanzia delle loro sorelle. Bård e Bergljot condividono il più doloroso dei segreti. Il confronto attorno alla divisione dell’eredità sarà l’occasione per rompere il silenzio, per raccontare la storia che i familiari per anni hanno rifiutato di sentire. Per dividere con loro l’eredità – o il fardello – che hanno ricevuto dalla famiglia. Per dire l’indicibile. Premiato dai librai norvegesi come miglior libro dell’anno, in vetta alle classifiche di vendita per mesi, osannato dalla critica internazionale, Eredità è il romanzo con cui la norvegese Vigdis Hjorth ha raggiunto la fama mondiale. Lirica riflessione sul trauma e sulla memoria, è al tempo stesso il furioso racconto della lotta di una donna per la sopravvivenza.

Commento:
Eredità è un romanzo lento, di una lentezza necessaria: è una storia che impone al lettore di prendersi del tempo; il ritmo della narrazione detta quello della lettura, così che anche il lettore più vorace si ritroverà – suo malgrado – a prendersi delle pause. Eredità è un romanzo che richiede attenzione, come la richiedono i fatti che racconta, come l'ha richiesta per una vita ciò che la protagonista, Bergljot, aveva da raccontare e che la sua famiglia non ha mai voluto sentire.
Bergljot ha un segreto che risale alla sua infanzia, lo aveva rimosso, depositato nei recessi della mente, poi un giorno, per una casualità degna del destino, la verità le è esplosa nella mente ed ha preteso di venire fuori, di essere raccontata, metabolizzata, analizzata. Ma quando Bergljot ha provato a coinvolgere la sua famiglia in questo percorso, nessuno ha voluto starla a sentire, nessuno tranne, forse, suo fratello maggiore, Bard, che aveva motivi personali per darle credito. Così, dato che non volevano minimamente considerare la possibilità che l'assunto da cui parte il suo percorso fosse vero, Bergljot si allontana dai suoi familiari, taglia i ponti per quanto possibile, e decide di prendersi cura di se stessa. Va in analisi, ha una vita sentimentale travagliata, beve un po' più del consentito, ma nonostante non sia facile, a più di cinquant'anni Bergljot ha raggiunto una sorta di equilibrio, anche grazie all'aiuto dei figli e degli amici che le sono costantemente accanto. Poi succedono delle cose all'interno della sua famiglia d'origine, cose che richiedono la sua attenzione, la sua presenza… e tutto torna a galla, dolorosamente; tutti i nodi irrisolti, le incomprensioni, l'incompatibilità caratteriale, l'incapacità della sorella Astrid di mutare punto di vista, la pochezza della madre, l'odio della sorella minore Asa… viene tutto alla luce, di nuovo. E di nuovo Bergljot si ritrova in balia dell'incubo, di nuovo mette in discussione tutto, a partire da se stessa.
Vigdis Hjorth, l'autrice di questo libro così singolare, è bravissima nel tenere le fila di una narrazione complessa; non dimentica dettagli, non permette alla trama di sfilacciarsi o all'attenzione di calare… ci fa entrare nella vita di Bergljot a poco a poco, in punta di piedi, ma quando ne usciremo sarà con le ossa rotte e con tante riflessioni in più, con tante domande, anche su cose che riguardano il nostro vissuto personale. La riflessione che probabilmente ha condotto la Hjorth a scrivere così questa storia – e ciò che rende Eredità un romanzo di alta letteratura – è che gli eventi cruciali della vita di ognuno accadono in pochi, brevi momenti, ma per analizzarli, comprenderli, accettarli ci vuole un'esistenza intera e talvolta non basta neppure. Un romanzo complesso che ci costringe a guardarci dentro, perché ogni famiglia ha la sua storia, ogni famiglia ha i suoi segreti e i suoi punti d'ombra. Ed è proprio questa vicinanza di Bergljot, la plausibilità del suo racconto, il fatto che possa essere avvicinato all'esperienza di vita di ciascuno di noi, che conquista.

Opera recensita: "Eredità" di Vigdis Hjorth
Editore: Fazi, 2020
Genere: narrativa straniera
Ambientazione: Norvegia
Pagine: 374
Prezzo: 18,50 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9
Colonna sonora sperimentata: Pearl Jam.


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