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lunedì 29 maggio 2017

RECENSIONE: AZAR NAFISI - LEGGERE LOLITA A TEHERAN


Sinossi:

Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze barbare, Azar Nafisi ha dovuto

cimentarsi nell'impresa di spiegare a ragazzi e ragazze, esposti in misura crescente alla catechesi islamica, una delle più temibili incarnazioni del Satana

occidentale: la letteratura. È stata così costretta ad aggirare qualsiasi idea ricevuta e a inventarsi un intero sistema di accostamenti e immagini che

suonassero efficaci per gli studenti e, al tempo stesso, innocui per i loro occhiuti sorveglianti. Il risultato è un libro che, oltre a essere un atto

d'amore per la letteratura, è anche una beffa giocata a chiunque tenti di proibirla.

 

Commento:

Azar Nafisi è una professoressa di letteratura all’università di Teheran. Ama Nabokov, Jane Austen, Henry James, Francis Scott Fizgerald. Ma ciò che ama di più è confrontarsi liberamente con gli altri, parlare di letteratura con i suoi studenti, camminare a testa alta e senza imposizioni o proibizioni nella sua città. Ma purtroppo intorno a lei l’Iran vive un periodo di forte instabilità: la rivoluzione di Comeini ha prodotto nel Paese un forte passo indietro nei diritti civili e sociali, ha trasformato un Paese all’avanguardia per cultura ed emancipazione in un luogo malsicuro in cui le donne non sono libere di stringere la mano ad un uomo, in cui chi corre sulle scale dell’università viene segnalata all’autorità, in cui chi non porta il velo e non si adegua viene ostracizzata.

Nei seminari segreti che organizza a casa sua, nei quali discute di letteratura con le sue studentesse migliori, Azar Nafisi analizza i libri proibiti, quelli troppo occidentalizzati e quindi contrari all’Islam e alla rivoluzione, ed intanto si confronta con i problemi delle sue ragazze, con l’incertezza, le umiliazioni, l’ignoranza e la grettezza di molti uomini. E noi entriamo con lei in questo Paese così culturalmente ricco eppure tanto vessato dal fondamentalismo e dagli intrighi del potere. Il quadro che Azar Nafisi ci dipinge è forte, appassionato eppure obiettivo, perciò ci permette di avere un’idea, sebbene limitata nel tempo, della condizione della società e della cultura in Iran negli anni 90. E la riflessione sui fenomeni integralisti che viviamo oggi è d’obbligo: fare la rivoluzione non sempre vuol dire fare il bene del proprio popolo… e come si può far bene al proprio popolo se gli si nega la cultura?

La lettura di questo libro è stata per me fonte di riflessione, nonché di arricchimento culturale: oltre agli spunti sulla situazione iraniana, infatti, ho molto gradito i tanti riferimenti letterari ai classici che la professoressa Nafisi ama ed insegna ai suoi studenti: di certo approfitterò delle sue critiche letterarie per prendere spunto per prossime letture. L’unica pecca che devo attribuire, mio malgrado, a questo libro è la poca organicità storica: per chi sa poco della storia politica dell’Iran della fine del Novecento non è agevole inquadrare il periodo ed il succedersi di eventi e personaggi. Tuttavia il “problema” è superabile con una piccola ricerca in internet e con un’attenzione particolare durante la lettura. Lo consiglio, dunque, perché presenta uno spaccato di una cultura che conosciamo troppo poco e che può essere utile per non ripetere gli stessi errori.

 

Opera recensita: “Leggere Lolita a Teheran” di Azar Nafisi

Editore: Adelphi, 2004

Genere: autobiografia, testimonianza

Ambientazione: Iran

Pagine: 379

Prezzo: 18,00 €

Consigliato: sì.

 

2 commenti:

  1. Concordo con la tua impressione di poca organicità della struttura della narrazione. In effetti ha messo in difficoltà anche me. Un peccato, perché invece il libro è molto interessante.
    Io ho trovato anche un po' disturbante a volte l'analisi di testi letterari che avevo letto solo in parte: quando non conoscevo l'originale mi è venuta una gran voglia di leggerlo, ma sono riuscita a seguire poco di alcuni ragionamenti...

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  2. Anche a me è venuta voglia di leggere gli originali: avevo già letto ed amato Lolita, ma mi mancava completamente Henry James. Ho cominciato con "Washington Square".

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