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mercoledì 16 maggio 2018

RECENSIONE: NATALIA GINZBURG - LESSICO FAMIGLIARE


Sinossi:

Premio Strega 1963. "Lessico famigliare" è il libro di Natalia Ginzburg che ha avuto maggiori e più duraturi riflessi nella critica e nei lettori. La chiave

di questo straordinario romanzo è delineata già nel titolo. Famigliare, perché racconta la storia di una famiglia ebraica e antifascista, i Levi, a Torino

tra gli anni Trenta e i Cinquanta del Novecento. E Lessico perché le strade della memoria passano attraverso il ricordo di frasi, modi di dire, espressioni

gergali. Scrive la Ginzburg: "Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso. Quando

c'incontriamo, possiamo essere, l'uno con l'altro, indifferenti, o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase, una di quelle

frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. Ci basta dire 'Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna' o 'De cosa

spussa l'acido cloridrico', per ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi,

a quelle parole". In appendice la Cronistoria di "Lessico famigliare" a cura di Domenico Scarpa e uno scritto di Cesare Garboli. Introduzione di Cesare

Sagre.

 

Commento:

Opinioni discordanti per questo “Lessico famigliare” molto famigliare: c’è chi lo definisce senza riserve “un capolavoro assoluto”, chi lo trova non particolarmente profondo ma comunque molto bello, chi lo trova deludente. Io, mio malgrado, devo inserirmi in quest’ultima categoria.

Questo libro non mi è piaciuto, non ne ho capito l’intenzione, non ci ho trovato né coinvolgimento né un messaggio, mi aspettavo di più: sapevo che non si trattava di un vero e proprio romanzo, ma piuttosto di una raccolta di ricordi; tuttavia mi sarei aspettata, da parte dell’autrice che questi ricordi li ha vissuti, più emozione o partecipazione. Natalia Ginsburg, invece, racconta fatti, misfatti, manie ed esperienze vissute da persone che, nonostante siano presenti in tutto il libro, non arriviamo mai veramente a conoscere. E’ come se arrivassimo in una stanza dove una vecchia signora sta raccontando della sua famiglia e del periodo che va dal primo al secondo dopoguerra, ma vi arrivassimo a racconto già iniziato. E purtroppo le tante espressioni gergali non bastano, a parer mio, a creare quell’intimità e quella conpartecipazione che sarebbero necessarie ad entrare nelle vicende e ad appassionarsi al racconto. Mi sento quasi in colpa nel non consigliarlo, ma purtroppo questo libro non mi ha lasciato nulla: ho concluso la lettura così, in modo troppo liscio, senza sobbalzi né coinvolgimenti di sorta. Mi dispiace, ma purtroppo per me è un no.

 

 

Opera recensita: “Lessico famigliare” di Natalia Ginzburg

Editore: Einaudi, prima ed. 1963

Genere: autobiografia

Ambientazione: Torino-Italia

Pagine: 278 (ed. 2010)

Prezzo: 12,00 €

Consigliato: no

Voto personale: 6.

 

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