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domenica 21 aprile 2019

RECENSIONE: JEFFERY DEAVER - L'ADDESTRATORE


Sinossi:
Ryan Kessler, un poliziotto frustrato con un'eccessiva propensione all'alcol e il grilletto facile. Joanna, sua moglie, una donna anonima e fin troppo riservata. Maree, la sorella di quest'ultima, affascinante e instabile, irresistibilmente attratta da uomini e situazioni a rischio. Come nel più crudele dei reality, i tre si ritrovano rinchiusi in un luogo inaccessibile e segreto, mentre un cacciatore di informazioni professionista, l'efferato e implacabile Henry Loving, tenta con ogni mezzo di rintracciarli per estorcere loro i dati riservati richiesti da una misteriosa "Fonte". Ben presto, però, nella struttura sorvegliata che dovrebbe garantire la protezione dei tre innocenti - o presunti tali - si risvegliano vecchi rancori e verità inattese cominciano ad affiorare. Chi è davvero la Fonte? Un prete sospetto che usa i risparmi dei suoi sprovveduti fedeli per finanziare il terrorismo islamico? Un senatore repubblicano in corsa per le prossime presidenziali? O un pericoloso psicopatico già amante di Maree? E ancora, che cosa sa Amanda, la figlia diciassettenne del poliziotto Ryan? È possibile che sia lei il vero obiettivo di Loving? Corte, l'agente federale incaricato di gestire il programma di protezione, che con Loving ha in sospeso una partita personale, per Incastrarlo si affida alle sofisticate risorse tecnologiche di un'agenzia di sicurezza governativa. E parallelamente, da appassionato di giochi di logica e di intelligenza, studia con puntiglio le mosse del suo avversario.

Commento:
L'addestratore è uno dei thriller "singoli" di Jeffery Deaver, uno stand-alone, che non appartiene a nessuna delle sue saghe. Eppure, credo io, sul funzionario Corte si potrebbe tranquillamente reggere un'intera saga di thriller, tanto è particolare ed appassionante il suo lavoro e tanto è avvincente il suo modo di ragionare. Corte è un funzionario preciso e meticoloso con molte passioni (sport, orienteering, storia…) sulle quali domina quella per i giochi di logica e intelligenza che, peraltro, lo aiutano molto nel suo lavoro: per una mente matematica che ama barcamenarsi fra scacchi, morra cinese, Go e mille altri rompicapo, diventa una sfida all'ultima mossa individuare la tattica del killer – in questo caso il temibile cacciatore di informazioni Henry Loving – che minaccia la sorte dei "bersagli" affidati alla sua custodia. E' tutto un gioco di tempi, concentrazione e intelligenza, nonché di alleati validi, efficenti e veloci e Corte in questo caso è equipaggiato benissimo. Così, quando si ritrova a combattere l'avversario più duro ed ambito della sua carriera nel proteggere una famiglia che ha più segreti di quel che sembra, Corte ingaggia una lotta appassionante in cui niente deve essere trascurato e in cui ci si può fidare solo di se stessi.
Un altro thriller psicologico che è anche spy-story; un duello di inttelligenza e nervi saldi in cui, come al solito per Deaver, nulla è scontato e niente è mai come sembra. Unica pecca, se così vogliamo chiamarla, è l'eccessiva lentezza del romanzo che mi impedisce di considerare questo buon thriller un buonissimo thriller… ma d'altra parte è pur vero che in una lotta di intelligenza, come nel miglior gioco di ruolo, la lentezza e la concentrazione sono d'obbligo. Consigliatissimo, comunque.


Opera recensita: "L'addestratore" di Jeffery Deaver
Editore: Rizzoli, 2011
Genere: thriller
Ambientazione: Stati Uniti
Pagine: 607
Prezzo: 14,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


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